Fashion

The Cult Shoe: la storia delle Timberland

Adottata dalle sottoculture giovanili, reinterpretata con collab e nuovi progetti rivolti alle ultime generazioni, l’Original Timberland® Boot compie 50 anni.

clothing footwear shoe sneaker

Nei primi anni Ottanta i paninari, una compagnia di ragazzi benestanti post-sessantotto, si ritrovavano al bar “Il Panino” di Piazza Liberty e al “Burghy” di Piazza San Babila. Il loro obiettivo era replicare il modello degli Stati Uniti reaganiani, frequentando fast food, approcciando lo stereotipo delle maggiorate, collezionando gadget e consumando tra di loro liberamente senza sensi di colpa. Giravano su moto Zundapp o Garelli con capelli ingellati e tagliati a spazzola, indossavano gonfi piumini colorati o giubbotti di pelle griffati, occhiali da sole neri e ai piedi rigorosamente le scarpe da boscaiolo di pelle chiara. Parliamo del Original Yellow Boot di  Timberland nato nel 1973, progettato con l’obiettivo di proteggere e tenere asciutta la classe operaia del New England, adottato successivamente come uniforme non ufficiale dagli MCs del movimento hip hop di New York City degli anni Novanta. Con l'evolversi della scena e del genere musicale, l'estetica utilitaristica del marchio è stata ripresa anche da artisti come Tupac, DMX, Biggie, Beyoncé, Jay-z, Kanye West e Drake trasformando la grinta, la frenesia e la creatività dalla strada al palcoscenico. Contemporaneamente a Londra, i boots venivano indossati dal tramonto all'alba per affrontare i rave organizzati nei campi inglesi, negli scantinati e nei grandi magazzini trasformati in TAZ (Temporary Autonomous Zone) per ospitare eventi per l’esuberante sottocultura britannica. Raver e clubber decontestualizzano l’abbigliamento workwear generando look al limite del post-apocalittico, stemperati poi con elementi fosforescenti e catarifrangenti che interagivano con l’impianto luci. Ad accompagnare i passi sopra ritmo ripetitivo, c’era quasi sempre il 6-Inch Boot, e qualsiasi graffio o macchia involontaria, non faceva altro che enfatizzare l’estetica industriale dei raver. Dopo esser entrato nell’immaginario comune, il successo della work-shoes negli anni 2000 ha conquistato l’occidente e l’oriente grazie anche a liaison creative e collaborazioni con marchi come Supreme, The North Face, Bee Line, Aimé Leon Dore, Off-White, Vans, Pangaia, e Jimmy Choo che ne hanno amplificato l’hype.

Oggi lo stivale cult compie il suo
50° anniversario e presenta Future73, un progetto corale che ha coinvolto sei personalità di tutto il mondo a reinterpretare la Timberland® Premium 6-Inch Boot. Il team di creativi comprende: Edison Chen, attore di Hong Kong, stilista e fondatore del brand di streetwear e lifestyle CLOT; Samuel Ross, stilista britannico e fondatore di A-COLD-WALL*; Suzanne Oude Hengel, knit engineer e fondatrice di Knit In Motion; Nina Chanel Abney, artista contemporanea americana; Humberto Leon, da Los Angeles, stilista, retailer, direttore creativo e ristoratore; e Christopher Raeburn, stilista britannico e fondatore della propria etichetta di moda responsabile, RAEBURN. Il progetto che durerà per tutto il 2023 e sarà affiancato da una serie di eventi, release, sessioni creative multidisciplinari e masterclass curate da innovatori culturali con momenti pensati per educare e ispirare la nuova generazione di visionari del futuro. 

Tags

Articoli consigliati