Natalie Portman è la protagonista di "Lady in the Lake - La donna del Lago" su Apple TV+
La produttrice e attrice premio Oscar, fotografata nell’hôtel particulier parigino del creativo Vincent Darré, passa alla televisione con il suo primo ruolo nella serie di Apple TV+ in arrivo il 19 luglio 2024 “Lady in the Lake”. Mentre sta girando “Fountain of Youth”, il nuovo film d’avventura del regista Guy Ritchie.
Text by CARRIE WITTMER
Photography ELLEN VON UNWERTH
Styling GIULIO MARTINELLI
Natalie Portman, seduta sul sedile posteriore di un’auto a Parigi, indossa un cappotto di lana e un maglione a girocollo color carbone (un look monocromatico per un martedì di pioggia). Sta prendendo il treno per tornare a Londra, dove sta girando “Fountain of Youth”, un film d’avventura di Guy Ritchie con Eiza González, Domhnall Gleeson e John Krasinski. Nel 2011, la Portman ha vinto un Oscar per la sua emozionante interpretazione della ballerina Nina in “Black Swan” di Darren Aronofsky. Quando ha vinto l’Oscar in un abito viola drappeggiato di Rodarte, era incinta del suo primo figlio che ora ha due anni.
Nel corso della sua carriera cinematografica - iniziata all’età di 13 anni in “Léon: The Professional” - ha lavorato con Michael Mann (“Heat”, quando aveva solo 14 anni), Todd Haynes (“May December,” prodotto dalla sua casa di produzione MountainA), Alex Garland (“Annihilation”) e Pablo Larrain (“Jackie”). È stata Padmé Amidala, la regina di “Guerre stellari” e la sua interpretazione di Sam in “La mia vita - Garden State” (uscito 20 anni fa) ha dato vita allo stereotipo della “Manic Pixie Dream Girl”(la ragazza eccentrica che insegna a giovani uomini malinconici ad abbracciare la vita, un termine inventato per Kirsten Dunst in “Elizabethtown”, ndr). Dal 2011 è il volto di Miss Dior. Ora la Portman, 42 anni, sta passando alla televisione come molte sue coetanee vincitrici di Oscar (Nicole Kidman, Reese Witherspoon, Anne Hathaway, Jodie Foster e altre). Sebbene la Portman abbia fatto diverse apparizioni televisive come guest star, “Lady in the Lake” di Apple TV+, basata sull’omonimo romanzo del 2019 di Laura Lippman, sarà la sua prima serie televisiva. La Portman interpreta Maddie Schwartz, una casalinga degli anni Sessanta che abbandona il marito per diventare una reporter investigativa a Baltimora, dove si lascia coinvolgere dagli omicidi apparentemente scollegati di una ragazza ebrea e di una donna di colore. La Portman ha parlato con L’OFFICIEL tramite Zoom - dal retro della suddetta auto - delle differenze tra recitare per la televisione e per il cinema, della sua casa di produzione, della maison Dior e del suo incontro virale con Rihanna alla Settimana della Moda di Parigi a gennaio (la sua canzone preferita è “Sex With Me”).
L'OFFICIEL: Mi parli del tuo incontro con Rihanna alla sfilata di Dior?
NATALIE PORTMAN: È stato come un sogno. Sono una sua grande fan da molto tempo. La sua musica significa molto per me ed ero così emozionata.
LO: La gente dimentica che le celebrità sono stregate da altre persone…
NP: Apprezzo molto il suo talento e la sua arte, e questo ha reso la mia vita migliore.
LO: Sei con Dior da dieci anni. Cosa significa per te questo rapporto?
NP: È davvero incredibile vedere l’approccio di Maria Grazia (Chiuri, direttore creativo womenswear di Dior, nda) per la maison e avere una donna che si dedica così tanto al femminismo, all’arte e all’arte femminile e che li celebra in ogni sua creazione, celebrando contemporaneamente anche la praticità dell’essere donna. Nel vedere una sfilata di alta moda in cui le donne indossano scarpe basse e ogni abito ha le tasche, si ha la sensazione che lei sappia esattamente cosa vogliamo indossare. È stato molto emozionante e una vera rivelazione su come la moda possa esaltare la donna e non opprimerla. È una persona di talento, creativa e vera. Se parli con lei, vorresti stare lì per ore. Vorresti essere la sua migliore amica.
