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Alessandro Orrei, "Mare Fuori" 4 e la vita sul set: «Il ruolo di Mimmo? Mi ha cambiato»

Dopo l'anteprima su RaiPlay, torna su Rai2 una delle serie-tv più amate, "Mare Fuori". Alessandro Orrei ci racconta l'evoluzione del suo personaggio, come ha scelto di diventare un attore e i suoi prossimi progetti. Tra cui spiccano film Amazon e una nuova, misteriosa, serie Rai...

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Alessandro Orrei (Foto di Alessandro Peruggi)

Photography ALESSANDRO PERUGGI
Text by ALESSANDRO VIAPIANA

L'intervista ad Alessandro Orrei, il giovanissimo attore di "Mare Fuori" 

Alessandro Orrei è nato nel 1998 a Benevento. Fin da piccolo si appassiona di Cinema, ma capisce solo verso la fine del liceo che la recitazione è la sua strada. Tra i suoi lavori, oltre alla serie-tv - ormai cult - "Mare Fuori", compaiono la serie "Vesuvius", i film (entrambi del 2021) "Non seguirmi" e "L’ultimo round" e la soap "Un posto al sole", dove ha interpretato il ruolo di Corrado Martucci. In arrivo una serie Rai e un film Amazon che tratta la tematica del bullismo, al quale tiene tantissimo.  Mimmo, il personaggio che Alessandro Orrei interpreta in "Mare Fuori" cresce in una famiglia estremamente povera ed entra nel mondo della camorra affascinato dai facili guadagni che essa promette. Lasciatosi arrestare intenzionalmente al fine di mettere in atto il piano per far evadere Edoardo (Matteo Paolillo), in realtà l'aiuto è finalizzato solo a far cadere quest'ultimo in un agguato da parte degli uomini di Wanda Di Salvo, la quale desidera ucciderlo. Sebbene il piano fallisca grazie all'intervento di Carmine (Massimiliano Caiazzo) e Filippo (Nicolas Maupas), Rosa (Maria Esposito) intuisce il ruolo di Mimmo nell'agguato. Mimmo uccide per legittima difesa Gaetano, che a sua volta avrebbe dovuto uccidero per conto di Edoardo. Sommerso dai sensi di colpa, Mimmo capisce di aver sbagliato a entrare nella camorra e cerca di rimediare all'errore commesso anche grazie all'incoraggiamento di Carmine, con il quale poi stringe una vera amiciza. Trova infine il coraggio di confessare ai genitori di Gaetano l'omicidio del figlio chiedendo loro perdono, per poi ottenerlo. Grazie al sostegno di Massimo, Mimmo tenta di riconciliarsi con la sua famiglia, senza però riuscirci...

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LOI: Sei un po' agitato per la prima puntata della nuova stagione di Mare Fuori che andrà in onda stasera su Rai2?
AO: Pensavo di no. Alcuni episodi sono già disponibili su RaiPlay. E invece man mano che si avvicina il momento sale un po’ l’ansia. Fa sempre lo stesso effetto, ed è molto bello. Sono molto felice. 

LOI: Stasera con chi guarderai la puntata?
AO: Con la mia compagna.

LOI: Quando è iniziata la passione nei confronti della recitazione?
AO: Ho sempre avuto un'attrazione chimica nei confronti del cinema e della recitazione in generale. Ricordo che fin da piccolo guardavo tantissimi film e serie-tv e divoravo poi l’intera filmografia di quei registi. E di conseguenza quella degli attori che vedevo nelle loro pellicole. 

LOI: Domanda un po’ banale, ma doverosa a questo punto: il tuo attore preferito? 
AO: Forse sarà banale anche la risposta. Molti mi dicono che gli assomiglio, per altro. Ma aldilà di questo, sono profondamente innamorato di Leonardo DiCaprio. Ho visto tutta la sua filmografia almeno tre volte.

LOI: Quando hai capito che saresti diventato un attore?
AO:  Forse lo so da sempre. Ho realizzato di voler diventare un attore verso la fine delle scuole superiori. Avendo frequentato un Liceo Artistico mi ponevo la domanda di quale fosse l’arte che più mi aiutasse a comunicare le mie emozioni. E ho capito che la recitazione era l’arte che mi aiutava a esprimermi nel modo migliore possibile. 

LOI: Com’è arrivata la parte di Mimmo in Mare Fuori?
AO: Stavo già lavorando ad un altro personaggio. Venni chiamato per il ruolo di Sasà - ndr. poi interpretato da Filippo Soave - nella seconda stagione di Mare Fuori. Feci il provino e andò bene. 

LOI: E poi? 
AO: Rinunciai a quella parte. Successivamente, se non sbaglio dopo 3 o 4 mesi, mi arrivò la richiesta di un altro provino. Mi dissi che doveva essere destino che facessi parte del cast di Mare Fuori. E appena lessi le scene che avrei dovuto imparare per il provino mi innamorai subito del personaggio di Mimmo.

LOI: Com'è stato entrare in un cast già formato, come quello di "Mare Fuori"?
AO: Non è stato facilissimo. Quando sono arrivato il resto del cast aveva già una stagione alle spalle e aveva già lavorato alla prima metà della seconda. Mi sono messo in gioco...

