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La pubblicità della forma. La mostra di Andy Warhol alla Fabbrica del Vapore

Non solo Marilyn e il barattolo della Campbell. Dal 22/10 al 26/3/23 la Fabbrica del Vapore di Milano mette in scena il maestro della Pop Art proponendo un mix di opere conosciute e no. 

Shoes, 1980, Giorgio Armani, 1981, Valentino Garavani, 1974-1978
Shoes, 1980, Giorgio Armani, 1981, Valentino Garavani, 1974-1978
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Marilyn, 1967
Mao
Campbell Soup, 1968. Christopher Makos, Altered Image: Five Photographs of Andy Warhol, 1982
Untitled, Flowers. SouperDress, 1963
Rats and star, 19893. The Rolling Stones Sticky Fingers 1971

Ora che i 15 minuti di celebrità sono diventati un luogo comune, che la trasgressione della Factory e dello Studio 54 sono il riferimento scontato di decine di collezioni di moda, che il connubio tra brand e arte è una strategia di marketing diffusa  è ancora rilevante Andy Warhol? Se ne riesce a cogliere ancora quella che fu la sua carica disruptive? La mostra a cura di Achille Bonito Oliva alla Fabbrica del Vapore ci restituisce Warhol calato nel suo tempo, accostando ai suoi lavori più celebri, le serigrafie di Marilyn Monroe del ’67 o della Campbell’s Soup del ’68, volti, polaroid, LP, immagini pubblicitarie che costituiscono uno spaccato degli anni 60-80.   Ci sono le squisite illustrazioni commerciali ad inchiostro e acquarello degli anni 50, le delicate litografie del Gold Book, le immancabili (ma sempre impattanti) Marilyn, Liz e Jackie, i suoi Flowers, Mao,  Man Ray e Beuys, una splendida Caroline di Monaco, una serie su Mick Jagger oltre agli LP autografati di Sticky Fingers e Love you Live per cui i Rolling Stones chiesero la sua collaborazione, ci sono gli stilisti, da Giorgio Armani a Valentino, le Shoes e le pubblicità per Halston.. E poi le Polaroid: i trans della serie Ladies and Gentlemen, Marta Graham, i Clemente e Grace Jones, o ancora Boy George, Sting e John Travolta… 

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