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La Mamounia, tra incanto e storia nel cuore di Marrakech

La “Grande Dame” di Marrakech non è solamente una straordinaria struttura, ma un luogo dove riscoprire la tradizione moresca e rimanere affascinati dalla cultura berbera.  

La Mamounia, Le Salon de Thé (Courtesy of La Mamounia)
La Mamounia, Le Salon de Thé (Courtesy of La Mamounia)
Nel 2023 ha compiuto 100 anni e se Jack White avesse dovuto girare una stagione di “White Lotus” in Marocco, avrebbe scelto sicuramente La Mamounia a Marrakech. Varcate le mura e passato il concierge, al posto della noiosa pratica di check-in gli invitati sono accolti con un benvenuto di datteri e latte di mandorla di fronte alla nuova installazione del Lampadario del Centenario, «Un ornamento monumentale, un gioiello senza tempo, una rappresentazione simbolica che trascende le epoche e fonde le culture in un'opera d'arte unica che celebra le tradizione e la femminilità berbera» come raccontano gli architetti Patrick & Sanjit dello Studio Jouin Manku parigino che hanno curato il restyling dal 2020 al 2023 in occasione dell’anniversario.
L'ingresso, la hall e l'installazione del Lampadario del Centenario (Courtesy of La Mamounia)

A pochi passi dall’ingresso, la vecchia hall oggi ospita quella che loro chiamano “Wall of Fame”, una retrospettiva di ritratti e dediche delle guest stars che sono state ospitate. Una lista da cui riaffiorano i nomi di Martin Scorsese, Tilda Swinton, Orlando Bloom, Nelson Mandela, Charlotte Rampling, i Rolling Stone, Paul McCartney (nda che qui compose anche la canzone “Mamounia”), Alain Delon, Gwyneth Paltrow, Salma Hayek, Tony Curtis e Jennifer Aniston, mentre Alfred Hitchcock girò all’interno il film del ‘56 “L'uomo che sapeva troppo”. Winston Churchill è un’altra figura importante che visitava Marrakech soggiornando a La Mamounia d’inverno, per questo gli è stata dedicata la The Churchill Suite e il Churchill Bar uno spazio privato perfetto per godersi un cocktail in intimità. Un totale di 135 camere, 71 suite e tre Riad, ciascuno con tre camere da letto, saloni marocchini e una terrazza privata a cui si aggiunge la piscina.

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Il Churchill Bar e la Wall of Fame (Courtesy of La Mamounia)

L’ORIGINE DELLA LEGACY

Le origini risalgono al XVIII secolo quando il sultano alawita Mohammed Ben Abdallah regalò a suo figlio in dono di nozze un frutteto di 13 ettari chiamato “Arset El Mamoun”, da cui prende il nome l'hotel. Il parco, una vera e propria oasi con ulivi secolari, roseti e aranceti, si trasformò presto in un luogo di svago dove venivano organizzate elegantissimi garden party. Due secoli dopo, nel 1922, la Moroccan Railway Company decise di costruirvi un hotel, il cui sviluppo fu affidato agli architetti francesi Henri Prost e Antoine Marchisio, che progettarono un edificio capace di fondere l'architettura e l'arredamento locale con l'Art Déco, dove le tradizionali piastrelle Zellij e gli arazzi berberi si accostano a lussuosi mobili degli anni '20. Nel 1923, La Mamounia aprì ufficialmente le sue porte e ancora oggi conserva l’autentica atmosfera storica. Infatti, non importa dove ti trovi, sei circondato dai decori berberi e l’architettura tradizionale moresca con archi islamici, stucchi decorativi, fontane, lanterne, finiture di legni pregiati intagliati, vetrate e cortili privati.

Una ripresa dall'alto de La Mamounia e Le Jardins (Courtesy of La Mamounia)

COSA VISITARE A MARRAKECH E COSA FARE A LA MAMOUNIA

Non lontana dalla Medina e dai suq, La Mamounia è un ottimo base per visitare i luoghi must-to-see di Marrakech: dai Jardin Majorelle (che quest'anno celebrano un secolo di storia) con il Museo YSL, il Palazzo Bahia, la Madrasa Ben Youssef, le Tombe Saadiane oppure il Palazzo El Badi. Ma per chi vuole godersi un pieno relax in hotel c’è una sala cinema con programmazione giornaliera con 20 sedute, una tea room curata da Pierre Hermé, il Bar Majorelle con lo stupefacente affresco di Jean Majorelle, le boutique di Saint Laurent e Dior, una cantina con vini di produzione, Les Jardin aperto anche al pubblico e una spa con piscina interna che rispecchia la tradizione marocchina ideale per trattamenti e massaggi all’olio d’argan. 

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La spa con la piscina interna e il Bar Majorelle (Courtesy of La Mamounia)

LA PROPOSTA CULINARIA E I RISTORANTI

La food experience è una gemma a tre facce. Oltre al ristorante Le Maroccain, con prelibatezze dai sapori marocchini modernizzati, Antonio Bombini è food and beverage director della proposta dei ristoranti L’Asiatique e L’Italien (dopo 10 anni di esperienza nel settore in Asia tra Hong Kong e Tokyo e 2 in Mandarin Oriental) «Entrambi riflettono la visione dello chef stellato Jean-Georges Vongerichten, non sono un classico italiano o asiatico ma un’interpretazione personale di entrambe le cucine» racconta Bombini, «Il nostro chef è francese di origine ma americano di formazione, per questo abbiamo deciso di unire il suo nome a due cucine che sono molto ricettive come quella italiana e asiatica. Pierre Hermé invece è stata una scelta sicura per la pasticceria, quando pensi ai dolci, i francesi sono da sempre sinonimo di eccellenza ed Hermé è da sempre una garanzia. Infine, ma non da meno, c'è il nostro servizio che é molto accogliente, senza troppa formalità ma con una spiccata attenzione basata sull’empatia con il cliente tipica della popolazione marocchina». Un’esperienza a tutto tondo, un viaggio che parte dai sapori tradizionali marocchini per farti poi scoprire gusti del tutto nuovi. Gusti capaci di nascere dalla giusta miscela delle migliori cucine di tutto il mondo.

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L'Asiatique (Courtesy of La Mamounia)

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