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Instant Classic: l'intervista a Frédéric Malle

Frédéric Malle, il fondatore del brand che vent'anni fa ha cambiato la scena della profumeria racconta la nuova fragranza immaginata con Anne Flipo

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L’OFFICIEL ITALIA: Quando venti anni fa hai lanciato Les Editions de Parfums Frédéric Malle...
FRÉDÉRIC MALLE: Volevo dimostrare come la profumeria non fosse completamente morta a causa del suo conformarsi alle regole della distribuzione di massa. Avevo dei punti fermi nella profumeria del passato, dalle prime fragranze Guerlain all’eleganza dei flaconi del 1910. Non capivo perché si tenessero nascosti gli autori delle fragranze, cui volevo dare un ruolo di primo piano ed ero certo che anche se tanti seguivano le regole del mass market ci sarebbe sempre stato chi avrebbe preteso la qualità. Ero così ingenuo da pensare che la gente avrebbe naturalmente riconosciuto la qualità. E puntavo sul fatto che Barney’s a New York sarebbe impazzito per il mio sofisticato background parigino e che quello dei department stores di lusso fosse il tipo di servizio necessario a raccontare i miei profumi. Il mio business plan era tutto lì. A darmi coraggio c’era l’esempio del mio amico Christian Louboutin, che lavorando con convinzione e pochissimo budget aveva saputo imporre la sua visione. Ho raccontato il mio progetto one to one a tutta la stampa che contava, in due settimane ho chiuso i contratti con i più importanti department stores e a settembre ero su tutti i magazine: dalla vendita di due flaconi al giorno siamo passati alla fila d’attesa davanti ai nostri counter.

LOI: E poi i grandi brand hanno creato le loro collezioni esclusive e sono nati nuovi marchi che si sono largamente ispirati al tuo modello.
FM: I grandi marchi hanno capito che dovevano difendere il loro territorio, che non potevano lasciare ad altri l’esclusività dell’alta profumeria. E brands come Tom Ford e Le Labo hanno modellato le loro collezioni sulla mia. Tra il 2008 e il 2010 si è scatenata una specie di corsa all’oro, con la nascita di tantissimi marchi autodefinitisi “di nicchia” che in molti casi hanno avuto vita breve. Personalmente non ho mai aspirato a fondare un marchio di nicchia: l’idea era di creare un marchio di lusso alla stregua di Chanel e Dior. È l’obiettivo per cui ho venduto a Lauder.

LOI: Come scegli i nasi con cui collabori?
FM: All’inizio ho chiamato le star. Parlavo con Dominique Ropion o con Maurice Roucel, e tutti e tre pensavamo agli stessi creatori. Poi ho saltato una generazione: certe grandi case alla trecentesima versione di un profumo chiamano nasi giovani, danno loro la formula originaria e li invitano a darle un twist. A me interessano i perfumers, non i twisters. Trovo più interessante la nuovissima generazione, che ha grande competenza tecnica.

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LOI: Quali altri creatori/marchi di profumi ti piacciono?
FM: Ammiro Serge Lutens: mia madre lavorava con lui da Dior e quindi lo conosco da quando avevo 11 anni. Adoro la sua estrema modernità portata avanti in un modo tutto suo. E poi mi è piaciuto il lavoro di Jean Claude Ellena da Hermès, la collezione esclusiva di Chanel, ovviamente Guerlain.

LOI: Per il nuovo profumo, Synthetic Jungle, citi come fonte di ispirazione Private Collection, il profumo verde di Estée Lauder.
FM: Penso che Private Collection sia il più audace e immaginifico tra i profumi verdi. Più intrigante delle altre due referenze fondamentali, Vent Vert di Balmain e Chanel N°19. Tra le ragioni della mia partnership con Lauder c’è anche il fatto che la fondatrice sia stata l’inventrice della profumeria americana.

LOI: Perché hai scelto di lavorare con Anne Flipo? E qual è il profumo che ami di più tra le sue creazioni precedenti?
FM: Probabilmente La chasse aux papillons (de L’Artisan Parfumeur). L’ho scelta perché so quanto Anne sia tecnicamente eccezionale, e credo che la competenza tecnica sia “la” chiave per riuscire a inventare qualcosa di nuovo. E sapevo quanto fosse desiderosa di lavorare su un profumo che volevo vegetale, quasi una trasposizione olfattiva dei quadri di Henri Rousseau il Doganiere o di “Avatar” di James Cameron.

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