Capitalism is over @MDW
Gli oltre 4000 mq dell’antica corte agricola, situata a pochi passi da Porta Romana, diventano teatro di un’immaginaria festa di addio al capitalismo: gli ospiti speciali sono una platea di prodotti iconici dell’età dell’oro del capitalismo novecentesco, a cui si uniscono i loro successori contemporanei, gli anni della crisi e i nuovi modelli di business. Uno scenario fittizio, all’interno del quale sono state sollevate alcune domande sul mondo della merce e sul ruolo del designer nella filiera produttiva.
«Immaginate di osservare il capitalismo un momento prima della sua catastrofe»
Il percorso espositivo indaga le contraddizioni, le criticità e le opportunità aperte da alcuni epocali mutamenti sociali ed economici. In un momento storico in cui l’economia capitalista è in realtà ben lontana dal cedere il passo, il fantasma del crollo di questo modello economico e culturale, almeno per come lo abbiamo conosciuto finora, viene oggi evocato in molti ambiti. Non ultimo quello del design. Perifrasi amichevoli come "collaborative consumption" o "sharing economy" suggeriscono scenari “postcapitalistici”; allo stesso tempo però la finanziarizzazione e le tendenze monopolistiche dei giganti del mercato alimentano forti e crescenti disuguaglianze.
Capitalism is over è al contempo una parodia, una riflessione storica e un palinsesto paradossale in cui porre l’attenzione sulle potenzialità e sulle debolezze della progettazione, in un periodo di incertezza, di precarietà e di crisi. Attraverso un dialogo con il passato recente e con le esperienze degli espositori, la mostra curata da Raumplan ha voluto introdurre i visitatori in una prospettiva storica che possa dare un nuovo linguaggio per interpretare il contesto contemporaneo.
New Times New Rules
Mentre il mercato del design è sempre più saturato dalle grandi multinazionali, la possibilità di autoprodurre e di distribuire autonomamente i propri prodotti apre nuovi orizzonti a designer e piccoli imprenditori. Attraverso le esperienze degli espositori, la sezione New Times New Rules racconta l’universo eterogeneo dei nuovi modelli di business che tentano di rispondere alla crisi della committenza classica e dei tradizionali paradigmi della produzione.
But it used to be so cool
La retrospettiva intitolata But it used to be so cool è dedicata ai Trente Glorieuses (1945-1975), vera età dell’oro del capitalismo industriale novecentesco. Il lavoro fotogratico di Louis De Belle, realizzato a Ivrea presso il polo produttivo e l’Archivio di Olivetti, ripercorre alcune vicende di una delle aziende simbolo del boom economico: fotogra e (o) fantasmi di oggetti e architetture della migliore espressione di quel singolare periodo storico.
Photo: Louis De Belle
Bigger Faster Cheaper
Delfino Sisto Legnani dedica la sua esposizione alla situazione odierna e alle conseguenze di un mercato in cui i giganti della produzione/distribuzione monopolizzano le vendite, grazie a prezzi sempre più bassi. Per questi colossi, la logistica, le reti di informazione e i sistemi di distribuzione sono la vera chiave. Non conta chi o cosa, ma quanto velocemente e su quale scala. Le fotografie degli stabilimenti logistici di Amazon e Ikea di Piacenza, rappresentano una realtà in constante crescita che sta modificando radicalmente il mondo della distribuzione e del commercio nel design, imponendo nuove regole e nuove velocità a cui adattarsi o con cui andare in contrasto.
Photo: Delfino Sisto Legnani