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Capitalism is over @MDW

Le antiche stanze di Cascina Cuccagna hanno ospitato Capitalism is over, il progetto curato da Raumplan e ACCC – Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna per il Fuorisalone 2017.

Gli oltre 4000 mq dell’antica corte agricola, situata a pochi passi da Porta Romana, diventano teatro di un’immaginaria festa di addio al capitalismo: gli ospiti speciali sono una platea di prodotti iconici dell’età dell’oro del capitalismo novecentesco, a cui si uniscono i loro successori contemporanei, gli anni della crisi e i nuovi modelli di business. Uno scenario fittizio, all’interno del quale sono state sollevate alcune domande sul mondo della merce e sul ruolo del designer nella filiera produttiva.

«Immaginate di osservare il capitalismo un momento prima della sua catastrofe»

Il percorso espositivo indaga le contraddizioni, le criticità e le opportunità aperte da alcuni epocali mutamenti sociali ed economici. In un momento storico in cui l’economia capitalista è in realtà ben lontana dal cedere il passo, il fantasma del crollo di questo modello economico e culturale, almeno per come lo abbiamo conosciuto finora, viene oggi evocato in molti ambiti. Non ultimo quello del design. Perifrasi amichevoli come "collaborative consumption" o "sharing economy" suggeriscono scenari “postcapitalistici”; allo stesso tempo però la finanziarizzazione e le tendenze monopolistiche dei giganti del mercato alimentano forti e crescenti disuguaglianze. 

Capitalism is over è al contempo una parodia, una riflessione storica e un palinsesto paradossale in cui porre l’attenzione sulle potenzialità e sulle debolezze della progettazione, in un periodo di incertezza, di precarietà e di crisi. Attraverso un dialogo con il passato recente e con le esperienze degli espositori, la mostra curata da Raumplan ha voluto introdurre i visitatori in una prospettiva storica che possa dare un nuovo linguaggio per interpretare il contesto contemporaneo.

New Times New Rules 

Mentre il mercato del design è sempre più saturato dalle grandi multinazionali, la possibilità di autoprodurre e di distribuire autonomamente i propri prodotti apre nuovi orizzonti a designer e piccoli imprenditori. Attraverso le esperienze degli espositori, la sezione New Times New Rules racconta l’universo eterogeneo dei nuovi modelli di business che tentano di rispondere alla crisi della committenza classica e dei tradizionali paradigmi della produzione.

 

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But it used to be so cool

La retrospettiva intitolata But it used to be so cool è dedicata ai Trente Glorieuses (1945-1975), vera età dell’oro del capitalismo industriale novecentesco. Il lavoro fotogratico di Louis De Belle, realizzato a Ivrea presso il polo produttivo e l’Archivio di Olivetti, ripercorre alcune vicende di una delle aziende simbolo del boom economico: fotogra e (o) fantasmi di oggetti e architetture della migliore espressione di quel singolare periodo storico.

Photo: Louis De Belle

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Manifesto del Movimento di Comunità per le elezioni politiche del 1958. Collage di Giovanni Pintori, anno 1963. Giorgio Soavi, Posacenere blu e nero,1965. Fotografia scattata all’interno di una delle sale conferenza dell’Archivio Storico Olivetti a Ivrea.
Foglio catalogo della ET101 disegnata da Mario Bellini nel 1978 fotografata nella sezione schede catalogo della biblioteca dell’archivio.
Control room del Palazzo per Uffici disegnato da Gian Antonio Bernasconi, Annibale Fiocchi e Marcello Nizzoli, nel 1960 a fronte della necessità della società Olivetti di avere una sede sociale e di rappresentanza per la presidenza e dirigenza. Sulla parete di fondo si vedono i ritratti del fondatore Camillo Olivetti (a sx) e del figlio Adriano Olivetti (a dx). Sul tavolo sottostante si intravede un porta documenti della serie Synthesis “Sistema 45” disegnata da Sottsass nel 1973.
Reception di ingresso sotto lo scalone monumentale del Palazzo per Uffici Olivetti, dove ancora oggi la società ha sede; la società è oggi posseduta interamente da Tim,. Nel palazzo sono oggi presenti anche alcuni uffici di Equitalia e una serie di call center di varie aziende tra cui Wind e Comdata. Il parco di quasi 80.000 mq attorno al palazzo è stato disegnato da Piero Porcinai.

Bigger Faster Cheaper

Delfino Sisto Legnani dedica la sua esposizione alla situazione odierna e alle conseguenze di un mercato in cui i giganti della produzione/distribuzione monopolizzano le vendite, grazie a prezzi sempre più bassi. Per questi colossi, la logistica, le reti di informazione e i sistemi di distribuzione sono la vera chiave. Non conta chi o cosa, ma quanto velocemente e su quale scala. Le fotografie degli stabilimenti logistici di Amazon e Ikea di Piacenza, rappresentano una realtà in constante crescita che sta modificando radicalmente il mondo della distribuzione e del commercio nel design, imponendo nuove regole e nuove velocità a cui adattarsi o con cui andare in contrasto.

Photo: Delfino Sisto Legnani 

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Hub Logostico Amazon, Piacenza, Area di Inbound, stazioni di receive (è la zona destinata alla ricezione della merce che poi viene stoccata all’interno delle pick tower). I contenitori gialli (tote) sono quelli che contengono la merce che verrà stoccata all’interno di MXP5, mentre nei contenitori neri (tote) finiscono i prodotti che vengono spediti agli altri magazzini Amazon che abbiamo in tutto il territorio europeo (31 in tutto)
Hub Logostico Amazon, Piacenza, Ingresso Area di Outbound, dove le spedizioni vengono lavorate ed evase.
Hub Logostico Amazon, Piacenza, vista del Sorter, un nastro trasportatore che serve per dividere gli ordini in base alla destinazione geografica e ai corrieri utilizzati per la spedizione
Hub Logostico Amazon, Piacenza, tornelli di ingresso

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