Perché Spider-Man è il film di Natale 2021
All’anteprima in esclusiva del nuovo film dell’Uomo Ragno, noi in platea con la mascherina e nel Multiverso cinematografico Peter Parker. Ma quanti Spider-Man ci sono per la reunion dell’anno? Scopri con L'Officiel tutti i prodotti nascosti nel film
L’effetto è straniante. Perché in sala dopo essere stato controllato di pass, identificato dal nome sul registro della lista stampa, sequestrato di cellulare (ma come si fa a lavorare senza, visto che sarei qui per fare il mestiere antico del cronista, tra old style journalists con la coppola e la giacca di velluto o la gonna di flanella sotto il ginocchio, e young bloggers con le felpe di Virgil Abloh e i panta latex sotto la t-shirt di Supreme, io col mio giubbotto rifinito in pelo e il maglione sformato su un paio di jeans?), scannerizzato da body guard in cerca di apparecchi di registrazione in ritardo - sempre che lo fossi pure io che la faccia da pirata ce l’avrei - sui pirates veri che hanno già hackerato “Spider-Man: No Way Home” dall’altra parte dell’Oceano e poi buttato in pasto al Deep Web, a voltare la testa indietro per vedere chi c’è stasera alla prima, tra comuni mortali un po’ più super perché in anticipo sulla visione di chi attende l’uscita italiana di dicembre, dalla poltrona in prima fila nella quale pregusto l’immersione totale nel Digital Dolby Surround con l’ambizione di scivolare se non dentro il mega schermo almeno nello squarcio promesso dal Dottor Strange aka Benedict Cumberbatch per dare un occhio al Multiverso promesso dal Dottor Zuck della Silicon Valley, vedo solo spettatori mascherati nel semibuio che prelude all’ingresso di Peter Parker, reduce dall’ultimo film dove la sua identità era stata rivelata e quindi ora senza maschera, ridotto a se stesso e quindi come rapperebbe Guè “finto da morire”.
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Chi è il supereroe allora in questa sala che non sarà un Multiverso ma di sicuro nel buio illuminato dalla scia luminosa del proiettore, mascherati noi e controllati dalle maschere che ti puntano il laser se il sensore rileva che hai lasciato chiuso nella busta il cellulare acceso (anche se con la Funzione Aereo inserita), è una mini galassia o una navicella spaziale? Se l’Uomo Ragno mostra impunemente la faccia da ragazzino nerd quel tanto che basta di Tom Holland, e quindi è inconsapevolmente finto, una persona nel senso col quale i latini identificavano la maschera, mentre tutti qua hanno nascosto il viso, tutti potenzialmente siamo Spider-Man almeno per questi 150 minuti, pure queĺli che non lo sanno e credono di essere Tom che crede di essere Peter.
È la maschera allora come chioserebbe Heidegger che nascondendoci ci rivela, quindi Peter fai il favore e rimettiti il costume che siamo qua per l’Uomo Ragno col cappuccio sulla faccia e gli occhi inespressivi mentre noi mascherati impariamo a riconoscerci dai segni che ci rimangono, dal trucco forse e dai vestiti di sicuro che dicono molto di più di quel che in realtà pensiamo di essere: supereroi anche noi quindi ma come fossimo nati tanti Superman già col costume che indossiamo tutti i giorni - e non allora i timidi Clark Kent che si nascondono col vestito blu e la cravatta -, senza bisogno di accessori con super poteri, grandi responsabilità solo perché siamo vivi e poteri speciali per eroici comuni mortali.
È solo indossando la mascherina che la verità parla attraverso di noi, così come per Peter è solo indossando il costume da Spider-Man che può essere veramente se stesso. Senza costume inevitabilmente mente.
In regalo a Natale il film ci porta, con tutti i nemici storici di Spider-Man, sei Uomo Ragno se contiamo anche Tobey Maguire e Andrew Garfield in attesa di decidere se per confutazione della Teoria delle Stringhe in realtà non sono sempre e soltanto uno solo, quello che stavolta indossa le nuove Vans mentre io mi accontento di allacciarmi le mie vecchie Desert Boot.
Quando nessuno ti riconosce, lo stile ti definisce.
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