Parigi gourmet: la Langosteria vola in Francia
Al settimo piano del Cheval Blanc, con vista sulla Ville Lumière, apre la prima location internazionale di Langosteria, il ristorante fondato da Enrico Buonocore.
Photography ALEXANDRE JONETTE
Tutto è iniziato a Milano, con un locale in via Tortona per nulla appariscente. È il 2007 quando Enrico Buonocore che non è chef apre Langosteria, grazie al suo fiuto d’imprenditore. Punta sul pesce e sui frutti di mare a due condizioni: che siano freschissimi e della qualità più alta. Ci aggiunge un ambiente stiloso il giusto, un servizio che riesce a essere accurato senza cadere nel formale e vini al top, et voilà il suo locale diventa the place to be in città. Seguono a ruota le aperture sempre a Milano del Bistrot, del Caffé, quello pied dans l’eau a Paraggi. E ora tocca a Parigi in partnership con Cheval Blanc Paris, la nuova maison del gruppo LVMH. Il locale si trova al settimo piano dell’Hotel Cheval Blanc, con uno spazio interno aperto su di una terrazza super scenografica. L’affaccio è sulla Senna, con vista a 360 gradi sui tetti della città, mentre gli interni sono stati curati da Peter Marino. Per seguire l’apertura, avvenuta ai primi di settembre, Buonocore si è trasferito nella Ville Lumière con il suo staff, Alessandro Zingarello che guida il progetto, Michele Biassoni, executive chef e Gianluca Penna, restaurant manager, affiancati dagli storici corporate executive chef Domenico Soranno e Denin Pedron.
L’OFFICIEL HOMMES ITALIA: Che cosa vi aspettate da questo opening parigino, il primo su scala internazionale?
ENRICO BUONOCORE: Grazie a questo progetto ci siamo resi conto di quanto Langosteria sia un marchio conosciuto nel mondo, molto più di quanto immaginavamo. La situazione attuale non consente ancora grandi afflussi di clienti internazionali, perciò ora stiamo lavorando per conquistare la clientela locale, che ha una gran voglia di novità. Non abbiamo fatto un’inagurazione ufficiale, com’è tipico nostro, però i primi feedback sono pazzeschi. Giorno dopo giorno il locale diventa sempre più Langosteria. Al momento il ristorante lavora solo di sera da mercoledì a domenica, in un secondo momento arriveranno anche i pranzi.
LOHI: E qual è l’essenza del vostro brand?
EB: Siamo ossessionati dai dettagli. Qui in hotel, all’inizio penso ci abbiano preso per matti, poi però cominci con le serate e tutti si rendono conto che certe nostre rigidità diventano una qualità enorme.
LOHI: Mi fai un esempio di vostre fissazioni vincenti?
EB: Innanzitutto la luce. Poter comandare l’intensità di ogni singolo faretto, o spegnere quello di cui non hai bisogno. Mi piace che i tavoli siano illuminati, ma non i corridoi. Poi c’è la disposizione dei tavoli, per rendere veloce il servizio e caldo l’ambiente. E anche le divise. Spesso nei ristoranti le vedo sgualcite, mal stirate o mal progettate. Le nostre chiariscono subito i ruoli, mentre le scarpe sono uguali per tutti. Infine, le vignette con la mongolfiera, i piccoli giochi sui tavoli, sono elementi che suscitano empatia.
LOHI: Modificherete qualcosa della vostra cucina per avvicinare meglio i francesi?
EB: Langosteria non cambierà pelle e sarò ancora irremovibile sui tempi di cottura della pasta, i clienti se ne innamoreranno. E contiuneremo a non far pagare la location, sebbene la vista qui sia davvero emozionante, con un colpo d’occhio abbracci il Louvre, la Torre Eiffel, il Sacro Cuore.
LOHI: Dopo Parigi state pensando a nuovi opening?
EB: Pre-covid ci eravamo prefissati degli obiettivi, l’emergenza ci ha però costretti a pensare in primo luogo a proteggere il nostro personale. È stato doloroso salutare quelli che hanno deciso di tornare nella propria città, ma durante l’estate abbiamo ricominciato ad assumere, anche grazie ai risultati strepitosi di Paraggi. In tanti, al nostro posto, avrebbero puntato su Londra, una scelta più semplice. Parigi, invece, è una città tutta da conquistare e con il nostro gruppo io mi sento un po’ ambasciatore dell’Italia. Vorrei dimostrare non solo le nostre capacità gastronomiche, ma anche quelle organizzative.
LOHI: Ma tu quando esci a cena in un altro locale, te la godi?
EB: Quando indosso il cappello di Langosteria sono molto esigente, se esco a cena, sono un osservatore.