Interviste

In the Spotlight: Il Milanese Imbruttito e il film "Mollo tutto e apro un chiringuito"

Irriverenti e dotati di un chiaro spirito imprenditoriale, i tre fondatori de Il Milanese Imbruttito debuttano sul grande schermo, diretti da Il Terzo Segreto di Satira.  Lo raccontano con un’intervista in cui spiegano tutto il loro percorso di crescita. 

Nella foto Tommaso Pozza, Marco de Crescenzio e Federico Marisio de Il Milanese Imbruttito
Tommaso Pozza, Marco de Crescenzio e Federico Marisio de Il Milanese Imbruttito

Oggi collaborano con Disney, Amazon, Sky, Samsung, Microsoft e Coca-Cola. La success story de Il Milanese Imbruttito inizia nel 2013, quando i tre amici Tommaso Pozza, Federico Marisio e Marco de Crescenzio aprono la pagina Facebook su cui condividere contenuti per dar voce al pubblico. Il successo è tale che fondano un’agenzia creativa che opera nel mercato del content marketing proponendo anche linee di prodotti a marchio. «Quando siamo partiti non esisteva nulla a livello social e ci siamo evoluti con il panorama digitale. Siamo stati tra i primi content creator sui social media, inizialmente condividevamo immagini con scritte in bianco e nero, foto e i meme, poi abbiamo introdotto i nostri personaggi e le Interviste Imbruttite» racconta Tommaso. «Il nostro linguaggio è cambiato e continuerà a cambiare cercando di stare al passo con i tempi. Il nostro pubblico è mainstream, con la nostra comicità cerchiamo sempre di mantenere un linguaggio universale. Utilizziamo termini inglesi e stereotipi legati alla cultura meneghina e sui social media siamo seguiti in Italia e in tutto il mondo». L’obiettivo è allargare ulteriormente il loro pubblico traslocando su un format in larga scala. A dicembre esce “Mollo tutto e apro un chiringuito", il film coprodotto da QMI, Ramaya Productions e Medusa. «Abbiamo lavorato alla regia insieme a Il Terzo Segreto di Satira e avevamo 90 minuti a disposizione. La storia ruota attorno al personaggio di Germano Lanzoni, mentre lo stile ricorda molto quello dei cinepanettoni degli anni ‘90» spiega de Crescenzio. «Nel film si ritrova la nostra comicità, il nostro glossario, c’è tante volte la parola “figa”, non volevamo però utilizzare quello che già facevamo sul web, perciò abbiamo preso i nostri personaggi e costruito una trasposizione allungata e meno trash per il cinema» continua Marisio. 

Come è nata l’idea di fare un film?

Tommaso Pozza: È stato un naturale proseguimento del format video che abbiamo sempre affrontato. Il Terzo Segreto di Satira hanno diretto il film che ha come protagonista Germano Lanzoni. In tutti i nostri video c’è sempre stato un taglio cinematografico e durante gli anni ci sono state delle evoluzioni e introduzioni di personaggi ad esempio Giargiana, il Nano. Poi l’abbiamo presa come sfida, abbiamo scritto una bozza e QMI e Medusa hanno sposato la causa. Tutto è avvenuto in maniera fluida e veloce.

Marco de Crescenzio: Dal punto di vista estetico è impeccabile, avevamo 90 minuti a disposizione, non è come girare un video per il web e questa necessità tecnica è stata premiante rispetto al nostro format. Chiaramente lo stile ricorda molto quello dei cinepanettoni degli anni ‘90. Siamo stati fortunati perché abbiamo avuto carta bianca su tutto. Siamo sempre stati dietro le quinte e tutto doveva rispettare il dna del nostro marchio. Il film è stato girato al contrario, prima siamo stati a sud della Sardegna nel mese di giugno e poi ci siamo spostati nella nostra città, a Milano, per raccontare l’inizio del film. 

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Tommaso Pozza, Marco de Crescenzio e Federico Marisio fondatori de Il Milanese Imbruttito

Che cosa contraddistingue la vostra comicitá? 

Marco de Crescenzio: Sicuramente il nostro pubblico è mainstream, cerchiamo sempre di mantenere un linguaggio comprensibile per tutti, così come nei nostri video. Nella nostra comicità utilizziamo tantissimi termini inglesi e stereotipi legati alla cultura meneghina, del resto la città è sempre sotto ai riflettori. Sui social media siamo seguiti da tutta Italia e anche dall’estero e per il film abbiamo cercato di allontanarci dall’aspetto trash che tutti conoscono e si sarebbero aspettati. 

Federico Marisio: Per la recitazione nel film abbiamo un po’ tirato le redini per una questione stilistica e cinematografica.

La costruzione del film "Mollo tutto e apro un chiringuito" rispecchia la vostra realtà?

Tommaso Pozza: Quando è nato nel 2013 Il Milanese Imbruttito non sapevamo assolutamente che cosa sarebbe diventato. Spesso ci interrogavamo sulla possibilità di aprire un 'reggae bar', non proprio un chiringuito. 

