House of Red: Pierpaolo Piccioli racconta il Rosso Valentino
Valentino apre i suoi archivi romani per mostrare gli abiti che hanno ispirato cinque rossetti di culto creati da Raoul Alejandre, global pro artist di Valentino Beauty.
Storica sede dell’atelier di Valentino dall’88, Palazzo Mignanelli, nel cuore di Roma, conserva solo una piccolissima parte dell’importante archivio del brand, forte di oltre 7000 outfit. È qui che viene Pierpaolo Piccioli a studiare la costruzione sartoriale del suo predecessore, è qui che è venuto Raoul Alejandre, global pro artist di Valentino Beauty, a impregnarsi delle mille sfumature del colore che identifica il brand nell’immaginario collettivo, e da cui è scaturita l’intera concezione della linea cosmetica. Come sintetizza il claim “Born in rosso”, titolo dell’ultima compagna incentrata sui rossetti realizzata da Masato Riesser e starring (tra le altre) Mariacarla Boscono e Malika Louback. Sono oltre 1.130 gli abiti rossi conservati in archivio, a partire dall’iconico cocktail dress di tulle drappeggiato a rose della prima collezione di Valentino Garavani, Fiesta del ’59, e 550 i campioni di rosso dei tessuti, ma solo cinque i capi selezionati dal direttore creativo Pierpaolo Piccioli cui ha fatto riferimento Raoul per immaginare le tonalità, i finish, le textures sontuose dei rossetti.
Classico e daring, punk e bon ton, elegante e assertivo, comunque empowering, il rosso è un colore a forte valenza simbolica, in Messico (patria del makeup artist) come in Italia. Composto di pigmenti magenta, gialli e neri, il rosso di Valentino deve secondo Alejandre la sua riconoscibilità proprio alla concentrazione di giallo in esso contenuto. È l’abito di paillettes presentato a Shangai col suo rosso virato sul rosa ad aver ispirato il colore del packaging della linea, oltre che il rossetto bestseller 22R, dove 22 fa riferimento al civico dell’atelier. È un abito bianco e rosso sempre presentato a Shangai l’origine di 219A Star Studded, “perché la profondità del rosso è esaltata al massimo dal bianco, che magnifica la riflessione della luce”. Ed è l’abito da ballo in tre toni di rosso indossato da Mariacarla ad avere ispirato 111 Undressed Velvet, mat alla prima applicazione ma pronto, se riapplicato più volte sulle labbra, a lasciar scaturire una moltitudine cangiante di rossi.
Parliamo del rosso trademark Valentino con Pierpaolo Piccioli.
L’Officiel Italia: Cosa diceva Valentino a proposito della sua passione per il rosso?
Pierpaolo Piccioli: Il signor Valentino era solito dire: “Il rosso è un colore affascinante: è vita, il sangue della morte, passione, amore, il rimedio assoluto contro la tristezza e la cupezza. Penso che una donna vestita di rosso sia sempre meravigliosa. È, tra la folla, la perfetta immagine dell’eroina”. E ricordava la sua esperienza a una serata all’Opera di Barcellona negli anni Cinquanta dicendo: “C’erano solo costumi rossi in scena, le donne nei palchi avevano per lo più abiti rossi e si sporgevano come gerani alle balconate, e le poltrone e i tendaggi erano rossi… Capii che non c’era colore più bello dopo il nero e dopo il bianco”.
LOI: Spiegava in qualche modo la scelta di quella precisa tonalità che ha preso il suo nome?
PP: In realtà la composizione del rosso Valentino non è mai stata brevettata ed è proprio a tale flessibilità che si devono la sua longevità e il suo eclettismo. A renderlo unico è la punta di giallo, che ne scalda il tono.
LOI: Come sono stati selezionati gli abiti ripresi nella campagna Born in Rosso?
PP: Tutte le mie collezioni contengono tonalità di rosso e di rosa, sin dal mio esordio come unico direttore creativo (dopo la co-direzione con Maria Grazia Chiuri, nda) con la reinterpretazione del “Giardino delle delizie” di Bosch ad opera di Zandra Rhodes e con i capi Alta Moda ispirati a Zurbarán. Tra gli esperimenti più recenti fortemente legati al rosso e al rosa mi fa piacere ricordare la Pre-collezione che ha sfilato a Tokyo qualche anno fa al termine della quale siamo stati sommersi da petali di rose rosse e la mia ultima sfilata prêt-à-porter Pink PP. Tornando alla selezione per Born in Rosso: ho semplicemente scelto abiti che amo e che rappresentano bene la diversità di variazioni sullo stesso tema. Ho iniziato con un abito chiffon dalla collezione Alta Moda S/S 2017. È leggero, poetico, etereo, ma le sarte che hanno lavorato alla sua realizzazione sanno che ha richiesto 46 metri di tessuto e 370 ore di lavoro in atelier. Ho poi incluso tre pezzi speciali dallo show Alta Moda di Pechino del 2019: un abito glitter, una cappa onirica e un vestito emozionante.
LOI: La materia influisce ovviamente sul colore. Quali sono i tessuti che esaltano al meglio le possibilità del rosso?
PP: Ogni tessuto coltiva la sua relazione col colore. Mi piace la combinazione di più tessuti in un monocromo, le diverse tonalità costruiscono un risultato complesso e realista, molto contemporaneo.