LO: “Lady in the Lake” è il tuo primo ruolo da protagonista in una serie televisiva. Cosa ti ha convinta a fare questa scelta?
NP: Il formato della serie permette di raccontare una storia complessa e di avere molto spazio per svilupparla. È ovvio che come mezzo di comunicazione è interessante. Alcune delle migliori storie dei nostri tempi sono state raccontate in forma di serie. Inoltre, ho avuto modo di lavorare con Alma Har’el (creatrice, scrittrice e regista), che adoro.
LO: Cosa ti è piaciuto della storia?
NP: La storia in sé mi è piaciuta molto per due motivi principali. Uno è che mia nonna era di Baltimora e aveva più o meno la stessa età di Maddie in quel periodo. Inoltre, la storia dell’assimilazione degli ebrei in quel periodo è interessante per me, e la questione di cosa significhi quando le persone oppresse possono diventare oppressori.
LO: In che modo recitare per una serie televisiva è diverso dal recitare per un film?
NP: È più una maratona che uno sprint. Un film ha un periodo di tempo breve, intenso. Una serie richiede un tempo molto, molto lungo per essere girata. È estremamente impegnativo ed estremamente sfidante a livello emotivo per un lungo periodo di tempo. È faticoso e bisogna preservare le proprie energie. Come attore, hai anche molti più dettagli sul personaggio perché hai molto più tempo a disposizione, ovviamente.
LO: C’è qualche regista con cui vorresti lavorare in futuro?
NP: Greta Gerwig. Ho lavorato con lei diverse volte. Mi piacerebbe lavorare con Gina Prince-Bythewood, che è una persona con cui sto cercando di trovare qualcosa da tempo, e con Paolo Sorrentino. Poi ci sono molti altri con cui mi piacerebbe tornare a lavorare, come Alma Har’el, Darren Aronofsky e Pablo Larraín.
LO: Qualche attore?
NP: Ci sono tanti attori che trovo eccitanti e stimolanti: Olivia Colman, Kate Winslet, Paul Mescal, Jodie Comer.
LO: La tua casa di produzione, MountainA, ha prodotto “May December”. Come ci si sente ad avere un maggiore controllo sui propri progetti?
NP: C’è sicuramente una differenza. Quando sei un attore, puoi concentrarti su quello che fai e non preoccuparti di nessun problema. Fare il produttore ti fa entrare in una modalità adulta che ti fa dire: “Oh, c’è un problema”. Sono io che mi occupo di migliorarlo. Mi piace molto. È esattamente la fase della vita in cui mi trovo. Sono in giro da abbastanza tempo da sapere come aiutare a sistemare ciò che non va.
LO: Che tipo di progetti sta cercando MountainA?
NP: Dipende dagli artisti che ci interessano. Artisti affermati come Todd Haynes, di cui amiamo i film, e talenti emergenti al loro primo o secondo film. È davvero entusiasmante poter aiutare i nuovi talenti a sviluppare le loro visioni, ma anche lavorare con i maestri. Di solito, quando lavori con qualcuno come Todd, sa esattamente come fare. Tu sei solo un piccolo aiuto.
LO: Deve essere stato emozionante e gratificante vedere Charles Melton sbocciare e avere questo grande momento con “May December”...
NP: Ha lavorato così duramente e ha così tanto talento. È così serio in quello che fa e ha buon gusto. Sono molto colpita da tutte le scelte che continua a fare.
LO: Sei in questo settore da moltissimo tempo, praticamente da tutta la vita. L’industria dell’intrattenimento è sempre in evoluzione, ma è cambiata così tanto anche solo negli ultimi cinque anni. Perché pensi di esserti adattata così bene nel corso degli anni?
NP: Non lo so. Una cosa che ho notato in molti attori, ed è vero anche per me, è che molti di noi si sono spostati molto da bambini. Questo ti rende molto flessibile e capace di valutare rapidamente una situazione e di saperti adattare. È buffo perché in realtà in “May December” sia Julianne (Moore) che Charles sono figli di militari, quindi anche loro si sono spostati molto. È una cosa abbastanza comune, che ho riscontrato parlando con i colleghi attori. Quindi non lo so. Penso che questo ti renda capace di cogliere i sottili segnali sociali e di capire come andare d’accordo e inserirti. Ti adatti ai diversi ruoli che devi interpretare nelle diverse situazioni. Sono sicura che questo ci serva quando un settore cambia e devi chiederti: “Ok, cosa faccio adesso per poter continuare a lavorare?”.
