Yves Saint Laurent: la storia che si cela dietro ai capi più iconici
Dalla Safari Jacket indossata da Betty Catroux allo smoking androgino all'abito Mondrian, tutti gli abiti di Monsieur Yves che hanno rivoluzionato la moda del XX secolo.
“Se Chanel ha dato la libertà alle donne, tu gli hai dato il potere”, così diceva sempre Pierre Bergè, compagno di affari e affetti, a Yves Saint Laurent. Monsieur Yves, nato in Algeria e traferitosi a Parigi a 17 anni per frequentare la prestigiosa Chambre Syndicale de la Haute Couture, è sempre stato un amante dell'arte e del bello che come un sismografo, sapeva rilevare le turbolenze creative che da li a qualche tempo sarebbero esplose, per narrarne la bellezza prima degli altri. È durante i primi tempi del suo soggiorno parigino che il giovane stilista viene presentato al couturier Christian Dior e inizia a lavorare per la prestigiosa casa francese. Nel 1957, Saint Laurent viene nominato direttore creativo della Maison Dior dopo la scomparsa di Christian Dior all'età di 52 anni. Dopo che viene sostituito da Dior da Marc Bohan, incontra Pierre Bergè ed è insieme a lui che decide di realizzare la prima collezione personale. Da questo momento in poi la storia della moda del XX secolo sarà mutata per sempre. La frenesia creativa di Sain Laurent era un gioco alchemico di contaminazioni; dietro ad alcuni suoi abiti più iconici che hanno tracciato la storia della moda del XX secolo, si celano delle storie intrecciate di cultura, ispirazioni e visioni.
YVES SAINT LAURENT: LA STORIA ATTRAVERSO ALCUNI ABITI PIÙ FAMOSI
Abito a trapezio
Contrassegnato da una silhouette fluida e vita lasciata libera e non stretta come si usava all'epoca, l'abito a trapezio è stato un importante novità negli anni di Yves Saint Laurent da Christian Dior. Il designer ha rielaborato la silhouette "New Look" di Dior in un capo che ha mantenuto uno stile simile ma è stato meno restrittivo da indossare. Grazie al tocco casual ma elegante dello stile, l'abito ha catapultato YSL sotto i riflettori internazionali.
Giacca safari
Ispirato alle sue origini algerine e utilizzando un distinto approccio prêt-à-porter, Saint Laurent ha introdotto la giacca sahariana nella sfera dell'alta moda. Lo stile utilitaristico, con silhouette militari oversize e grandi tasche applicate, veniva spesso inserito nelle collezioni di haute couture, segnando un netto distacco dagli abiti con architetture couture di quegli anni. Una delle prime ad indossare la Safari Jacket è stata Betty Catroux, musa e amica di Yves, insieme a Loulou De La Falaise, con i quale formavano un trio indissolubile.
Abito Mondrian
E sarà per la sua collezione autunno inverno 1965 che Yves Saint Laurent si avvicinerà tantissimo al suo amato mondo dell'arte, guardando al pittore Piet Mondrian. Nello specifico, per l'abito poi rinominato Mondrian, farà riferimento al dipinto del pittore del 1929 "Composizione II in rosso, blu e giallo". Gli elementi cubici del dipinto si adattavano bene alla forma strutturata del mini abito, diventato uno dei modelli più immediatamente riconoscibili di Saint Laurent. L'abito ha anche messo in evidenza l'abilità dello stilista nel collegare il mondo della cultura, dell'arte e dell'alta moda in un melange sartoriale come nessun altro.
Lo Smoking
Un lavoro finissimo di scoperta dello stile androgino ha caratterizzato il lavoro di Saint Laurent, tanto da rimanere anche un tratto costante nelle collezioni di Anthony Vaccarello, attuale direttore creativo del brand. Ha realizzato per la prima volta il completo Le Smoking per la sua collezione autunno inverno 1966. Storicamente l'abito cosiddetto strutturato doveva essere indossato in una sala fumatori per proteggere i vestiti dall'odore delle sigarette, un ambiente e di conseguenza uno stile originariamente riservato agli uomini. L'abito ha mantenuto i codici distinti delle silhouette maschili adattandosi anche alla forma del corpo femminile. Sebbene il look sia stato inizialmente criticato dai clienti couture e dalla stampa di moda, rimane senza dubbio uno dei colpi d genio creativi più moderni e attuali di Saint Laurent. Presentato sempre e solo in nero, sarà Bianca Jagger in occasione delle nozze con Mick Jagger, ad indossare uno smoking total white.
Stile beatnik
Con l'ascesa della moda dalle subculture giovanili nelle città come Londra e Parigi, Yves Saint Laurent ha guardato al movimento Beatnik come una delle principali fonti di ispirazione sia per la sua collezione autunno inverno 1960 di Christian Dior sia alcune sue successive collezioni personali. Pelle di coccodrillo, biker jacket, cuissardes e combact boots: sebbene non sia stata molto ben accolta dalle clienti e dalla stampa internazionale, questa collezione insieme alla "Collection du scandale" del 1971, pose le basi dell'estetica Yves Saint Laurent, così controcorrente, così in bilico tra perbenismo e ribellione, così viva ancora oggi.