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Maserati Grecale, la prova in strada

È arrivato il momento di mettersi al volante della nuova SUV modenese, per capire di che pasta è fatta.

MASERATI GRECALE
MASERATI GRECALE

Il motto di Maserati Grecale è The Everyday Exceptional: un mix perfetto tra versatilità, eleganza, performance, tradizione e innovazione. Le premesse per mantenere tutte queste promesse, su carta, c’erano tutte. Oggi, dopo un primo contatto su strada con l’inedita SUV modenese, possiamo senz’altro affermare che la Casa del Tridente ha giocato bene tutte le sue carte.

Il mese scorso vi avevamo presentato questo modello che, dopo la “attention-hooker” supercar MC20, ha il compito di riportare il brand di Viale Ciro Menotti nel Olimpo dei Costruttori automotive. Perché si sa, oggigiorno, per vincere, qualsiasi brand automotive deve avere una presenza autorevole nel settore principe in termine di vendite ovvero quello SUV.

La Maserati Grecale non è il primo SUV della Casa, arriva infatti dopo la più grande Levante. Lunga meno di cinque metri, si avvale della piattaforma Giorgio — quella di Alfa Romeo Giulia e Stelvio, per intenderci — qui modificata in meglio. sfrutta un’evoluzione della piattaforma “Giorgio” usata dall’Alfa Romeo Stelvio. Basta, dalle cugine non eredita altro.

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La linea esterna ha uno stile proprio, elegante, a tratti muscoloso. Il caratteristico frontale Maserati, i passaruota ben definiti, lo splitter ed l’estrattore posteriore non invasivi, il design della coda che richiama la bellissima Maserati 3200 GT degli anni Novanta. Molti hanno visto decise somiglianze con crossover di tutt’altra caratura, a nostro avviso totalmente ingiustificati se non dalla necessità tutta digitale di voler sempre esternare una posizione belligerante spesso radicata nell’invidia.

Le versioni GT e Modena, spinte da due 4 cilindri mild hybrid da 300 e 330 cavalli rispettivamente, sono confortevoli, veloci quanto basta e — considerando massa e lignaggio del veicolo — parsimoniose.

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La Trofeo invece, spinta dal V6 Nettuno della MC20 — qui depotenziato a 530 cavalli — quando si impostano le modalità Sport o Corsa è davvero un missile. Fin troppo su strade aperte al traffico: se da un lato la sensazione di avere in mano un mezzo potentissimo è sicuramente appagante, dall’altro bisogna sempre tener ben presente di non essere né in pista, né su una supercar. Accelera da 0 a 100 km/h in soli 3,8 secondi, per una velocità di punta pari a 285 km/h.

Il suono prodotto dai collettori e dai quattro terminali di scarico è avvincente, specie durante i cambi di marcia a salire. Una tonalità che pervade l’abitacolo, piacevole da ritrovarsi anche quando sotto il cofano c’è un motore sovralimentato come questo.

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L’abitacolo della Grecale compie un deciso salto quantico, trasformandosi in un salotto Made in Italy ricco di design, materiali/pellami pregiati e — finalmente — tecnologia. 

Il cluster di fronte al guidatore è degno di nota. Si fa guardare, perché segue la curvatura del piantone dello sterzo, e lavora in simbiosi con una fantastico head-up display. La lista di informazioni visualizzati è pressoché infinita. Niente è stato lasciato al caso. Il doppio touchscreen da 12,3” + 8,8” accoglie e raccoglie quasi qualsiasi pulsante, che altrove sarebbe motivo non di caso ma di meno ordine. Questo tocco tech-minimalista ci ha colpito, molto.

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C’è anche l’assistente vocale MIA e il nuovo orologio centrale digitale ne cela interfaccia e microfono. Ascoltare la proprio musica preferita sparata dall’impianto audio Sonus faber, con 14 o 21 altoparlanti, è un’esperienza sublime.

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La nuova era di Maserati, Casa che — non dimentichiamocelo — vanta oltre cento anni di storia, successi sportivi, fuoriserie e gran turismo entrate di diritto della storia dell’automobile, è iniziata a bordo della supercar MC20 che ha stupito tutti. Ora tocca alla Grecale riportare in quel di Modena quella la fetta di successo commerciale che spetta  al Tridente da qui al fatidico 2030 all-electric. 

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