Federico Marisio: “Mollo tutto e mi apro il chiringuito” penso che sia una frase che un po’ tutti hanno pronunciato, ma poi nessuno l’ha fatto veramente. Nelle nostre gag diverse volte Germano Lanzoni ha detto questa frase e noi abbiamo deciso di realizzarlo con il nostro primo film.

Avete cominciato con Facebook che rapporto avete oggi con i social media?

Marco de Crescenzio: A livello di numeri la nostra pagina di Facebook è ancora il nostro focus. Dopo l'apertura della pagina abbiamo introdotto il format delle Interviste Imbruttite approdando su YouTube e infine è arrivato il proficilo Instagram. Adesso siamo in un periodo in cui stiamo valutando di aprire un canale TikTok per poterci presentare al meglio, non vogliamo dar conto ai trend e vogliamo prima trovare il nostro modo di esprimerci per trattare i nostri contenuti.

Qual è il vostro target? 

Federico Marisio: Il nostro target è tra i 25 e 45 anni, trattavamo e tutt'ora trattiamo temi d’ufficio e in maniera più generale di lavoro. Però tutt’ora abbiamo una fanbase di ragazzini giovanissimi che continuano a seguirci attivamente.

Secondo voi la vostra irriverenza ha istigato anche il cyberbullismo?

Marco de Crescenzio: Abbiamo adottato fin dall’inizio la politica della non moderazione. Fin dagli inizi pubblicavamo e proponevamo un palinsesto di argomenti, i nostri lettori erano liberi di commentare e scatenarsi.

Federico Marisio: Il nostro approccio vuole dare un microfono per dare voce al pubblico.

Tommaso Pozza: La cosa più vicina al cyberbullismo potrebbero essere le Interviste Imbruttite, ma noi non abbiamo mai posto il nostro filtro di giudizio. 

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Tommaso Pozza, Marco de Crescenzio e Federico


Dopo le Interviste Imbruttite sono arrivate le linee di merchandising come sono state prese dal vostro pubblico?

Marco de Crescenzio: Sono nate spontaneamente, all’inizio volevamo produrre solo la nostra linea di t-shirt che riportavano le nostri frasi per un evento. Ricordo ancora che in una serata sono andate totalemente sold out e percependo che questo poteva essere uno dei nostri canali, nel corso degli anni ci siamo evoluti sia dal punto di vista grafico che progettuale. Oggi abbiamo una linea di prodotti a marchio. 

Tommaso Pozza: Il nostro prodotto è supportato da un brand forte che ironizza e sdrammatizza i prodotti stessi e diventano così oggetti di culto. Un’altra nostra chiave vincente è stata legare il pay off creativo con delle ricorrenze, ad esempio per le festività di Natale abbiamo creato il panettone targato Il Milanese Imbruttito.

Avete collaborato con Coca Cola, Amazon, Disney, Samsung per citarne alcuni. Com’è andata la collaborazione per il lancio del veicolo E-Ducato?

Federico Marisio: Con Fiat abbiamo lavorato diverse volte ci siamo trovati molto bene. È la nostra versione del veicolo elettrico, la prima volta abbiamo girato lo spot nelle Langhe mentre questa volta abbiamo scelto Milano. Con loro c’è una grande collaborazione e siamo stati fortunati perchè anche qui abbiamo avuto carta bianca.

Che cosa state pensando per il futuro? 

Federico Marisio: Noi abbiamo lavorato con tantissimi marchi ma non abbiamo mai avuto il piacere di collaborare con il fashion system perchè non hanno mai colto il nostro lato ironico. 

Tommaso Pozza: Potrei risponderti che a me personalmente piacerebbe portare avanti il personaggio di Christian Vogue che abbiamo presentato per la prima volta durante la Vogue Fashion Night Out. Con le Interviste Imbruttite volevamo far credere che questo personaggio immaginario di Christan Vogue esistesse veramente, e se veramente dovesse esistere? Che cosa scatenerebbe?

Marco de Crescenzio: Io ho sempre pensato anche al settore del turismo. Ogni volta che abbiamo accolto questo genere di progetti, c’è sempre stata una grande conversione. Del resto il milanese viaggia sempre tra vacanze e weekendini..

Qual è l’obiettivo del vostro film “Mollo tutto e apro un chiringuito"? 

Tommaso Pozza: Cambiare il format, testare il grande schermo, traslocare in larga scala sul territorio nazionale. È una sfida al di fuori della nostra comfort-zone.

Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?

Marco de Crescenzio: Ci sono tanti progetti e spin-off in cantiere per rinforzare il marchio. Per noi il tema della sperimentazione con nuove idee e nuovi linguaggi della comunicazione è centrale. 

Federico Marisio: E perchè no?! Magari aprire un reggae bar.

C’è qualcosa che vi piacerebbe comunicare?

Tommaso Pozza: Noi come fondatori, abbiamo sempre lavorato e vissuto dietro le quinte del progetto. Oggi noi siamo parte integrante di un motore che coinvolge decine e decine di persone e da sempre sosteniamo questa idea di collettivo. In tutti questi anni, non c’è mai stato un singolo ed è sempre stato un lavoro di squadra. E sicuramente per il nostro lavoro è premiante. Oggi l'egocentrismo non porta da nessuna parte.

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Mollo tutto e apro un chiringuito

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