"Nouveau Cadre" l'intervista a David Giroire e Jérôme Bazzocchi
Lanciata da David Giroire e Jérôme Bazzocchi, Theoreme Editions ha appena aperto la sua prima galleria al Palais-Royal.
L'OFFICIEL ITALIA: Puoi parlarci del tuo background?
David Giroire: Ho lavorato da Dior, dove ho conosciuto Jérôme diciotto anni fa, quando faceva il tirocinio. Ho proseguito la mia carriera presso Hermès e Repossi, per poi fondare la mia agenzia di comunicazione dodici anni fa.
Jérôme Bazzocchi : Ci siamo conosciuti nel 2005. Frequentavo la scuola di economia. Dopo la laurea, ho lavorato per Dior e come direttore del reparto calzature di Selfridges a Londra e New York. Poi da Shiseido a Dubai nella vendita al dettaglio e sono stato responsabile dello sviluppo del brand di bellezza di Tom Ford per il gruppo Estée Lauder. Con David abbiamo iniziato a parlare di Theoreme Editions nel 2018 e lo abbiamo lanciato al salone del mobile di Milano un anno dopo.
DG: Con la mia agenzia di comunicazione mi ero già concentrato su architettura, design e art de vivre, collaborando con una generazione di giovani a come Emmanuelle Simon, Francesco Balzano e Services Généraux, solo per citarne alcuni. Mi sono detto: perché non spingere l’esperimento più in là, pubblicando dei pezzi… Io e Jérôme collezionavamo già, ed è per questo che Theoreme Editions è diventata una scelta ovvia.
LOI: Qual è la tua madeleine di Proust nel settore?
JB: A 12 anni volevo fare il banditore d’asta. Passavo molto tempo nelle sale di Drouot e aspettavo con impazienza l’arrivo della Gazette a casa. Non ho una formazione accademica, ho occhio.
DG: Ho conosciuto molte persone grazie alla moda. Il mio primo cliente, quando ho fondato l’agenzia, è stato Studio KO. Grazie a loro ho conosciuto Garnier & Linker, e non ho più smesso.
LOI: Come hai fondato Theoreme Editions?
DG: Siamo partiti dalla constatazione che, quando si tratta di mobili per architetti e designer, in Francia abbiamo la fortuna di lavorare con artigiani eccezionali. Sono impeccabili, preziosi e costosi. E, per giustificare il prezzo, c’è sempre un lato molto lucido o eccessivamente perfetto, un lato borghese, direi, che si trova ovunque qui. In altri Paesi, come la Germania, gli oggetti hanno un carattere meno brillante. Siamo rimasti sorpresi di non trovarlo in Francia. Questa l’idea: produrre oggetti di qualità, ma con un’estetica più fresca. Ci piace giocare con i colori e i materiali, come nel caso di queste lampade in gesso. Abbiamo lavorato con resina, cristallo, pietra…
LOI: Quindi avete selezionato una serie di designer e poi avete lavorato fianco a fianco per produrre le lampade...
JB: I primi sei designer con cui abbiamo iniziato a lavorare erano designer che David conosceva, quindi avevamo già un’idea della loro estetica. Abbiamo dato loro un brief: “monolitico, scultoreo e minimale”. Potevano scegliere il tipo di oggetto e i materiali.Hanno proposto diverse idee e noi abbiamo curato il tutto. Non abbiamo toccato il design, non avevamo né le competenze tecniche né le conoscenze. Ma abbiamo un’idea di ciò che vogliamo. Quindi è nata una conversazione con i designer.
"Diamo carta bianca. Non fissiamo un prezzo o un progetto. Diamo un brief, poi scegliamo un pezzo per ogni designer, tenendo conto del tipo di oggetto, del colore e del volume, in modo che la collezione sia coerente" David Giroire
LOI: I designer sono tutti francesi...
DG: Per il momento. Inoltre, c’era il Covid, il che ha reso tutto complicato. Siamo riusciti a far produrre pezzi in Europa, è stata una bella sfida. Per la terza edizione avremo designer europei.
LOI: Hai viaggiato in Europa per incontrare i migliori artigiani.Si dice che siano sempre più rari ed è complicato lavorare con loro...
DG: Non è stato complicato, siamo arrivati con un progetto nuovo e una selezione di oggetti originali. Gli artigiani sono spesso abituati a replicare lo stesso gesto. Per questo hanno trovato interessante lavorare con noi. Erano abituati a fare divani a banana o a fagiolo, perché è la tendenza. Quando abbiamo proposto la poltrona ergonomica 3D, hanno dovuto lavorare a lungo e duramente per trovare la forma giusta.
LOI: Come lavorano oggi i giovani designer?
DG: Molti in 3D. Creare un pezzo utilizzando immagini generate al computer è una storia diversa. È qui che entriamo in gioco noi.
JB: L’idea alla base di Theoreme Editions è anche quella di sfidare gli artigiani, spingendoli oltre i loro limiti.
LOI: Erano già stati pubblicati?
DG: Sì, noi però diamo carta bianca. Non fissiamo un prezzo o un progetto. Diamo un brief, poi scegliamo un pezzo per ogni designer, tenendo conto del tipo di oggetto, del colore e del volume, in modo che la collezione sia coerente.
LOI: Si tratta di edizioni limitate?
JB: Alcune sono limitate a otto pezzi, altre no.
LOI: Chi sono i vostri clienti?
JB: Principalmente stranieri: americani, libanesi e asiatici. Abbiamo alcuni pezzi in boutique di lusso in Asia appartenenti al gruppo LVMH. E l’apertura della galleria al Palais-Royal ci porterà una clientela ancora diversa.
LOI: Qual è la sua idea di bellezza?
DG: Secondo me, tutti gli oggetti esistono già. La sfida è creare qualcosa che susciti emozioni, a cui ci si possa affezionare e di cui si possa avere una percezione diversa ogni volta.
LOI: L’offerta di Theoreme Edition è eclettica...
DG: Abbiamo cercato di trovare un mix tra i vari pezzi, da un oggetto in cristallo molto classico a una panca in resina più originale, in modo da rivolgerci a pubblici diversi. Ci piacerebbe proporre oggetti inaspettati.
LOI: La scenografia dei pezzi è importante quasi quanto questi ultimi...
JB: È uno dei talenti di David.
DG: Avendo lavorato nella comunicazione e sapendo che una delle chiavi è l’immagine, vi prestiamo attenzione. L’impatto visivo è importante.
LOI: E quali sono gli altri valori aggiunti?
JB: Abbiamo linee forti ma discrete, puntiamo sull’atemporalità.
LOI: Quali sono i progetti per il prossimo Salone del Mobile?
DG: Abbiamo presentato la prima collezione a Milano, ed è stato bello, ma ora credo che fiere come Collectible Design a Bruxelles o Design Miami potrebbero essere interessanti per noi.