"Art Deco. Il trionfo della modernità" la mostra al Palazzo Reale di Milano
Nel centenario dell'Esposizione parigina che segnò il trionfo dell'Art Deco, la mostra milanese allinea, accanto ai francesi, gli artisti e gli artigiani italiani promotori di un'estetica pervasiva, dalla casa alla moda al cinema.
Siamo così abituati a pensare a Parigi e a New York come capitali dell'Art Deco, che la mostra a Palazzo Reale serve come un richiamo a quanto invece quest'estetica abbia trovato interpreti straordinari anche in Italia, da Vittorio Zecchin a Francesco Nonni, da Adolfo Wildt a Gio Ponti, direttore artistico Richard Ginori dal 1923 al 1930. Curata da Valerio Terraroli, e aperta fino al 29 giugno, l'esposizione presenta 250 oggetti tra dipinti, ceramiche, vasi, abiti, statuette, stampe, sequenze di film, che rivelano un immaginario diffuso dalle Biennali Internazionali del 1923, '25, '27 e '30 alla Villa Reale di Monza. Oggetti di una estrema eleganza formale, dalle silhouette animali di Sirio Tofanari ai vasi in vetro di Murano di Carlo Scarpa e Ercole Barovier, dalle scarpe di André Perugia al ritratto di Wally Toscanini eseguito da Alberto Martini, fino alle ceramiche di Gio Ponti per Ginori, come il grande orcio in maiolica policroma "La casa degli efebi" premiato con il Grand Prix a Parigi nel 1925, o il "Centrotavola per le Ambasciate" del 1927 creato insieme a Tomaso Buzzi, un corteo di tritoni, cavalli marini, putti ed elementi architettonici, con al centro la personificazione dell’Italia seduta su una conchiglia, entrambi provenienti dal Museo Ginori di Sesto Fiorentino. E non mancano opere di maestri francesi, da Erté a Lalique a Camille Fauré, fino ai disegni di Paul Colin de "La Revue Nègre" di Josephine Baker.
La mostra è anche l'occasione per scoprire la Milano Art Deco, dal Padiglione Reale della Stazione Centrale ad alcuni monumenti funebri del Cimitero Monumentale, fino a itinerari che partono dal Principe di Savoia e terminano al Camparino in Galleria, passando per la Cà Brutta di Giovanni Muzio e la Casa Sola Busca. Mentre la Cineteca organizza dal 7/3 al 4/5 all'Arlecchino una rassegna di film, da "Shanghai Express" di Josef von Sternberg (1932) a "Mata Hari" di George Fitzmaurice (1931) con Greta Garbo a "Rotaie" di Mario Camerini (1929). I folgorati dal lavoro di Gio Ponti da Ginori potranno ammirarne altre ceramiche, sempre provenienti dal Museo di Sesto Fiorentino, al Museo di Arti Decorative del Castello Sforzesco