The Now Icon: Zoey Deutch
Siamo all’indomani della prima newyorchese di “The Politician”, serie di punta di Netflix prodotta dal dream team del piccolo schermo: Ryan Murphy, Brad Falchuk e Ian Brennan. Nel cast, pezzi da novanta come Jessica Lange e Gwyneth Paltrow. La prima stagione (perché sì, ce ne saranno altre), detta subito il mood: un ritratto contorto e spassoso, ma terribilmente veritiero, del caotico panorama politico degli Stati Uniti oggi, ambientato nell’universo febbrile dei liceali, ricchi sfondati e pronti a pugnalare chiunque alla spalle, e dei loro genitori, non meno psicotici. Zoey Deutch, attrice venticinquenne, è Infinity Jackson, braccio destro di Payton Hobart, un giovane ambizioso interpretato da Ben Platt che aspira alla carica di presidente del consiglio studentesco. Infinity è erroneamente convinta di avere un tumore e, di episodio in episodio, la trama si fa sempre più allucinata. «“The Politician” è stata di gran lunga una delle mie migliori esperienze. E ieri sera alla prima mi sono divertita come non mi capitava da tempo», racconta Deutch, ex beniamina della Disney, figlia dell’attrice Lea Thompson (passata alla storia per “Ritorno al futuro”) e del produttore Howard Deutch, ricordando maliziosamente i momenti topici del giorno prima. «Abbiamo tirato le due di notte con il karaoke, poi siamo andati a mangiare i pierogi (ravioli della traduzione culinaria polacca, ndr)... segno che è stata una bella serata!» Quest’anno l’attrice americana, baby prodigio dello showbiz, non è stata con le mani in mano. Oltre che in “The Politician”, già campione di binge watching selvaggio (guardare tutti gli episodi di una serie in 24 ore, ndr), la vedremo presto anche nel film drammatico “Buffaloed”, dove veste i panni di una ragazza disposta a tutto pur di lasciare Buffalo, una cittadina nello stato di New York, e in “Zombieland – Doppio colpo”, dove fa strage di non-morti al fianco di Emma Stone, Woody Harrelson e Jesse Eisenberg. Considerata l’astro nascente di Hollywood, Zoey Deutch sta già facendo parlare di sé. E tanto.
A quanto pare hai uno spiccato talento comico...
Sono cresciuta in una famiglia dove la comicità contava davvero molto. Mi piace l’idea che interpretare una commedia voglia dire recitare con ottimismo e positività. È molto più facile far ridere quando si è in uno stato d’animo positivo.
Ci puoi raccontare la tua esperienza per “The Politician” e il perso- naggio di Infinity Jackson.
Infinity è un vero camaleonte, e in parte anche un’illusionista. Si sa travestire, è in grado di defilarsi da un momento all’altro per poi ricomparire quando vuole. Sa essere invisibile. La sua vita è caotica e denota al tempo stesso un profondo vuoto esistenziale. Ho amato molto questo ruolo e non mi è capitato spesso di divertirmi così tanto sul set.
Hai recitato in “Zombieland – Doppio colpo”, ma non hai avuto occa- sione di conoscere Bill Murray...
Purtroppo no, non ho avuto la fortuna di lavorare con lui o di incontrarlo. Ho l’impressione che tutti abbiano un catalogo di aneddoti uno più assurdo dell’altro su Bill Murray, ma non faccio ancora parte del club. Spero di rimediare presto. Nutro una grande ammirazione per tutti gli attori che hanno partecipato al pro- getto, sono così fan del loro lavoro che non mi aspettavo niente di particolare, a dire il vero. Non bisogna mai aspettarsi troppo da chi non si conosce o metterlo su un piedistallo. D’altro lato, sono rima- sta molto sorpresa perché tutti ci hanno preso gusto: è stato fantastico! Una delle poche volte nella vita in cui, quando tor- navo a casa, ero soddisfatta al 100%.
Come ti sei preparata per la parte?
Ho abitato nella valle di San Fernando, alla periferia di Los Angeles, per ventiquattro anni: è stata questa la mia preparazione, quel tipo di stereotipo non aveva segreti per me. L’estetica, il look e l’anatomia del personaggio sono radicati in quell’ambiente. Molti dei suoi riferimenti risalgono al 2009 e mi sono divertita a fare ricerche su quel periodo.
Come capisci se un ruolo è giusto per te?
Se leggo le battute a voce alta in genere vuol dire che mi ci ritrovo, che ho voglia di fare il provino. Sinceramente non posso nemmeno permettermi di selezionare i copioni: sono obbligata a fare i provini, e se vengo richiamata è un successo. Mi viene in mente una frase di Meryl Streep, che sicuramente non sarà stata proprio così, ma la adoro. Dice più o meno: “Recitare non vuol dire diventare qualcun altro. Vuol dire trovare una somiglianza in ciò che è apparentemente diverso e riconoscersi”. È quello che cerco di fare.
Cosa ne pensi della moda?
Vado matta per la moda, perché l’atto di vestirsi o di travestirsi e diventare qualcun altro è liberatorio. È emozionante ed è così che deve rimanere: un gioco, un piacere. Mi fa sentire forte. Ho sempre avuto una grande passione per Katharine Hepburn e tutti gli abiti che indossava. È riuscita a ritagliarsi un posto nella storia prendendosi gioco delle convenzioni, sfidando i canoni della bellezza nella sua epoca. Indossare un outfit vuol dire affermare il proprio potere decisionale.
Com’è stato partecipare al défilé di Fendi (lʼattrice americana è stata tra le star ospitate a Roma dalla maison per la sua sfilata di alta moda, ndr)?
Aiuto! È stata surrealista, impressionante. Un privilegio, senza ombra di dubbio.
Hai l’impressione che indossare un abito Fendi sia come indossare i panni di qualcuno sul set?
Decisamente sì. Come ho detto, è liberatorio portare un costume e diventare qualcun altro. È una delle prime cose che faccio quando creo un personaggio: mi invento la sua immagine, il look, il modo di camminare. È un processo che mi affascina. Nella vita di ogni giorno, quello che conta di più per me è indossare qual- cosa che mi faccia stare bene. È una questione di stile, non di tendenze. Lo stile è qualcosa che piace, che ci fa sentire a nostro agio e rispetta solo i nostri criteri. Appartiene solo a noi.
Come descriveresti il suo stile?
Sono un’eterna indecisa. Devo consultarmi con almeno dieci persone prima di capire cosa mettermi.
Foto Roberto Patella
Testo Yale Breslin
Styling Leonardo Caligiuri
Production Werther Milano/ WIB srl
Assistente fotografo Luca Costa
Hair stylist Massimo Serini
Make up artist Jenna Kristina