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Va di moda l'NFT

Arte più moda. Un binomio (forse) vincente sotto l'acronimo di Non-Fungible Token

La moda diventa virtuale sneakers acquistabili - L'Officiel Italia
Sneaker NFT

È bastato nominare blockchain, la formula magica per aprire la caverna di Alì Babà dove si custodisce la nuova ricchezza per i minatori digitali sotto forma di criptovalute protette come le ricette segrete di Willy Wonka nella fabbrica di cioccolato (e forse nasconde il mitico fondatore di Alibaba), ed ecco che tra i beninformati non si parla d'altro che di Non-Fungible Token. E poco importa se in realtà esistono dal 2017, dopo che ne hanno parlato due presunti opposti del mainstream internazionale, il visionario Elon Musk e il fantomatico Banksy, e Lindsay Lohan ha incassato 17 mila dollari per un suo primo piano, si è scatenata un'ondata massmediale e la parola magica fino ad ora caduta senza rumore alcuno in un bosco deserto è risuonata improvvisamente carica di aspettative.

Di cosa si tratta? Niente di più né di meno di un certificato di autenticità, una sorta di DOP, applicato alla qualunque appaia nell'Internet e che nessuno - è la promessa - può falsificare: GIF, Meme, Twitt, canzoni, JPEG... Alla faccia del tanto sbandierato Creative Common (in voga sembra un secolo fa), i "nifties" attribuiscono la paternità di una qualunque opera all'autore, consentendogli di guadagnare dal suo utilizzo, sia esso digitale o fisico, una percentuale compresa tra il il 3 e il 15%, protetto dal sistema del blockchain. Chi però acquista un NFT non acquista il copyright ma la proprietà, l’autenticità e l’unicità e non può né reclamare i diritti d’autore nė deciderne l'utilizzo. Possiede un file conservato in un wallet digitale proprio come quelli in cui si accumulano i bitcoin: non l'opera fisica quindi a dispetto dalle sue riproduzioni com'era tradizionalmente ma quella digitale, con la speranza che si diffondano anzi il più possibile le copie aumentando così il valore della matrice.

Ma che ci azzecca la moda con l'arte? Fai conto che la GIF di Gucci Ghost di Trevor Andrew è stata acquistata per 3600 dollari e che Beeple, nome in codice dell'artista digitale Mike Winkelmann, e firmatario di una capsule con Louis Vuitton, ha piazzato su Christie's per la cifra di 69 milioni di dollari un collage digitale in NFT di nome "The First 5000 Days" per la cifra record di 69 milioni di dollari, ma quando 600 paia di sneaker virtuali in NTF (provabili su Snapchat in modalità realtà aumentata) sono state vendute per più di 3 milioni di dollari complessivi ecco che per i Non-Fungible Token sono spuntati come funghi scenari redditizi anche nel mondo fashion.

Monetizzare gli asset digitali e mantenere il controllo sul brand anche nel post vendita, firmare item digitali, siglare foto e video di sfilate, come riconosciute opere d'arte, tracciare il mercato del lusso anche nel reselling, ma soprattutto fare breccia nel segmento dei più giovani, basti pensare al mondo del gaming, con outfit utilizzabili per gli avatar e boutique virtuali (rispolverando l'antico sogno di Second Life) dove si paga soltanto in bitcoin (della catena denominata Ethereum). 🤔

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