Musica

Davide Locatelli: School of Rock

Davide Locatelli, pianista e compositore classe ’92, è originario di Bergamo. “This is Dave” è il suo ultimo album, pubblicato l’11 giugno con Sony music. I suoi video su youtube, hanno superato il milione di visualizzazioni consacrandolo al mondo della musica. 

Nell'immagine, Davide Locatelli in total look Dolce&Gabbana.
Davide Locatelli in total look Dolce&Gabbana. Photography: Beatrice Tunisi. Styling: Ylenia Puglia. Styling assistant: Gaia Dall’Orto.

Guardando Davide mi è chiaro fin da subito perché venga definitoPianista ROCK”: mani d’oro, capelli d’argento, T-shirt nera, tatoo e qualche piercing. E Davide è esattamente quello che ti aspetti: carismatico, sicuro di sé e indiscussamente non ordinario. “This is Dave” è il suo ultimo album, uscito l’11 giugno, e due sono i punti cardine: l’energia, che fluisce da un pezzo all’altro in un sali e scendi di sonorità contaminate e inebrianti, e l’intenzione: quella di svecchiare la musica classica e arrivare ai giovani. Il disco persegue questo intento dall’inizio alla fine, alternando cover a brani da lui stesso composti, per un totale di tredici tracce.

L’Officiel Italia: Quando è iniziata la passione per la musica?
Davide Locatelli: È nata grazie a mio papà, anche lui pianista. Mi dava lezioni già all’età di quattro anni. Mi sono diplomato al conservatorio di Mantova per poi continuare gli studi in composizione al Verdi di Milano dove sto per diplomarmi anche in pianoforte Jazz. 

LOI: C’è stato un insegnante a cui sei stato particolarmente legato?
DL: Il primo è stato mio padre che tutte le mattine alle sei prima di andare a scuola, mi faceva praticare due ore di teoria solfeggio. Un vero inferno! Ma non lo dimenticherò mai. Più tardi ho conosciuto, una docente del conservatorio fantastica che mi ha insegnato, forse, la lezione più grande: il talento da solo non basta, costanza e perseveranza sono il vero asso nella manica.

LOI: Cosa rappresenta il piano per te?
DL: Passo le mie giornate al piano, è praticamente un prolungamento di me. Ho iniziato la mia carriera nel 2012 sul web, postando video di me che suonavo, con la mission di avvicinare i giovani alla musica classica proponendo un nuovo stile. La visione del piano come strumento degli addetti ai lavori, dei maestri in giacca e cravatta è obsoleta e superata. Sto cercando di svecchiare questa concezione ancora legata a Mozart, Bach e Beethoven

LOI: E i giovani come hanno recepito la tua proposta musicale? 
DL: Mi scrivono tutti i giorni cose come: “Ho iniziato a suonare grazie a te!”. Questa è una grandissima soddisfazione e significa che il messaggio è arrivato a destinazione ed è stato comunicato nel modo giusto.

LOI: I social nel tuo caso sono stati un amplificatore…
DL: Nel 2021 sono il primo mezzo di comunicazione e per me sono stati determinanti per avvicinarmi al pubblico. 

LOI: “This is Dave” è il tuo ultimo album, parlamene un po’…
DL: C’è Davide in ogni sfumatura e lo definirei trasparente. Mostra il mio percorso artistico, partendo dalle dieci cover fino ad arrivare alla musica che ho composto. 

Cover Album "This is Dave"

LOI: C’è un criterio con il quale hai selezionato le cover?
DL: Banalmente…ho scelto dei pezzi che piacciono a me! Per fortuna anche l’etichetta ha accolto positivamente la proposta. Era chiaro a tutti che l’album dovesse rispecchiare me al cento per cento. 

LOI: Veniamo agli inediti…ce n’è uno che ti rappresenta di più?
DL: Direi tutti e tre perché sono la mia creatura. “Experience” lo ritengo il più azzeccato perché è anche la colonna sonora di una lettera che ho dedicato alla mia città, Bergamo, dopo essere stata duramente colpita dal  Covid. Nella canzone condivido un piccolo dolore che si carica di speranza sulla carta.  È stato un passaggio molto significativo. 

LOI: Per quanto riguarda le sonorità?
DL:  Nell’album emerge la mia doppia entità, da un lato il compositore dalle melodie romantiche e dolci, dall’altra le cover dal suono energico e muscolare. Le sonorità spaziano dall’elettronica, alla trap, alla dubstep fino al rock…è una scommessa che spero di vincere! Definisco la mia musica un crossover, qualcosa che sta al limite tra un genere e l’altro.

LOI: Ti definiscono “pianista rock” nella musica quanto nell’aspetto…che rapporto hai con la tua immagine? 
DL: Contrariamente a quello che si può pensare non è affatto costruita. Se così fosse stato, mi sarei stancato. Da circa sei anni passo ore e ore dal parrucchiere per avere i capelli bianchi e ti assicuro che non è affatto divertente, io sono questo…così come mi vedi. 

LOI: Sei anche stato impegnato con dei tour in giro per il mondo…il palco che ti ha emozionato di più e quello in cui vorresti suonare? 
DL: Ce ne sono tanti ed è difficile scegliere. C’è stato un concerto in provincia di Udine, erano le 7.30 del mattino con tremila persone…è stato molto particolare e ho provato un’emozione unica! Probabilmente una delle cose più belle che ho fatto a livello live, ma il mio sogno è suonare da solista all’arena di Verona. 

LOI: Entrambi i palchi sono italiani…
DL: In Italia non c’è ancora la concezione della musica che suono e vorrei diventarne (il primo) portavoce. 

LOI: Ci sono dei musicisti con cui vorresti suonare? 
DL: Sicuramente David Garrett, forse l’unico. Preferisco suonare in solitaria, godermi gli elogi e incassare gli insuccessi da solo. Lo so…questo è un mio difetto.

LOI: Il musicista che più ti ha ispirato? 
DL: Ludovico Einaudi. È l’artista che più rappresenta il mio genere compositivo. Ma sicuramente ci sono anche: David Garrett, Lindsey Stirling e i 2Cellos che hanno fatto del crossover un vero e proprio genere. Non dimentichiamo poi i “grandi” del passato, tra i miei preferiti Bach e Chopin. 

LOI: Siamo arrivati alla fine…i primi tre brani delle tua playlist su Spotify? 
Dl: Al primo posto “Psycho” dei Muse. A seguire “Welcome to the black parade” dei My Chemical Romance - che è anche una delle cover dell’album ed è sicuramente il mio pezzo della vita e mi rappresenta a 360°- Al terzo posto “Fake Plastic Trees” dei Radiohead. 

LOI: Un consiglio a un giovane pianista?
DL: È un mondo complicatissimo e si devono avere le spalle robuste. Se dovessi sintetizzare in tre concetti sarebbero questi: personalità, costanza e non arrendersi mai.

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