A Capri con stile
Location perfetta, vicinissima alla Piazzetta e alle boutiques superlusso di via Camerelle, ma sufficientemente defilata per non sentirsi in mezzo al caos. Una terrazza confidenziale, dove fare la colazione al mattino con la pastiera ancora calda, e dove indugiare alla luce rosata del tramonto al ritorno dal mare. Il Jacky Bar ha una vibe tra Cuba prerivoluzionaria, Dolce Vita e chic caraibico anni 60 con le sue pareti acqua, il pianoforte bianco, i panama Borsalino appesi alla parete come un motivo decorativo, i ventilatori al soffitto. Il Capri Tiberio Palace, con la sua vibe mediterranea /giramondo, è un’oasi di stile in un’isola un po’ troppo abituata a riposare sugli allori del mito della Dolce Vita e che si crede spesso autorizzata a non rinnovarsi perché tanto americani, arabi e russi ci vengono comunque e sono disposti a pagare cifre oltraggiose indipendentemente dalla qualità di ambienti e servizio. Giampiero Panepinto, l’architetto che ne ha curato gli interni, ne ha fatto un luogo giocoso puntando su simmetria e contrasti, con tocchi di esotismo, clash di colori tropicali, oggetti raffinati o curiosi recuperati in giro per il mondo, pile di libri Taschen, gigantografie in bianco e nero di Sofia Loren, giocattoli, rami di corallo, stampe orientali. Ogni stanza, ogni suite, ha la sua personalità, le sue curiosità, i suoi colori, che sfumano verso la luce delle terrazze coi pavimenti in maiolica spaiata, ogni mattonella diversa dalle altre. E’ un piacere camminare a piedi nudi sui pavimenti in mosaico di ciottoli e pietre chiare, respirare nella hall e nei corridoi, al rientro dal calore esterno, le profumazioni agrumate e fresche di Carthusia. L’hotel è membro di The Leading Hotels of the World