LO: Molti attori lavorano per tutta la loro carriera per ottenere un Oscar, e tu ne hai ottenuto uno abbastanza presto. Questo ti ha tolto un po’ di pressione?
NP: Non è mai stato l’obiettivo, che è sempre stato seguire la mia curiosità e lavorare con persone che mi interessavano. Quindi non mi è sembrato che sia cambiato molto in termini di approccio al lavoro. Naturalmente si vuole fare anche altro che la gente possa amare, quindi l’asticella si alza per continuare a fare cose con cui il pubblico possa entrare in contatto.
LO: Sei sempre stata un’attivista per le donne e una voce di spicco del movimento MeToo. Hai notato qualche cambiamento nel modo in cui le donne vengono trattate nel settore da allora?
NP: Le persone sono molto più consapevoli, e questo è un ottimo punto di partenza. Ne parlano, e per loro è un po’ più facile. Poi ci sono alcune cose che sono praticamente cambiate. In “Lady in the Lake“ è stata la prima volta che ho avuto un coordinatore dell’intimità e anche questo è un passo importante. Ma è tutt’altro che risolto. La strada da percorrere è ancora molto lunga e, purtroppo, ci sono ancora abusi che si verificano continuamente. Ma sì, credo che ci sia stato sicuramente un passo avanti.
LO: Com’è stato avere un coordinatore dell’intimità?
NP: Tutti sanno cosa devono fare, cosa va bene e cosa non va bene, e se ne parla prima delle riprese. La scena è coreografata, come una scena acrobatica; non c’è più spazio per chi non si comporta correttamente. Si evita così di avere un problema.
«Vorrei tornare a lavorare con Greta Gerwig, Alma Har’el, Darren Aronofsky e Pablo Larraín» Natalie Portman
LO: C’è qualche personaggio che hai interpretato a cui pensi spesso?
NP: Tendo ad andare avanti. Non mi soffermo sulle cose passate, ma ci sono alcuni temi che ho affrontato in più occasioni, come il ruolo che interpretiamo con gli altri rispetto a chi siamo veramente, in particolare quelli che le donne devono interpretare per diverse persone nella loro vita. Ed anche la ricerca della libertà da parte delle donne. La libertà delle donne e la possibilità di raccontare la propria storia è un tema che ricorre spesso, non intenzionalmente, ma a posteriori posso dire: “Sono attratta da questi temi”.
LO: È buffo che tu lo dica, perché dopo aver visto “May December” ho pensato a come si collega tematicamente a “Black Swan” e a “Vox Lux” (film del 2018 in cui interpreta, una pop star irascibile]. Se dovessi interpretare di nuovo un personaggio, chi sceglieresti?
NP: In realtà, “Vox Lux” sarebbe divertente. Onestamente, è stato un personaggio molto divertente da interpretare.
In tutto il servizio Natalie Portman indossa sandali; PÍFERI.
Appartamento decorato da Vincent Darré
IN TUTTO IL SERVIZIO PER IL MAKE-UP— Forever Glow Star Filter, Forever Glow Foundation, Rouge Dior 999 Satin, Diorshow Iconic Overcurl Mascara – 090 Black e Diorshow On Stage Crayon – 090 Black: tutto DIOR BEAUTY.
TEAM CREDITS: HAIR: Philippe Mensah @ capsule Agence
MAKE UP: Kelly McClain @ a frame agency using Dior Beauty
NAILS: Sylvie Vacca @ call my agent using Dior Beauty
SET DESIGNER: Chloé Rimbot
PRODUCTION: Producing Love
HEAD OF PRODUCTION: Zoé Martin
PRODUCER: Ludovic Del Puerto
PRODUCTION CORDINATOR: Anna Ceravolo
PRODUCTION ASSISTANTS: Perrine Seignour e Julien Fernandes
PHOTO ASSISTANTS: Axel Launay e Constantin Schlachter
DIGITAL OPERATOR: David Dejan
STYLING ASSISTANT: Fernando Echeverría
LOCATION: Atelier Particulier di Vincent Darré