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Tappa a Hong Kong: una guida su cosa vedere e cosa fare nella città asiatica del lusso

Non solo un hub finanziario e un paradiso per foodies, ma una città estremamente viva, stop over ideale se si progetta una vacanza in Asia o in Australia.  

Hong Kong
Hong Kong

Città affascinante soprattutto di notte, col suo magnifico skyline e la vitalità di locali e negozi, nel complesso modernissima, (chi venisse a cercarvi l'eco delle atmosfere anni '60 di "In the Mood for Love" rimarrà inevitabilmente deluso) Hong Kong conserva alcuni templi storici, da quello taoista di Wong Tai Sin, frequentatissimo perchè si crede che i desideri espressi qui si realizzino, al monastero di monache buddiste Chi Lin, ricostruito nel 1998 nello stile della dinastia Tang, con le sue strutture zen in legno di cedro del Canada e magnifiche statue dorate di varie incarnazioni di Buddha, tra cui quella di Avalokitesvara, il budda donna della compassione, entrambi a Kowloon, fino al suggestivo Man Mo, sull’isola di Hong Kong, con le sue lanterne rosse e le spirali di incenso, santuario taoista dedicato  alla letteratura e alla guerra. Da non perdere la salita (rigorosamente con il tram n 15 per godersi il paesaggio)al Victoria Peak, per una vista breathtaking sulla baia. 

Hong Kong vista dal Peak
Wong Tai Sin Temple
Man Mo Temple
Un padiglione allo Wong Tai Sin Temple
Il monastero Chi Lin

Nel West Kowloon Cultural District, su terra reclamata dal mare, è da visitare lo M+, il museo di arti visive contemporanee progettato da Herzog & De Meuron: fino al 13 luglio c’è una mostra su Picasso e i tanti artisti che ne hanno fatto un riferimento come Gu Dexin, ma l’idea è esplorare tutte le gallerie per scoprire i mondi di creativi, per lo più sconosciuti da noi, come Wang Du, Sun Yuan e Peng Yu. Bellissimo, a partire dall’architettura, anche il vicino Hong Kong Palace Museum, con oggetti d’arte squisiti provenienti dalla Città Proibita di Pechino, ceramiche, armature, e un bel programma di mostre future, dai tappeti provenienti dal museo di Arte Islamica di Doha (dal 18/5 al 6/10) a uno show sui tesori della corte Moghul (dal 6/8 al 23/2/26), a una grande mostra sulla storia della seta in Cina (dal 26/9) fino a " Tutankhamun e i segreti di Saqqara”  prevista per novembre.

Hong Kong Palace Museum
Un oggetto della Città Proibita in mostra all' Hong Kong Palace Museum
Il museo di arti visive contemporanee M+

Tra gli infiniti ristoranti, dagli stellati allo street food, è carino Madame Fù, e da provare Ho Lee Fook, dominio della chef Archan Chan. Super yummie il gelato di té al latte con granita di caffè, croccante di nocciole e mousse di cioccolato al caramello. E’ un angolo di Trastevere (in versione turisticizzata) nel cuore di Hong Kong il Bar Leone, al secondo posto nella classifica dei 50 Best. Se vi sembra che la hype sia eccessiva, provate per ricredervi un piuccheperfetto Margarita de Maiz! Il locale dove fare le ore piccole? Maggie Choo’s. La vetrina esterna è quella di un negozio di antiquariato, ma appena si entra e si preme un bottone all’interno di una statuetta come in un film di Indiana Jones, una parete si apre per svelare una banca primo 900 trasformata in cabaret. L'area è quella, famosa anche per la street art, di Soho (South of Hollywood road).  

Un dettaglio dell'ingresso del ristorante Ho Lee Fook
Un'opera di Izumi Kato da K11 Musea
Street Art a Soho

Per immergersi nell’atmosfera della città fin dall'inizio del viaggio, niente di meglio che volare con la compagnia di bandiera, la Cathay Pacific: da Milano Malpensa il volo diretto è giornaliero, e dal 5 giugno riprenderanno anche i voli diretti stagionali da Roma Fiumicino, con collegamenti trisettimanali. La Business Class offre una privacy completa, poltrone reclinabili a 180° che si trasformano in letti con biancheria, coperte e cuscini in cotone 400 fili  realizzati, come l’amenity kit, dal brand inglese pioniere dell'ecoluxury Bamford,  cuffie Bose per eliminare il rumore, un menu  creato in collaborazione con due noti ristoranti di Hong Kong, Duddell’s  e Louise (ma anche i foodies più appassionati di cucina cinese arrivati al dolce dovrebbero optare per uno strepitoso Tiramisu). Sulla via del ritorno, che si riparta da Hong Kong o vi si faccia scalo al ritorno da Giappone, Corea del Sud, Thailandia, Indonesia, Vietnam, Cina, Australia, Nuova Zelanda (sono 80 le destinazioni servite dalla compagnia), la sosta alla lounge The Pier è super rilassante. Oltre alle ovvie comodità (suites con doccia, postazioni business con iMac) la Food Hall serve confort food internazionale e cucina asiatica, lo champagne è ottimo, e la Teahouse è ideale per degustare tè bianchi, verdi, oolong..  

