Lamborghini Miura e i racconti di Ferruccio Elio Arturo Lamborghini
“Spendo una fortuna per un'auto fatta con i miei pezzi!” Ferruccio Elio Arturo Lamborghini
C’era una volta un imprenditore romagnolo, di nome Ferruccio Elio Arturo.
Ferruccio, come lo chiamavano tutti, costruiva affidabili trattori agricoli e aveva la passione per le auto sportive. Ne possedeva più d'una e in esse riscontrava sempre la stessa noia meccanica, dovuta alle frequenti sgommate in partenza: la rottura della frizione. Un bel giorno Ferruccio andò da colui che costruiva queste auto sportive, lamentandosi del danno in questione. Smontando la trasmissione insieme ai meccanici, scoprì che la frizione di quelle fuoriserie e dei suoi trattori erano dello stesso modello. Rivolgendosi quindi al produttore di auto sportive, un certo signore di nome Enzo, disse: “Spendo una fortuna per un'auto fatta con i miei pezzi!”
Enzo, che non le mandava certo a dire, rispose: “La macchina va benissimo. Il problema è che tu sei capace di guidare i trattori e non le Ferrari”.
Leggenda vuole che proprio da questo episodio, in risposta quindi a Enzo Ferrari, parta la storia dell’azienda di Sant’Agata Bolognese. Cinquant’anni fa esatti, entrava in produzione, la prima supercar della storia, la Lamborghini più sinuosa, femminile e ricercata dai collezionisti: l'inequivocabile Miura.
Motore dodici cilindri a V di 60°, 3.9 litri di cilindrata, 350 cavalli di potenza nella sua prima versione e velocità massima di oltre 290 Km/h.
Capolavoro disegnato da Marcello Gandini per Bertone, la Miura deve il suo nome all’oroscopo. Ferruccio Lamborghini infatti era nato sotto il segno del toro e volle battezzare la vettura con un nome che celebrasse l'allevatore di tori da combattimento Don Eduardo Fernandez della famiglia Miura, in Andalusia.