Musica

L'Music: l'intervista a Daphne Guinness

Produttrice cinematografica, socialite, filantropa, musa della moda, amica di Alexander McQueen e Isabella Blow e... musicista. Come dimostra un nuovo album romantico e sensuale, a metà tra Goldfrapp e Klaus Nomi.

Ritratto di Daphne Guiness
Ritratto di Daphne Guiness

Prima di dedicarsi alla musica Daphne Diana Joan Suzannah Guinness è stata tanto altro. Ereditiera della famiglia Guinness - nota per la produzione della birra ma con attività anche nei settori bancari e politici - ha fatto la modella per Karl Lagerfeld e Philip Treacy, recitato in film dautore, disegnato linee di gioielli e make-up, collaborato con stilisti come Alexander McQueen e fotografi quali David LaChapelle e Nick Knight. 

L'OFFICIEL Italia: Come hai iniziato a scrivere questo album?
Daphne Guinness: Avevamo già fatto molti progressi con Malcolm (Doherty, il musicista che aveva già collaborato al suo precedente album, “Daphne & The Golden Chord”), su bozze di canzoni, ma io ero bloccata a L.A. nel bel mezzo di una pandemia, e i nostri collaboratori erano sparsi per il mondo. Le melodie erano scritte, le basi cerano, ma volevo che ci riunissimo in studio. Alla fine di settembre 2020, abbiamo iniziato a registrare lalbum con la band, per finirlo nellestate del 2023, in studio, a Londra. Ci sono voluti tre anni, abbiamo fatto tante versioni diverse... Cera una orchestra di 24 archi; sembra stravagante ma per me era essenziale che ci fossero esseri umani a suonare e soprattutto che non ricorressimo allintelligenza artificiale, alla quale sono totalmente contraria. Volevo un tocco umano. Questi musicisti sono così talentuosi e sono stati così soli durante la pandemia...

LOI: Quando scrivi una canzone, parti da una melodia, da una certa struttura, da un colore?DG: A volte cè una frase che suggerisce una tonalità, che il 99% delle volte si svilupperà in un modo minore, che modulerà su una progressione di accordi maggiori, che mi permette di esplorare diversi periodi della storia della musica, che non è necessariamente una costruzione standard nel mondo occidentale, ma che si può trovare nella musica greca o orientale, russa o asiatica...

LOI: Qual è stata la prima musica che ha amato da bambina?
DG: Bach, Beethoven, Mozart e Schubert. Poi i Doors, gli Stones, i Beatles... Prima di essere sedotta dagli inizi dellera psichedelica con un gruppo come gli Strawberry Alarm Clock.

LOI: Rimanendo su Schubert, ascoltandoti in alcuni brani di “Sleep” mi viene in mente il baritono tedesco Dietrich Fischer-Dieskau, che ha registrato le più belle versioni dei suoi Lieder...
DG: È il migliore! Quando mi riscaldo la voce, canto le arie del Flauto magico e poi alcuni Lieder, musica barocca... Mi rende così felice. Non suono molto bene il pianoforte e quando il tuo unico strumento è la voce, devi farla lavorare come un muscolo. 

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La cover di Daphne Guinness: "Sleep" (Agent Anonyme Recordings)


LOI: Quando scrivi o registri, usi riferimenti visivi?
DG: Non proprio, ma vedo i colori quando canto certe note e quando chiudo gli occhi e visualizzo certe forme geometriche, so che sto andando nella direzione giusta. Credo di avere una forma di sinestesia. Quando sono davanti al microfono, è come se mi trovassi in un corridoio buio cercando di orientarmi in un labirinto. Ho costruito lalbum come una storia, come un film. 

LOI: L’album ha una dimensione spirituale.
DG: Per me, scrivere musica è la cosa più vicina allo spirituale... Penso che viviamo in tempi così complessi, e sto cercando di trasmettere alcuni messaggi, che potrebbero passare completamente inosservati, in un ambiente giocoso.... È il bello della musica pop: trasmettere idee in una canzone.

LOI: C’è una canzone sullo scrittore Mishima, come l’hai scoperto? È stato grazie al film di Paul Schrader del 1985?
DG: Molto prima. Tra i tre e i cinque anni avevo una tata giapponese. Poco dopo i tre anni, Mishima si è suicidato, nel 1970, e lei mi ha raccontato tutto. Mio padre mi trovò seduta sulle scale a imitare il gesto dellhara-kiri.... Vorrei che questa canzone mi aiutasse a ritrovarla...

LOI: Hai lavorato di nuovo con Tony Visconti, collaboratore di lunga data di David Bowie, che conoscevi già.... Quanto è ancora importante per te?
DG: È stato David a convincere Tony a lavorare con me. È stato presente durante la registrazione del mio primo album, senza di lui non sarei dove sono oggi. Non sapeva nemmeno se sapessi cantare, ma ha creduto in me. Era straordinariamente generoso e saggio. Era così intelligente, divertente e brillante. 

LOI: Il tuo background nella moda influenza la tua scrittura?
DG: Ho lavorato con Alexander McQueen e Isabella Blow, ma in un certo senso non ho mai avuto un ruolo ufficiale, mi sono tenuta a distanza, ho trovato quel mondo privo di umorismo, il che significa molto per me! 

LOI: Cosa stai ascoltando al momento?
DG: Musica classica. Mi piace confrontare le versioni della stessa sinfonia o della stessa opera, per cogliere le sfumature...

LOI: Sogni la musica?
DG: Mi capita in continuazione. Spesso mi sveglio e scrivo una frase, a volte senza senso, a volte non riesco a rileggerle, ma mi aiutano...

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