Un aereo della Cathay Pacific
Pausa food alla Lounge della business The Pier di Hong Kong
La Teahouse della Lounge business The Pier ad Hong Kong
La poltrona reclinata in versione letto in business class
Il Regent Hong Kong

La location è francamente imbattibile: all’estremità di Kowloon, al culmine della Nathan Road, la via, insieme alla vicina Canton Road, dello shopping di lusso, e lungo la promenade sul Victoria Dockside, la “Avenue of Stars”, con una vista straordinaria sull’isola di Hong Kong. Collegato da un sottopassaggio al K11 Musea, lo shopping center e distretto culturale disseminato di opere d’arte contemporanea, tra cui un notevole trio di sculture in bronzo dell’artista giapponese Izumi Kato, il Regent Hong Kong è un’istituzione dell’hotellerie locale. Aperto nel 1980 (tra i fondatori anche Adrian Zecha, il patron degli Aman) e ristrutturato neppure due anni fa dall’architetto di Hong Kong Chi Wing Lo, è particolarmente suggestivo di notte, visto dal pier, quanto rasserenante di giorno, a partire dalle sue imponenti porte di legno, che introducono a una lobby da cui lo sguardo si proietta, senza interruzioni, fino alle immense vetrate ricurve che danno sul Victoria Harbour.

La piscina del Regent Hong Kong
La vista sullo skyline di Hong Kong dalla CEO Suite del Regent
La Presidential Suite del Regent Hong Kong

All’ingresso, sedici screens di vetro sostuiscono gli chandeliers tradizionali, in un gioco di contrasti col granito del pavimento  e il banco in onice della reception. La scala di marmo originale, scenografica come quelle dei film hollywoodiani  con Ginger Rogers e Fred  Astaire, presenza fissa in qualsiasi album di matrimonio svoltosi in città negli ultimi 40 anni, non è stata toccata, a differenza di stanze e suites, ripensate come esempi di urban retreat al tempo stesso sofisticate e cozy, in una palette di rilassanti toni crema, beige, nocciola, tocchi di metallo sabbiato, mobili in legno di quercia, tappeti ultra soft, e tutte giocate sull’armonia di contrasti tra forme circolari (la ricerca della perfezione nella tradizione cinese) e quadrate (la terra e il cielo). Il bagno è in granito grigio, le amenities Perricone MD, la vasca arrotondata permette, come il letto ultrasoft, di osservare dalla finestra lo scorrere delle barche sulla baia, molte delle quali ispirate ai tradizionali sampan, e, la sera, la “Symphony of Lights”, la proiezione di luci colorate sullo skyline di Hong Kong. Spettacolari le suites, con ampie terrazze rooftop e jacuzzi. Bella, e perfetta per le ore calde come per godersi la luce rosa e dorata del tramonto, la grande piscina al terzo piano.  

Una Corner Suite del Regent Hong Kong
La Classic Harbourview Room
La living room della Presidential Suite

Se la colazione si fa (anche coi pasteis de nata portoghesi, vista la vicinanza di Macao) al buffet dell’Harbourside, la cena da Nobu o al cantonese Lai Ching Heen è un must. Con un décor ispirato a una scatola per gioielli in giada, il ristorante cantonese, 2 stelle Michelin, è rinomato per le sue specialità, versioni ultra raffinate di dumplings, pesce e crostacei, e uno squisito Mango pudding. E se lo champagne è un classico per introdurre la cena, è da provare l’alternativa alcool free di moda, lo Sparkling Golden Oolong con miele di Lungan.  

Il ristorante Lai Ching Heen del Regent Hong Kong
Un piatto del ristorante Lai Ching Heen del Regent Hong Kong

Da Hong Kong Macao dista solo un’ora di ferry, e l’ex colonia portoghese ha un fascino tutto suo, a partire dalle strade coi ciottoli bianchi e neri come a Lisbona e in Brasile, alle facciate rosa, gialle e verdi delle case coloniali fino alla vista dall'observation deck al 61° piano della Macau Tower, 338 metri d’altezza, poco più della tour Eiffel (324 m). Suggestivo l’A-Ma Temple, con padiglioni che datano dal 1488 al 1605, e frammenti di poesie incisi su grandi massi di roccia, tra il profumo di coni d’incenso oversize che a seconda della grandezza possono metterci anche tre mesi a bruciare. Della vecchia cattedrale cinquecentesca di San Paolo restano solo le rovine della facciata, proprio di fronte in linea d’aria alla torre a forma di loto in fiore del Grand Lisboa, uno dei più celebri casinò della città che ne conta più di una trentina. Altrettanto famoso il Venetian, con le repliche della Tour Eiffel, del Big Ben, e naturalmente della Torre dell’Orologio e del Campanile di San Marco, mentre il glitzy JW Marriott è ideale per una sosta pomeridiana  per un goloso Cha Gordo Afternoon Tea, tra mini brioches con granchio al curry, il tradizionale tè al latte di Hong Kong  e lo Yuenyeung, un blend di caffée e té che è la specialità locale. 

Tipiche facciate portoghesi a Macau
L'A-Ma Temple
La vista dalla Macau Tower
Lo Cha Gordo Afternoon Tea al JW Marriott Hotel Macau

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