Essenza Valentino, storia del brand che ha fatto degli abiti poesia
Quella della Maison Valentino è una grande bellezza, di quelle oltre il tempo e le mode. Recap favoloso di un uomo, Valentino Garavani, che ha insegnato al mondo cos'è l'eleganza e che oggi, nel passaggio di testimone, continua a farlo.
LA STORIA DELLA MAISON VALENTINO
John Fairchild gli diede il nomignolo di 'The Sheik of Chic'. E come dargli torto. Valentino è, e sempre sarà, colui che ha tratteggiato con mano sicura e fluida i contorni dell'eleganza. Lo stilista ha trasposto su tessuto una storia bellissima, la mescola perfetta dello spirito italiano unito a quell'attitudine tutta francese sempre protesa alla bellezza e allo charme. Oggi sono cambiati i nomi ma non l'essenza di un brand che continua a regalare sogni destinati a non finire mai. Da Valentino Garavani a Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri, il recap favoloso della maison romana, dal 2012 proprietà del fondo del Qatar Mayhoola, che incanta Hollywood e il jet-set internazionale proprio come in una favola moderna.
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Valentino Clemente Ludovico Garavani nel 1950 ha solo 17 anni quando approda a Parigi per studiare moda all’École des Beaux-Arts e alla Chambre Syndicale de la Couture Parisienne. Idee chiare e un talento da incanalare nella formula giusta. Balenciaga, Jean Dessès e Guy Laroche sono gli atelier presso cui lavora, affina le tecniche e assorbe le complesse dinamiche di un mondo elitario, sofisticato, frequentato da personalità peculiari, a cui Valentino Garavani è naturalmente predestinato.
Un anno dopo aver aperto il suo atelier a Roma in via Condotti, Valentino Garavani incontra nel 1959 Giancarlo Giammetti, allora studente di architettura e con il quale inizia a scrivere la storia di un marchio che diventerà simbolo di quell'eleganza aristocratica in equilibrio perfetto tra romanticismo e audacia. Giancarlo Giammetti si prende cura di ogni aspetto manageriale dell'azienda mentre il couturier lavora alla collezione che siglerà il debutto ufficiale della griffe. Nel luglio del 1962 sotto le luci della sontuosa Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, e davanti a un parterre esclusivo, sfila una serie di abiti da sera squisitamente confezionati. È un successo travolgente e per la prima volta Vogue Francia si decide a dedicare la copertina a un designer italiano.
Forse carminio, ma non porpora. E no, non è nemmeno rosso fuoco. Il Rosso Valentino è ormai un marchio depositato con una fomula cromatica precisissima: una miscela che calibra il 100% magenta, il 100% giallo con appena un 10% di nero. Alla faccia degli imitatori. Leggenda vuole che il couturier, durante gli anni parigini, rimane affascinato dall'atmosfera solenne dell'Opera di Barcellona, incluse le ospiti di rosso vestite. Ed è stata come una folgorazione. Quel rosso gli rimane così impresso, o meglio, gli entra così sotto pelle da diventare l'unico colore possibile in grado di competere con un'altra cromia vincente, il grafico duo del bianco e nero. Nel 2007, in occasione della mostra "Valentino a Roma: 45 years of Style", curata all'Ara Pacis da Patrick Kinmonth e Antonio Monfreda, 300 manichini plasmati intorno alla silhouette del collo da cigno della principessa Marella Caracciolo, vengono allestiti e vestiti con i capolavori in red del maestro. Valentino totalizzante.
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Chi sono le Val's Gals
Lo stile Valentino inquadra un concetto assoluto di eleganza che poco ha a che vedere con le tendenze stagionali a breve scadenza. La moda del couturier ha il compito di fornire memoria estetica del bello assoluto attraverso lo scorrere del tempo. Dalla scelta dei tessuti a disegno floreale ai pois, dalle iniziali astratte e poi doppiate che ne anticipano il concetto decorativo di logo, sono tutte scelte indicative di una attitudine a volersi interporre esattamente a metà tra ornamento e messaggio. Gli abiti Valentino nei '60 hanno le forme a trapezio, i fiocchi e i fiori, sono in chiffon e seducono gli sguardi con un sofisticato impiego delle trasparenze. Gli anni 70 della rivoluzione si condensano nei tagli sghembi e asimmetrici delle gonne; infine è il power suit a imporre alla silhouette Valentino degli anni 80 le ben note forme rigide e le spalle strutturate.
Nel 1979 Valentino sceglie New York e lo Studio 54 per presentare e lanciare Viva Jeanswear, una linea giovane e al passo con i tempi immortalata da Bruce Weber. E se la tela denim non è esattamente un tessuto che facilmente si inserisce nel lessico Valentino, è comunque diventato uno spazio ibrido dove sperimentare. Con il progetto con Levi's all'interno della collezione primavera estate 2021. Pierpaolo Piccioli rivisita un paio di jeans Levi’s storici, i 1969 517 boot cut, i soli che il designer adora indossare.
