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Smart & Radical: i 10 anni di Jonathan Anderson da Loewe

In 10 anni di menswear, lo stilista di origine irlandese Jonathan Anderson ha creato per Loewe una moda al tempo stesso smart e indossabile, moltiplicando i riferimenti artistici e accogliendo ambassador di alto profilo. 

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Che si tratti della superstar del K-Pop Taeyong o dell’attore Jamie Dornan, nessuno rifiuta una collaborazione con il genio della moda Jonathan Anderson. Persino Daniel Craig, quasi irriconoscibile davanti all’obiettivo di David Sims, si è messo in gioco, mettendo da parte il suo ruolo di James Bond per un personaggio inaspettato, come quello ispirato alla vita di William S. Burroughs, del film “Queer” di Luca Guadagnino, uno dei più cari amici di Anderson.

Show, campagne pubblicitarie, collaborazioni: con Jonathan Anderson nulla è mai lasciato al caso e l’ultima sfilata, intitolata “A Radical Act of Restraint”, lo dimostra ancora una volta. Lo stilista ha allestito un museo effimero e minimale, nello spazio della Garde Républicaine dove è solito sfilare, riunendo una serie di opere di artisti del XX secolo. Tra queste, la sedia in rovere tinto verniciato, paglia e crine di Charles Rennie Mackintosh, il minuzioso lavoro in bronzo di Paul Thek con le microsculture della serie Pied Piper, le opere di Carlo Scarpa e la fotografia di una scarpa con tacco di Peter Hujar, che si dice sia stata il punto di partenza di questa collezione.

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La sfilata uomo primavera estate 2025

Nelle dichiarazioni del brand: «Ognuno di questi artisti, accomunati dal feroce impegno per l’indipendenza e la libertà artistica, ha perseguito il proprio lavoro con un tranquillo radicalismo. Nelle loro mani, gli oggetti quotidiani vengono elevati al rango di straordinari: una sedia, un appendiabiti e un cavalletto acquistano la complessità di un edificio, la fotografia di una semplice scarpa diventa un monumento e una collezione di oggetti stravaganti viene incastonata nel bronzo».

L’ambiente frammentato - interpretato come una stanza e un paesaggio - è infestato da una serie di personaggi immaginari. Il dramma si sposta dalla fantasia alla realtà, da una favola fantastica ai rituali banali ma sacri della vita quotidiana. Questo assemblaggio apparentemente eterogeneo è un esercizio di soggettività curatoriale e di associazione narrativa. Riecheggia l’appello di Susan Sontag per una «visione erotica dell’arte”, che privilegi il piacere sensuale rispetto all’interpretazione».

La sfilata uomo autunno inverno 2022-23

È chiaro che per Anderson la moda e l’arte sono una cosa sola, come dimostrano la collezione Estate 2025 e la collezione Inverno 2024, che presentava il lavoro dell’artista californiano Richard Hawkins, noto per i collage ispirati dalla tradizione del cut-up di Brion Gysin. E come dimostrano le sue collaborazioni con Lynda Benglis, Albert York o William Morris, i suoi allestimenti al Salone del Mobile, che ogni anno esplora una tecnica artigianale o un tema specifico in collaborazione con artigiani di tutto il mondo, o la creazione del premio Loewe Foundation Craft, lanciato nel 2016 su sua iniziativa per celebrare l’eccellenza nell’artigianato. Da Loewe non si è mai parlato di tendenze. Il filo conduttore di ogni collezione è l’ispirazione artistica e un guardaroba maschile che si rinnova a ogni stagione, con abiti classici sempre rivisitati e molta maglieria, sotto forma di maglia grossa o arazzo, caratterizzata da un’artigianalità di prim’ordine.

La sfilata uomo autunno inverno 2024-25


C’è molta pelle, materiale di punta del marchio spagnolo lanciato nel 1846, su pantaloni o giacche, jeans senza logo, camicia Oxford e maglione blu navy con zip che compongono l’uniforme di Jonathan Anderson, volumi che vanno dalla XXXS alla XXXL, colori sempre audaci - dal rosso sangue al verde irlandese - e soprattutto dettagli couture: dalla maschera surreale di questa S/S 2025 all’erba ricamata vista sia sui cappotti che sulle sneakers della S/S 2023, per la quale lo stilista si è rivolto alla bio-designer spagnola Paula Ulargui Escalona, che ha seminato, innaffiato e fatto crescere le piante direttamente sui tessuti per venti giorni. «L’artigianato è e sarà sempre l’essenza di Loewe», sottolinea lo stilista. «È il luogo della nostra modernità e sarà sempre attuale».

La sfilata uomo primavera estate 2023
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Un ritratto di Jonathan Anderson


Nato nel 1984 a Magherafelt, nell’Irlanda del Nord, da un padre giocatore di rugby e capitano della squadra All-Ireland (una combinazione unica tra le due Irlande) e da una madre insegnante, Jonathan Anderson si è dapprima interessato al teatro, frequentando il National Youth Music Theatre di Londra prima di lasciare l’Inghilterra e volare a Washington per studiare all’Actors Studio. Tornato a Londra, si iscrive al London College of Fashion, specializzandosi in moda maschile, e contemporaneamente lavora per Prada al fianco di Manuela Pavesi, braccio destro di Miuccia.
Lascia il marchio italiano per fondarne uno proprio nel 2005, a soli 21 anni. Nel 2010 viene scoperto dalla stampa con una collezione basata su un motivo paisley e nel 2013 la sua collezione maschile, fatta di pantaloncini larghi e bustier ha sconvolto i codici ed è passata alla storia. LVMH decide quindi di investire nel suo marchio omonimo prima di nominarlo, nello stesso anno, direttore artistico di Loewe, per cui ha realizzato la prima collezione menswear nel 2015.

La sfilata uomo autunno inverno 2019-20

Jonathan Anderson non ha mai scelto la via più facile. Il suo stile è sempre stato quello di un cercatore che non smette mai di spingersi oltre. Per questa stagione, ha immaginato abiti dal taglio perfetto, camicie a foulard colorate come stemmi, pantaloni a gamba larga super-pieghettati, T-shirt dipinte a maglia, a trecce o a frange, cappotti A-line e maschere piumate. Ma questa creatività esagerata non impedisce a pezzi classici e fondamentali come jeans perfetti, bermuda a quadri e cinture di pelle con due cinturini di essere al centro della scena. Un abile gioco di equilibri per lo stilista, che a ogni collezione ci trasporta nel suo mondo surreale di moda desiderabile. 

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