LOI: Cosa ti ha lasciato il personaggio di Mimmo e cosa invece traspare di te in lui?
AO: Sono ormai tre anni che interpreto questo personaggio, non c’è stata solo un’evoluzione in Mimmo. Di pari passo sono cresciuto e mi sono evoluto anche io. 

LOI: Cos’ha comportato questa evoluzione?
AO: Sebbene all’inizio non ci unisse nulla e Mimmo vivesse un altro tipo di vita, diversissimo dal mio, successivamente siamo diventati quasi un tutt'uno. Io ho plasmato lui e, inevitabilmente, lui ha plasmato me.

LOI: Cosa succederà a Mimmo nella quarta stagione di Mare Fuori?
AO: Abbiamo visto come nella terza stagione ci sia un distacco, quantomeno mentale, psicologico, dal mondo criminale. Nella quarta stagione continuerà su questa rotta. Però come è stato anche in precedenza, continuerà a riscontrare delle difficoltà…

LOI: Perchè? 
AO: Perché intraprende la scelta più complicata, quella del bene. E per di più per la prima volta. La sua vita precedente era l’unica di cui era a conoscenza. Decidendo di proseguire per questa strada, si ritroverà a soffrire molto…

LOI: Cosa succede in una tua giornata tipo sul set di Mare Fuori?
AO: Vivo male le convocazioni alle 6 di mattina, quando capita (spesso) di girare all'alba. La sveglia in quel caso è alle 5. Essendo dipendente dal caffè, nel giro di un'ora ne bevo già tre. Arrivato sul set passo ai saluti, che si tramutano inevitabilmente in un quarto caffè. Poi mi sposto al trucco e parrucco e al reparto costumi. 

LOI: E poi vai in scena? 
AO: No, poi c’è il momento dell’attesa. Breve o lunga, la passo a concentrarmi sulle scene che poi dovrò interpretare. Cercando di entrare il più possibile nel personaggio. Col tempo ho imparato a condividere quest’attesa con i miei colleghi. Prima di recitare si parla con il regista, il quale spiega la sua idea delle scene. E noi diamo la nostra visione di come volerle interpretare. 

LOI: Com'è il tuo rapporto con il regista Ivan Silvestrini? 
AO: Molto professionale. Ivan cerca sempre di raccontare al meglio ogni scena della serie. C’è una totale fiducia da parte mia nei suoi confronti per come sa prendersi cura delle scene. Ed è un regista molto empatico. Si mette in ascolto, riesce a sentire le necessità dell'attore. 

LOI: Che rapporto hai con gli altri membri del cast dei Mare Fuori?
AO: Ho legato davvero con tutti. E se anche non ci sentiamo sempre, per via del lavoro o dei viaggi, il forte legame che si è creato sul set non è mai cambiato, stagione dopo stagione. 

LOI: Oltre a “Mare Fuori” hai recitato anche in “Un Posto Al Sole”, com’è stato recitare nella soap-opera più seguita in Italia?
AO: Venni chiamato per “Un posto al sole” appena finite le riprese della seconda stagione di “Mare Fuori”. È stato un esercizio di stile, essendo dovuto passare molto velocemente da un personaggio a un altro, completamente diverso dal precedente. E nel farlo mi sono divertito molto. 

«Quando sono sulla scena di un set e il regista dà l’azione, tutto il mondo si ferma»

LOI: Prossimi progetti?
AO: Una serie Rai di cui non posso dire nulla e un film Amazon cui tengo molto.

LOI: Come si chiama?
AO: “The end”. È un film che uscirà prossimamente e nel quale interpreto uno dei due protagonisti. Per me è stata un’esperienza molto forte. 

LOI: Come mai?
AO: Mi vedrete nei panni di un bullo. Per me, che sono stato vittima di bullismo da piccolo, non è stato per niente facile. È stato un lavoro davvero molto complesso. Il film che ne è scaturito è però un piccolo gioiello.

LOI: In passato hai lavorato anche in teatro, cosa preferisci tra un set cinematografico e un palcoscenico teatrale?
AO: Questa è la domanda delle domande. Per me è come se fossero due figli, non posso dirti quale preferisco. Sebbene condividano la recitazione, sono completamente diversi. Sono due approcci diversi, e serve uno studio differente per ciascuno. Sono davvero grato di averli averli sperimentati entrambi perché ne ho ricevuto una formazione attoriale a 360 gradi. Di sicuro un set non ti può restituire le emozioni che ti arrivano recitando con un pubblico davanti, persone che interagiscono in tempo reale con il tuo lavoro. Se l'energia del personaggio che interpreti arriva al pubblico si percepisce e subito. Quando sono sulla scena di un set e il regista dà l’azione, tutto il mondo si ferma. Trovo entrambi questi mondi magici.

LOI: C’è un film del passato per il quale faresti di tutto per esserne il protagonista?
AO: Potrei iniziare una lista adesso e finire domani. Non posso sceglierne uno solo. Ovviamente la scelta ricadrebbe sulla filmografia di DiCaprio. 

LOI: Se dovessi scegliere suoi tre film? 
Al terzo posto metterei “The Departed”. Al secondo “The Wolf of Wall Street” e al primo “Buon compleanno Mr. Grape”.

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