Motta, l'intervista al cantautore che racconta il suo nuovo album "Suona! Vol. 1"
Il cantautore toscano Motta è tornato sulla scena con un nuovo progetto, “Suona! Vol.1", uscito l'11 di ottobre, presentato a Roma e Milano con 4 concerti esclusivi il 7-8 e il 27-28 novembre. Il tour è supportato da Dr. Martens che torna a fianco del talento autentico. La collaborazione nasce da uno spirito condiviso in cui musica e libertà d'espressione si incontrano in un unicum creativo.
L'OFFICIEL ITALIA: Suona! Vol 1, raccontaci di più del tuo nuovo progetto...
Motta: Suona! Vol 1. è un album in cui ho voluto, insieme a Giorgio e Cesare, stravolgere alcuni brani del mio passato, scardinandone la verticalità, modificando arrangiamenti e armonie. È un disco in cui mi sono sentito libero, in cui ho fatto musica per il piacere di farla, senza nessun altro obiettivo se non quello di suonare e basta.
LOI: "Suona!” Richiama un verbo imperativo, É un ordine o esortazione?
M:È sicuramente un’esortazione, un modo per dire «fallo e non pensare ad altro». Ho chiamato così anche la mia nuova etichetta “SONA RECORDS”. Ho scelto questo nome, perché quando ho iniziato a suonare, sono cresciuto in una provincia piena di musicisti, che non solo mi hanno aiutato a migliorare, ma anche a cercare di non parlare troppo durante i concerti fra un brano e un altro. Forse pensandoci bene, per loro “SONA” era più un imperativo per farmi smettere di parlare e iniziare a suonare e basta.
LOI: Com’è nata la partnership con Dr. Martens? Quali sono stati i punti in comune tra te e il marchio?
M: È nata in modo del tutto spontaneo, perché è un brand in cui mi rispecchio, sono stato molto felice di poter collaborare per questo nuovo progetto. Condividiamo l’attitudine punk e la libertà di espressione di cui Dr. Martens da sempre è promotore.
LOI: Dr. Martens supporta e preserva l’identità creativa (anche quelle ribelli e indipendenti) , come si riesce oggi a mantenere una direzione propria e autentica?
M: Oggi è sicuramente più difficile, rispetto ad alcuni anni fa, darsi anche del tempo per capirlo, io forse ho avuto la possibilità di farlo, ma anche la volontà di seguire quello che per me fosse importante. La musica, l’arte, la creazione di qualcosa non deve essere rinchiusa in certi schemi e quando si raggiunge questa consapevolezza si riesce a preservare la propria identità.
LOI: Al giorno d’oggi, considerando il contesto storico, come possiamo definire ribellione? Se invece consideriamo l’ambito artistico e creativo?
M: Il mio più grande atto di ribellione adesso è fare come mi pare, per il piacere di farlo. Inserire una canzone di quasi 8 minuti in un album nel 2024 è il mio atto di ribellione.
LOI: Il più grande spirito ribelle della musica secondo te?
M: Non saprei chi scegliere fra tutti, forse uno di quelli che mi ha più smosso una rivoluzione in termini artistici è Piero Ciampi.
LOI: Ti hanno definito uno spirito punk....ma dov’è finito il punk?
M: Credo che il punk non morirà mai, perchè oltre ad essere stato un movimento che ha caratterizzato un certo periodo storico è sicuramente più un’attitudine, una spinta a superarsi, ad andare controcorrente per dare libero sfogo all’arte, alla creatività, per poter pensare fuori dagli schemi.