Baz Luhrmann e la moglie Catherine Martin hanno curato il design di un bar a New York
Text by LAURE AMBROISE
Dopo il décor tropico-Art Déco del Faena Hotel di Miami Beach nel 2015, il regista Baz Luhrmann (“Moulin Rouge”, “Il grande Gatsby”, “Elvis”...) e sua moglie, la plurioscarizzata custom designer Catherine Martin, hanno firmato l’interior design di Monsieur, il nuovo bar newyorkese to see and to be seen che si aggiunge alla lista di locali gestiti da Jon Neidich, Ceo di Golden Age Hospitality, che comprende i famosi ristoranti e bar Acme, The Nines, Le Dive, Deux Chats ed Elvis.
Il locale è stato progettato secondo uno scenario basato sul personaggio immaginario di Monsieur, prodotto dalla fantasia del regista. Quest’uomo del Medioevo, che non invecchia mai, ricorda Dorian Gray di Oscar Wilde, e viaggia attraverso i secoli con il suo compagno Thibault, lo scimpanzé, interpretando diversi personaggi prima di diventare l’enfant terrible della vita notturna dell’East Village dei primi anni Settanta, amico di Andy Warhol e Lou Reed. Catherine Martin si è quindi impadronita di questa storia e l’ha ricreata in un’ambientazione gotico-rock’n’roll. Si dice che Luhrmann abbia avuto l’idea del bar mentre visitava i castelli di Colonia per il suo progetto cinematografico su Giovanna d’Arco. Come ha raccontato recentemente la moglie a Variety: «Ne parla da più di tren’anni», aggiungendo che la sua versione sarà basata su “Blood Red, Sister Rose”, il romanzo del 1974 di Thomas Keneally, autore anche di “Schindler's List”.
Baz Luhrmann ha dichiarato: «Ho quasi realizzato Alessandro il Grande, poi a un certo punto ho pensato a Napoleone, ma alla fine ho capito che stavo aspettando il momento giusto per raccontare la storia di Giovanna d’Arco». E ha aggiunto: «È la storia definitiva del passaggio all’età adulta di una ragazza, ambientata sullo sfondo della Guerra dei 100 anni. È una giovane ragazza di una piccola città che riesce a dire a un re venticinquenne: “Riusciremo a unificare il Paese e tu diventerai re!” È un’ispirazione, un’elevazione. È un po’ come oggi. La generazione attuale deve lasciare il segno, come ha fatto quella precedente. Deve far sentire nuove voci e nuove energie».
Ecco perché Monsieur, un autoproclamato “covo medievale” che sul suo Instagram @NYCMonsieur consiglia: «Quando ti senti triste, vai da Monsieur», ci invita in un arredamento massimalista nello stile Romeo e Giulietta incontrano Andy Warhol, con vetrate personalizzate, armature, candelabri, lampadari in vetro di Murano e carte da parati disegnate dalla stessa Catherine e dalla sua società CMDesigns con il modello Monkey Business, mobili in legno di noce lavorato a mano, armadi pieni di curiosità, foto della vita notturna newyorkese di Dustin Pittman, un busto di Napoleone accessoriato con una spilla Chanel con la scritta “Peace not War”, un berretto sovietico, uccelli impagliati... Luhrmann racconta come, essendo cresciuto nel cuore dell’Australia degli anni ’70, fantasticasse sulla scena artistica dell’East Village, e sui suoi protagonisti Robert Mapplethorpe, Jenny Holzer e Joni Mitchell. Con Monsieur ci invita a fare un salto indietro nel tempo, a quell’epoca flamboyant in cui la creatività era diffusa e le feste indimenticabili. Questo locale, che incarna l’impertinenza di quel decennio, ha già accolto Madonna che ci è passata per un cocktail. Il menu anglo-australiano è curato da Nicole Gajadhar (ex chef del Nines) e comprende tartare di tonno, olive ripiene, pasticcio di carne, formaggio grigliato al tartufo, caviale osciètre su frittelle di patate e tempura di Maitake.