L'Officiel Art

Room Service la mostra raccontata da Elmgreen & Dragset e John Armleder

Casa Corbellini-Wasserman si trasforma in una tela per gli artisti Elmgreen & Dragset e John Armleder che rimmaginano gli spazi storici della Galleria MASSIMODECARLO con un percorso espositivo fatto di associazioni. 

Room Service, Elmgreen & Dragset and John Armleder. Courtesy of MASSIMODECARLO
Room Service, Elmgreen & Dragset and John Armleder. Courtesy of MASSIMODECARLO

Gli spazi borghesi creati da Piero Portaluppi di Casa Corbellini-Wassermann vengono sovvertiti dalla loro origine trasformando la sede di MASSIMODECARLO in un’atmosfera domestica misteriosa, a tratti psichedelica. La mostra intitolata Room Service coinvolge una serie di opere d'arte creati con i formati più disparati, partendo dal ready-made per la realizzazioni di oggetti quotidiani, alla scultura iperrealista, dipinti, disegni, installazioni e perfino il design e la performance art. Da un lato c'è il linguaggio intimo, performativo-scultoreo e dissacrante del duo di artisti scandinavi Michael Elmgreen e Ingar Dragset; dall'altro c'è il gusto ma non etichettabile dello svizzero John Armleder. Un percorso espositivo che invita gli osservatori a formulare nuove e distorte associazioni con gli ambienti quotidiani, la psichedelia con uno sguardo sull'intimità e la presenza degli individui.

La mostra nasce da una profonda ammirazione di Elmgreen & Dragset per il lavoro di Armleder, che dopo essersi incontrati la prima volta all'inizio degli anni 2000 condividono la medesima passione per gli oggetti di uso quotidiano che sfidano e sovvertono i paradigmi dell'arte contemporanea. «Abbiamo condiviso quest’idea di lavorare ad uno spazio che ospitasse queste opere versatili che analizzano il comportamento umano. Si ritrovano anche dei piccoli lavori che erano presenti in Fondazione Prada per la mostra ‘Useless Body?’ ma riposti in un contesto completamente differente assumono nuovi significati» spiega Michael Elmgreen.

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"Room Service" Elmgreen & Dragset e John Armleder. Photo by Roberto Marossi. Courtesy MASSIMODECARLO

"Room Service" è un dialogo sottile sostenuto con un crocevia di opere che esaltano punti in comune e associazioni di interpretazione individuale. «La mia arte si esprime con tanti linguaggi e questa mostra è nata proprio su questa idea con una combinazione di elementi. Essere artisti ti concede di avere una libertà che tutti gli esseri umani non hanno, ed è uno strumento di espressione potente che pochi possiedono e va utilizzato con sapienza. Niente è necessariamente giusto o sbagliato» puntualizza John Armleder, «In età giovanile sono cresciuto affascinato dal movimento Fluxus, poi sono stato influenzato tantissimo dal Suprematismo sovietico e da John Cage» poi cita alcune delle opere di John Cage, autore di Silence e di opere come 4’33”: «Lui era stranissimo e quello che ha fatto con la musica e con la performance è stato sperimentare con la struttura e con il processo creativo. Mi ha insegnato che non importa se è tutto nero o tutto bianco, bisogna far qualcosa per cambiare una determinata situazione ed ottenere qualcosa di nuovo. Noi siamo ovviamente i responsabili di questa mostra ma nel momento in cui viene visitata, anche gli osservatori sono responsabili con la loro interpretazione individuale».

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"Room Service" Elmgreen & Dragset e John Armleder. Photo by Roberto Marossi. Courtesy MASSIMODECARLO

«Francamente quello che fanno gli artisti non serve a niente apparentemente, ma quando le opere generano ispirazione e creazione diventano utili» John Armleder

L'impressione è quella di percorrere gli spazi in punta dei piedi, cercando di non calpestare i calici di vetro (già rotti) dell'opera Charivari di Armleder, oppure inciampare su The Drawing di Elmgreen & Dragset, il bambino iperrealistico chino su un foglio A4 che ritrarre un quadro dell'artista svizzero installato nella stessa stanza. Senza ombra di dubbio si percepisce un cambio di dimensione: dall'ambiente istituzionale della dimora milanese, si passa ad una sfera più intima e privata. In alcuni casi possono addirittura avvicinarsi sentimenti contrastanti o scomodi simili alla violazione della privacy, come nell'osservazione del ragazzo in carne ed ossa della performance "Here but not here" di Elmgreen & Dragset, completamente immobile come una statua concentrato sulla lettura del libro di Susanne Sontag 'Against interpretation and other essays'. Una riflessione sul confine tra arte e vita quotidiana che pone dubbi, domande o risposte con un coinvolgimento diretto.

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