Chi è Banksy?
Chi è Banksy? Una domanda, questa, che ossessiona il mondo dell'arte (e non solo) da almeno quindici anni. Dello street artist più famoso al mondo non conosciamo l'identità e non sappiamo nemmeno se, più di un singolo, si tratti di un gruppo. Ciò che c'è di sicuro è Banksy, col suo modo di raccontare il mondo e le sue contraddizioni, ha conquistato tutti, nessuno escluso. Anche per merito dell'alone di mistero che lo circonda, sicuramente, ma soprattutto per ciò che porta all'attenzione. Più che un artista, sarebbe più giusto parlare di un provocatore: un uomo (o una donna?) che usa i canali dell'arte per trasmettere la sua satira al grande pubblico. Banche, sorveglianza, guerre e ancora immigrazione, consumismo e falso benessere sono i suoi soggetti, entrati per la prima volta in un museo a Milano con la mostra A VISUAL PROTEST. The art of Banksy (al Mudec, visitabile fino al 14 aprile 2019, non autorizzata dall'artista).
Chi è Banksy? Le origini a Bristol
Le prime tracce di Banksy risalgono al 1998 quando a Bristol organizzò un festival di street art o ancora prima, sui binari della ferrovia. La sua tecnica così caratteristica, quella dello stencil, la mette a punto nel 2000 e da lì ogni sua opera appare subito riconoscibile: parodia del potere e giochi di parole vanno per la maggiore. Poi, nel 2003, introduce l'elemento del ratto, suo simbolo distintivo e realizza il suo primo graffito in Israele, meravigliosamente conservato ancora oggi: un ragazzo, di carnagione bianca che scaglia un mazzo di fiori dal lato dei palestinesi.
Poi è la volta di Brighton, dove graffita due poliziotti che si scambiano un bacio e ancora, nel 2005, tocca alla Cisgiordania. Qui realizza nove opere dal contenuto altamente politico, come quello di una bambina che viene portata via dai palloncini. Solo alcune, queste, delle opere che Banksy ha realizzato o ai lui riconducibili che gli hanno valso la fama internazionale che ha oggi. Nel 2010, poi, forse la testimonianza più concreta del suo lavoro, il documentario Exit through the gift shop, nominato agli Oscar, in cui racconta non solo il suo lavoro, ma la street art intera.
Dismaland, il parco giochi di Banksy
Nel 2015, Banksy non si limita a portare il suo pensiero sui muri delle città, ma realizza un vero e proprio parco divertimenti distopico. Insieme a 58 altri artisti dà vita a tutti i nostri sogni o, per meglio dire, incubi. Situato per un periodo limitato in una sperduta località sul canale di Bristol dove, secondo la leggenda, era solito andare da bambino per giocare, Dismaland era tutto il contraro da ciò che ci si poteva aspettare da un parco giochi. Un castello delle fate in rovina, un campo-scuola anarchico dove si poteva entrare nel cartellone dell'autobus per cambiare l'orario, sculture che raffigurano barconi pieni di migranti. "Uno spettacolo artistico per il 99% di coloro che preferirebbero trovarsi ad Alton Towers", così disse l'artista, ironicamente, riguardo al progetto.
Banksy, l'asta da Sotheby's
La critica contro il sistema dell'arte, e del suo mercato, è stata centrale nel percorso di Banksy. Così importante da essere stata il germe di quella che, a tutti gli effetti, oggi è la sua opera di maggior valore. Era il 5 ottobre del 2018 quando, durante un'asta da Sotheby's a Londra, venne battuta all'asta la sua opera Girl with Balloon per 1,2 milioni di euro. Non appena il martelletto batté, l'opera si autodistrusse scivolando verso il basso attraverso un tritacarte eridotta in striscioline. Il video della sua distruzione ha fatto immediatamente il giro del web, facendo sospettare che fosse stato lo stesso artista a girarlo.
Banksy, in ogni caso, lo postò sul suo profilo Instagram con la didascalia "Going, going, gone..." dando vita, di fatto, a una nuova opera d'arte dal valore raddoppiato. Poche ore dopo, sempre su Instagram, l'artista spiegò in un video che diversi anni fa racchiuse un meccanismo di triturazione all'interno della cornice: "nel caso in cui l'opera fosse mai stata messa all'asta". Una mente geniale, libera, provocatoria e intelligente. E di cui non vediamo l'ora di conoscere il prossimo capitolo. Dell'identità c'interessa fino a un certo punto.
Foto courtesy per tutte le immagini: Instagram @banksy