Opere d'arte da indossare: i gioielli compressi di Celine e la Fondation César
Nel 1959 César Baldaccini, scultore della corrente artistica del Nouveau Réalisme, iniziò le sue prime sculture realizzate con oggetti metallici riciclati saldati insieme. Mentre visitava un mercante di rottami in cerca di nuovi metalli da fondere insieme, una grande macchina frantumatrice di metalli attirò la sua attenzione. Inizia così la sua idea di compressione, un nuovo ambito di sperimentazione che sposò alla perfezione la sua pratica artistica ed acquistò la sua prima pressa idraulica per realizzare sculture in ampia scala. Le sue opere trasformavano oggetti d'uso quotidiano in sculture imponenti che strizzavano l'occhio ai ready-made di Marcel Duchamp. Successivamente nel 1971 applica la sua tecnica della compressione (che prende il nome di demystification) all'ambito della gioielleria ed iniziò a collezionare vecchi gioielli di amici e della sua famiglia. Questi pezzi unici avevano un forte connotato sentimentale e una volta compressi, assumevano una forma a totem, diventando un ciondolo simbolico simile ad un talismano appeso ad un cordino di pelle o una catenina metallica.
Hedi Slimane stringe una nuova co-lab con la Fondation César per una nuova edizione limitata e numerata di 100 pezzi in argento e 100 pezzi in vermeil. I gioielli firmati Celine assumono quindi una nuova identità di opera d'arte da possedere e da indossare. Le piccole opere d'arte sono richiuse in una scatola di pino artigianale, timbrata a caldo con la firma dell'artista ed è pensata sia come scatola utilitaria che come piedistallo d'esposizione.
Una perfetta collaborazione che racconta ancora una volta l'alloure della donna Celine, che tratteggia l'atteggiamento parigino e culturale degli anni Settanta. Un omaggio della Maison in memoria alla pratica artistica del grande maestro contempraneo.