Design

Issey Miyake’s Creative Dialogues: l'intervista al collettivo We Make Carpets

Il brand ha commissionato al collettivo olandese We Make Carpets il progetto “Fold and Crease” in mostra alla Milano Design Week 2024 nella boutique milanese. 

Un ritratto del collettivo We Make Carpets. In ordine da sinistra:  Bob Waardenburg, Marcia Nolte e Stijn van der Vleuten
Un ritratto del collettivo We Make Carpets. In ordine da sinistra: Bob Waardenburg, Marcia Nolte e Stijn van der Vleuten

Bob Waardenburg, Marcia Nolte e Stijn van der Vleuten, i componenti del trio basato ad Amsterdam We Make Carpets sono stati invitati ad esporre il loro lavoro nel flagship store milanese di Issey Miyake di via Bagutta dal 16 al 29 Aprile durante la Milano Design Week 2024. «Non facciamo tappeti reali e funzionali, facciamo installazioni, e già dal nostro nome si può intuire il nostro lato più giocoso. Per noi il tappeto è solo un supporto, una tela bianca su cui esplorare pattern, colori e oggetti di utilizzo quotidiano. Sui nostri carpet puoi trovare spugne abrasive, forchette economiche, volani e mollette da bucato. Il nostro è un progetto che interroga la vita quotidiana, in cui la visione cambia di continuo a seconda del tema, ma ogni risultato che otteniamo è frutto di un collettivo di menti».

L’OFFICIEL ITALIA: Come avete cominciato a lavorare insieme?
BOB WAARDENBURG: Abbiamo iniziato 15 anni fa, ci siamo incontrati durante gli studi, io studiavo arte mentre Marcia e Stijn frequentavano la Design Academy di Eindhoven. Insieme abbiamo preparato la prima mostra intitolata “Instant Nature” durante la Dutch Design Week del 2009, e così è nato il primo tappeto, “Forest Carpet”, realizzato con materiali organici prelevati dalle foreste: pigne, aghi di pino, muschio e ghiande. E questa è stata la prima volta in cui abbiamo impiegato oggetti per realizzare un tappeto-installazione che rivestisse il pavimento.

person weaving art handicraft
L'opera Skewer Carpet 2 di We Make Carpets per il progetto "Fold and Crease" alla Milano Design Week.

LOI: Che cosa significa collaborare in un collettivo?
BW: Io sono artista visuale, Marcia è architetto paesaggista, Stijn è interior ed exhibition designer, abbiamo tre studi differenti e un triplice punto di vista. Il nostro lavoro vuole esplorare le possibilità differenti di combinare colori e pattern nello spazio. Marcia è anche la mia partner, ci siamo fidanzati ancora prima di fondare il nostro collettivo, ma quando si tratta di lavoro, tra noi tre c’è un rapporto molto professionale.

LOI: Raccontaci di più sul progetto “Fold and Crease”.
BW: Avevamo fatto un’esposizione nel 2016 per lo spazio 21_21 Design Sight di Tokyo, (istituzione ideata da Tadao Ando e Issey Miyake per veicolare i valori del design alle nuove generazioni nda), e volevamo tornare a collaborare con il brand per qualcosa di speciale destinato alla boutique di Milano, progettata da Tokujin Yoshioka in un palazzo storico del XIX secolo. Ci hanno dato carta bianca, nella condivisione dei valori del marchio. A novembre abbiamo fatto un sopralluogo di ricerca, ci siamo fatti inviare due box con i materiali dell’ufficio stile di Tokyo - tirelle e campioni, bottoni, stickers, aghi e spilli -, e abbiamo intuito che l’attenzione per i dettagli era un comune denominatore con la nostra realtà. Siamo stati molto attratti dagli spilli e abbiamo cominciato ad inserirli nella gommapiuma per le opere Pin Carpet 2, 3 e 4, poi abbiamo inserito il prodotto ottenuto in cornici di supporto di legno per dargli una forma e plasmare nuove texture a seconda del movimento degli spilli. Poi abbiamo lavorato a Skewer Carpet 2 con gli spiedini da cucina. Quando questi carpet si muovono, le texture generano una percezione tessile.

LOI: Quando ho visto i vostri tappeti, ho pensato subito che fosse una collaborazione giocosa in linea con la joie de vivre di Miyake. 
BW: Come Miyake noi cerchiamo sempre di esplorare nuovi territori a partire dai colori e i materiali. Siamo rimasti affascinati dal plissé, dalle increspature dei tessuti e le tecniche di lavorazione, in particolare dalla Steam Stretch del progetto A-POC BLE presentato l’anno scorso durante la Milano Design Week. Però abbiamo voluto prendere le distanze dai tecnicismi, per elaborare un’idea più in linea con la nostra pratica creativa.

floor home decor flooring rug architecture building corridor indoors
indoors interior design art tile home decor blackboard
Alcune opere di We Make Carpets


LOI: C’è qualcosa di più dietro all’idea di utilizzare oggetti provenienti della vita quotidiana per le vostre opere?
BW: Ha a che fare direttamente con il nostro background, Marcia e Stijn si trovano spesso a lavorare sul prodotto - Stijn possiede intere collezioni di oggetti - e per noi è come se fosse una reinterpretazione della pratica del ready made. Vogliamo che le nostre opere siano belle da vedere e interessanti da osservare al dettaglio, è per questo che cerchiamo di dare una seconda vita, se pur estetica e non funzionale, agli oggetti.

LOI: Da dove proviene l’ispirazione?
BW: Dalla vita quotidiana. È come se componessimo la nostra arte in maniera istintiva. Il più delle volte i nostri lavori sono site-specific, interveniamo sull’ambiente che abbiamo a disposizione.

LOI: Quali sono i vostri artisti o designer di riferimento?
BW: Cerchiamo di non averne! Ma, parlo per me, sono influenzato molto dai tappeti tradizionali da soggiorno.

LOI: Qual è la cosa più interessante del vostro lavoro?
BW: Vengo sempre stupito dai pattern e non posso pensare che quelli che otteniamo possano essere progettati al computer, noi lavoriamo con la realtà, la materia e l’improvvisazione. Lavoriamo su tavoli grandissimi, ci serve spazio, musica e confronto.

LOI: Che feedback vi aspettare per “Fold and Crease”?
BW: Che le nostre installazioni invitino le persone a prendersi del tempo per guardarle e assimilarle, vedere gli oggetti con una prospettiva differente e a stimolare la curiosità delle persone.

Tags

Articoli consigliati