Vienna, vacanza slow
L’anima più vera e intima di Vienna la si scopre nei “grätzel”, i quartieri dove ci si trova per un caffè, per rovistare tra i negozi vintage (come quello amato da Lagerfeld), fare uno spuntino.
La parola magica, per una visita a Vienna è “grätzel”. Sono i quartieri, piccole aree pulsanti di vita che danno il ritmo alle giornate della capitale dell'Austria, tra caffè, angoli di verde, passaggi segreti e negozietti tutti da scoprire.
Si raggiungono con una breve passeggiata alle spalle del Gilbert Hotel, protetto da una parete vegetale che lo mantiene fresco e silenzioso, mentre si fa colazione sotto la luminosa veranda che lascia penetrare i raggi del sole, con specialità della chef di origine iraniana Parvin Razavi.
Da qui ci si dirige quindi verso Spittelberg, nel distretto n.7 (i numeri sono segnalati prima del nome della via), e in pochi passi ci si trova in quella che un tempo era una zona malfamata ed ora ... una delle più pittoresche della città. Si dice che da una di queste case (quella contrassegnata con la testa di un leone), l’Imperatore Joseph II, venuto a cercar compagnia, uscì “volando”, perché non aveva portato con sé i soldi per pagare i servigi di una cortigiana.
Oggi tra case in stile Biedermeier, vi sono piccoli giardini fioriti, alcuni passaggi verdi e ristorantini, come il vegetariano Tian Bistro, con i tavolini nel fresco patio e tanti piatti da condividere tra i commensali. Per un po' di shopping alernativo si percorre la Neubaugasse con sosta da Calienna negozio di fiori con bookshop e caffè e una tappa (quasi obbligata) davanti alle vetrine del Burggasse24 negozio vintage con bar e terrazza esterna non lontano dal piccolo Botik54, sempre per capi d'antan.
Per arrivare al negozio vintage più blasonato di Vienna ci si sposta nel distretto n.4, attorno a Margarete Stesse, con FLO VIntage. Aperto nel 1968 è stato loro cliente Karl Lagerfeld, ma sono passate di qua anche Stella McCartney, Scarlett Johansson e Kate Moss... Preserva capi di grande pregio, ma anche una collezione di scarpe e cappelli di valore.
Per fare una pausa con un caffè e una fetta di torta (fatta in casa) c'è Vollpension, che è nato da un progetto di studenti universitari e i loro nonni, gli uni stanno dietro al bancone, gli altri tavoli. Per un pranzo con prodotti naturali, in arrivo da un azienda nelle vicine campagne, c'è Meinklang Hofladen, quasi non serve l'indirizzo, perché dalla strada si sente il profumo del pane appena sfornato. Per cena invece un luogo del cuore, Zur Herknerin, piatti della tradizione austriaca, come quelli di casa (ma fatti alla perfezione), che sono opera della simpaticissima chef (autrice di tanti libri) i cui gnocchi di frutta sono spaziali.
Si torna felici e sazi verso l'hotel, alle spalle del distretto museale, stretto tra il cubo scuro del Mumok, Museum of Modern Art Ludwig Foundation, appena riaperto (e con una delle più interessanti collezioni di arte moderna e contemporanea in Europa), e quello bianco del Leopold Museum, la cui collezione di arte viennese del ‘900, con opere di Egon Schiele e Gustav Klimt non ha bisogno di presentazioni.
Bellissima, la sera, la terrazza Libellula (vi si accede dall’ascensore trasparente sul retro), da dove si dominano i tetti di Vienna, il sito della cavallerizza imperiale di inizio ‘700 che ospita il distretto museale con il suo grande cortile interno, dove la gente è sdraiata su chaise longue doppie in plastica riciclata (che a fine stagione vengono vendute all’asta), seduta ai tavolini dei bar o in coda ai food truck per una bibita o uno snack.
L’indomani si può salire sulla terrazza del Wien Museum, riaperto da pochi mesi seguendo ferrei criteri si sostenibilità, con un rinnovato percorso espositivo che ripercorre tutta la storia della città e dove si possono ammirare anche costumi d’epoca, corpetti e uno dei primi esemplari di reggiseno, del 1911.
La collezione di moda del museo è una delle più grandi d'Europa, e consta di oltre 30mila tra vestiti – con rari pezzi delle maison più note –, insieme a borse, scialli, ventagli e oggetti che per ora non sono esposti, ma che sono stati raccolti con l’obiettivo di documentare un’epoca, con alcuni vestiti femminili sportivi, come quello con pantaloni da ciclista di inizio secolo, che è invece in mostra.
Come un'enorme balena, appesa al soffitto e mascotte del museo, un reperto del famossissimo Prater, che si raggiunge usando la Vienna City card (utile per gli spostamenti in città ma anche dall'aeroporto). Il Prater è parco giochi e l'oasi verde. Forse la più grande ma non certo l'unica, perché - ma questo lo sanno tutti - la capitale austriaca è la città più verde d''Europa.