Fashion Week

In scena i 12 ambienti sperimentali di Moncler

Da JW Anderson a Richard Quinn fino ad arrivare a Moncler Poldo Dog Couture. Moncler Genius si ripresenta alla Milano Fashion Week con un progetto che va oltre alle aspettative di tutti

 Moncler Genius milano fashion week collezione
Moncler Genius milano fashion week collezione

Dopo la co-lab per il bus customizzato da Rick Owens e Michelle Lamy, Moncler Genius approda alla Milano Fashion Week con un progetto dinamico e sperimentale. Una hub creativa in cui le collezioni dei designer sono state esposte in 12 environments installati ad hoc. Dopo l'unione di JW Anderson al team di Genius vengono esposte le collezioni di Sergio Zambon e Veronica Leoni per 1952, Sandro Mandrino per Moncler Grenoble, Simone Rocha, Craig Green, Matthew Williams di 1017 ALYX 9SM, Fragment Hiroshi Fujiwara, Richard Quinn e la collezione Poldo Dog Couture dedicata ai cani. JW Anderson debutta con una collezione che rivisita i suoi capi iconici e gli elimenti stilistici che miscelano l'abbigliamento maschile e femminile con un taglio interpretativo unico e modermo. “Sono affascinato dalla tecnicità e dall’essenzialità dei capi Moncler." Ha affermato lo stilista britannico: "Un piumino deve assolvere una funzione ben precisa ed è un aspetto che ho sempre tenuto a mente disegnando questa collezione, reinterpretandolo attraverso il mio gusto per l’astrazione pura”. 
Sandro Mandarino riflette sulla praticità dei piumini per la linea Grenoble organizzando una vera e propria performance che reinterpreta "Walking on a Wall" di Trisha Brown del 1971. Overall, piumini e bomber bianchi che celebrano le radici del brand francese con un look stratificato e funzionale. Simone Rocha è sicuramente il più romantico. Una sala cinematografica con una proiezione drammatica che contestualizza la sua collezione ricca di ricami, applicazioni e tulle: “La collezione si ispira a Fellini, alla danza e alla fantasia degli abiti". Craig Green rinnova la sua ricerca sul concetto di trasparenza e protezione evolvendo i suoi studi con il rip-stop unicamente in nylon. “C’è un lato scientifico di Moncler che trovo molto stimolante. Ho voluto spingere la semplicità fino all’estremo, usando il processo di imbottitura quasi come fosse una stampa. I volumi vengono costruiti attorno al corpo a partire da un elemento piatto, passando quindi dal 2D al 3D." Craig Green. Una visione estremamente esuberante quella di Richard Quinn che strizza l'occhio all'estetica space age degli anni '60. Un catwalk ripetitivo con una versione haute couture di Moncler ricca di ricami e dettagli gioiello e le contemporanee ball bag. Anche questa volta l'identità di Moncler Genius è diventata un'esperieza unica ed irripetibile all'insegna del hic et nunc (qui ed ora) celebrando al meglio l'iconico pay-off: “Moncler. One house, different voices”.

1 / 39

Il video

 

Tags

Articoli consigliati