Quando nel 2001 Julia Roberts riceve l'Oscar come Miglior Attrice per il film Erin Brockovich - Forte come la verità, è stata come una vittoria doppia: per l'attrice il riconoscimento più ambito dalla Hollywood che conta, per la moda l'incipit di un nuovo filone, la riscoperta delle scelte d'archivio. Quella notte Julia Roberts scelse di indossare non un'inedita creazione ma un abito Valentino della collezione Haute Couture presentato ben nove anni prima, il 1992. A precederla nel 1993 Lorella Cuccarini a Sanremo sul palco dell'Ariston insieme a Pippo Baudo. Tanta magia si condensa in un abito in velluto nero, seta e tulle definito da uno scollo a V e da una linea continua color avorio lungo l'intera silhouette. Per Julia Roberts e l'abito fu ovviamente un successo. Ad oggi è considerato uno dei vestiti moda più iconici della storia degli Oscar. Al punto che di quell'abito Valentino esiste anche una pagina Wikipedia dedicata. Non trattandosi di una casa di moda aperta al servizio su misura, nel 2012 arriva lo strappo alla regola che fa scalpore: solo per Anne Hathaway, adorata come una figlia, Valentino disegna il suo abito da sposa, un sogno in seta, tulle e fiori su cady rosa tenue oggi ancora ispirazione per tantissime brides to be.
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Valentino e il mondo del cinema, non solo dietro le quinte
Se nel celebre film di Robert Altman Prêt-à-Porter del 1994, le luci e le ombre del mondo della moda così messe a nudo fecero arricciare il naso a parecchi stilisti presenti a Parigi, Valentino Garavani incluso, nel 2006 con Il Diavolo veste Prada di David Frankel, lui è l’unico designer a interpretare il ruolo di se stesso, nonché a firmare l’outfit di Meryl Streep nella scena in cui compaiono e recitano insieme. Ad anticipare il debutto recente sulle scene di Valentino è la filmmaker Katharina Otto con Beautopia (1998). Affascinata da come negli anni 90 il sogno di diventare top model sostituisca nelle adolescenti dell’epoca quello di sfondare come attrice, si appresta a documentarne la vita frenetica e meravigliosa con molti designer sullo sfondo, tra cui Valentino Garavani. Nel 2008 il grande schermo lo incoronerà definitivamente ultimo imperatore della moda e della bellezza nonché ribadirà la dedizione alla missione di creatore mai venuta meno in quasi mezzo secolo di attività. Valentino: the Last Emperor, film diretto da Matt Tyrnauer, documenta meglio di altri medium l’ultimo atto della gloriosa vita di stilista di Monsieur Garavani. A questo ritratto straordinario seguiranno altre due apparizioni video sempre sfiziose. In Zoolander 2 durante lo show Valentino presidiato da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli e in Franca: Chaos and Creation, un film documentario scritto e diretto da Francesco Carozzini e presentato al Festival del Cinema di Venezia nel 2017.
Il simbolo identificativo delle scarpe Rockstud Valentino è la borchia. Quadrata, cruciforme e metallica, rende omaggio all’antica Roma e alla tecnica del “bugnato” delle facciate dei nobili palazzi. Nel 2010 Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, freschi della nomina di direttori creativi, dopo un anno di Alessandra Facchinetti, lanciano quello che sarà il prodotto più redditizio della storia moderna del brand. Tra il 2014 e il 2019, afferma The Fashion Law, le vendite delle scarpe Rockstud renderanno qualcosa come oltre 152 milioni di dollari. Le Rockstud Valentino debuttano nella collezione autunno inverno 2010/11 lasciando il pubblico al contempo sorpreso e ammaliato. Un design semplice e raffinato, eppure increspato da quell'elemento pungente della borchia quadrata, è sintesi perfetta di quella visione elegante, sensuale e incisiva by Valentino only. E poi c'è il tacco, rigoosamente kitten oppure ultra flat. Ovviamente esiste la versione high da 10 centimetri, ma siamo tutti d'accordo su quale sia la più convincente. Sei anni dopo le scarpe Valentino con le borchie arriva anche la borsa coordinata. Accompagnata da una campagna altrettanto "ribelle" curata da Terry Richardson viene lanciata sul mercato la Rockstud Bag amatissima dai Valentino fan, oggi reinterpretata con un progetto molto speciale by Bethony Vernon. A ottobre 2020 Piccioli lancia Valentino Garavani Rockstud X un contenitore creativo che celebra il decimo anniversario della linea accessori Valentino Garavani Rockstud. Designer e artisti internazionali sono chiamati a offrire la propria interpretazione della “Stud”, dove a fare da apri pista c'è il designer inglese Craig Green.
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Nel 2008 il duo Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, da responsabili dell'area accessori - è Valentino in persona a convocarli per quel ruolo nel 1999 - diventano direttori creativi della Maison Romana. A loro si deve la rinascita del marchio grazie a una rilettura accurata del DNA affiancata da una visione del lusso e dell'eleganza più contemporanea. Si tratta di una co-direzione prolifica che si interrompe nel 2016 quando il lungo sodalizio durato venticinque anni, prima come studenti allo IED di Roma, poi da Fendi e infine da Valentino, si apre a nuove occasioni di crescita professionale. Chiuri a sorpresa saluta l'azienda per diventare la prima donna alla direzione creativa di Christian Dior lasciando così a Piccioli il timone da Valentino in solitaria.
Dalla mano di Valentino Clemente Ludovico Garavani a quella di Pierpaolo Piccioli, la magia rimane la stessa. Nel luglio del 2007, in occasione della festa di celebrazione dei 45 anni di attività della Maison Valentino, ballerine sospese di rosso vestite fluttuano davanti al Colosseo sotto a una magica stellata romana. Nel 2020, a Cinecittà, è Piccioli a presentare la collezione Haute Couture autunno inverno 20/21 coadiuvato dalla mano sapiente del fotografo e art director Nick Knight. Figure eteree avvolte nel bianco di seta, organza e taffetà volteggiano, sul cantato struggente di FKA Twigs, sospese nel buio vellutato degli studi cinematografici. Quando si dice la lunghezza d'onda. Da quando il marchio ha voltato pagina non sono mancati segnali positivi e riconoscimenti prestigiosi: nel 2015 il duo creativo Chiuri-Piccioli riceve il premio CFDA International Award; nel 2017, ormai unico Direttore Creativo, è Piccioli ad essere nominato Designer of the Year durante la terza edizione degli InStyle Awards. Segue nel 2018 un'altro premio Designer of the Year in occasione di Fashion Awards 2018 di Londra. Non ultimo, nel 2020, si aggiunge un nuovo CFDA International Womens Designer of The Year Award insignito niente meno che dal presidente del Council of Fashion Designers of America Tom Ford.
1959: Valentino apre il suo Atelier a Roma
1962: è il debutto internazionale alla Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze
1967: tra i designer italiani premiati a Dallas con il prestigioso Neiman Marcus Fashion Award, gli si apriranno definitivamente le porte nel mercato del lusso americano
1968: debutta la White Collection e spezza il flusso estetico di quegl'anni a base di colori brillanti. Nasce il concetto di logo realizzato con le iniziali
1976: Valentino sceglie di far sfilare la sua linea boutique a Parigi per lasciare la Haute Couture a Roma. Nel 1989 sposterà a Parigi anche quella.
1978: Nasce la linea di prèt-à-porter, grazie alla collaborazione con il Gruppo Finanziario Tessile e, al contempo, debutta il primo profumo della maison dal nome Valentino Classique
1979: A New York vengono lanciati sul mercato i primi jeans Valentino: Viva Jeeanswear è il nome della linea
1986: arriva Oliver by Valentino, seconda linea giovane e fresca, omaggio all'amatissimo omonimo carlino il cui musetto ne diverrà anche il logo.
1999: Valentino Garavani in persona chiede a Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli di diventare i responsabili dell'area accessori Valentino, Valentino Garavani.
2003: Chiuri e Piccioli vengono nominati co-direttori creativi della nuova linea giovane REDValentino, acronimo di Romantic Eccentric Dress. Nel maggio 2021 l'azienda rilascia un comunicato in merito alla sua chiusura nel prossimo 2024 con la collezione autunno inverno 23/24.
2007: il 3 ottobre a Parigi Valentino Garavani presenta la sua ultima collezione primavera estate 2008. È l'anno delle celebrazioni e della mostra Valentino a Roma: 45 years of Style.
2008: il 23 gennaio a Parigi al Musée Rodin va in scena l'ultima collezione Haute Couture by Valentino Garavani con un finale commovente. Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli diventano i Co-Direttori Creativi di tutte le linee della Maison
2011: fa il suo debutto Valentino Garavani Virtual Museum. Un'esperienza digitale che illustra per la prima volta cinquant'anni di storia della moda del brand.
2012: Mayhoola for investments, fondo del Qatar, acquisisce il marchio Valentino da Permira per un corrispettivo di 710 milioni di euro
2015 Arriva il film Zoolander 2 e per il lancio del film i modelli protagonisti Derek Zoolander e Hansel, gli attori Ben Stiller e Owen Wilson, sfilano a sorpresa nello show Valentino Autunno/Inverno 2015-16 indossando due look della Collezione Uomo Primavera/Estate 2015.
2016: Dopo la dipartita di Maria Grazia Chiuri per Dior Pierpaolo Piccioli viene nominato unico Direttore Creativo Valentino
2017: Piccioli è eletto Designer of the Year durante la terza edizione degli InStyle Awards
2018: vince il premio Designer of the Year ai Fashion Awards 2018 di Londra
2020: a settembre Piccioli in sostegno al Sistema Moda Italia, e per ovvie complicazioni logistiche dovute alla pandemia, presenta la collezione primavera estate 2021 a Milano in chiusura della fashion week lasciando così Parigi a bocca asciutta. In contemporanea debutta Voce Viva Valentino, ultimo profumo della Maison e con Lady Gaga come testimonial.