C'era già del Valentino in Alessandro Michele?
E' così diversa l'estetica di Alessandro Michele, il nuovo direttore creativo di Valentino, rispetto a quella del suo padre fondatore, l'ultimo imperatore Garavani?
Esattamente ieri è stato annunciato che il designer romano Alessandro Michele diventerà il nuovo direttore creativo della storica casa di moda italiana Valentino, prendendo il posto di Pierpaolo Piccioli, l'ormai ex mente creativa della griffe. Per moltissimo tempo Piccioli è stato considerato da molti il 'degno' successore dell'ultimo imperatore della moda, l'unico e solo Valentino Garavani. Ma cosa significa esattamente essere 'degni', e perché i fan dell'immaginario PP hanno reagito così negativamente alla sua uscita di scena in favore del visionario Michele?
Una scelta che molti considerano a tratti blasfema, che ha scatenato una serie di commenti negativi sui social, come "Che squallore, una realtà storica trasformata nella solita pagliacciata alla Michele", oppure "Addio all'eleganza di Valentino e Pierpaolo Piccioli". Noi purtroppo, che di memoria ne abbiamo abbastanza, non possiamo di certo ignorare i colori shock, le nuances fluo, le scarpe multi-platform, il virale VLTN, le borchie e quell'eccessiva enfasi sul logo, tutti simboli dell'era Piccioli che (a quanto pare) in molti considerano espressione d'eleganza.
Tuttavia, perché oggi si dimentica tutto ciò, parlando di un discutibile ed inestimabile valore "raffinato" che molti non ritrovano in Michele, definito banalmente il "designer dei buzzurri"? Ma davvero crediamo a ciò che diciamo? Davvero pensiamo di diffondere pensieri credibili? Davvero l'estetica di Alessandro Michele è così distante da quella del fondatore della Valentino, il signor Garavani? Abbiamo cercato di tracciare una linea nel tempo che potesse ripercorrere gli anni creativi e di eleganza (quella autentica, però) di Valentino Garavani, associati all'estetica di Michele durante i suoi anni di direzione creativa in Gucci.
«Ritenete davvero che questi due mondi siano così distanti da suscitare così tanto timore e clamore per l'inizio di una nuova fashion era? Giudicate voi stessi».
Così, in questo vortice di opinioni contrastanti e riflessioni sulla moda, ci troviamo a interrogarci non solo sulle scelte dei designer e sulle tendenze estetiche, ma anche sulle dinamiche di un mondo così affascinante e mutevole. La reazione al cambiamento, alle innovazioni e alle personalità creative che entrano in scena è un riflesso della nostra società, delle sue preferenze, dei suoi valori e delle sue concezioni di bellezza ed eleganza. Mentre alcuni abbracciano con entusiasmo il nuovo, altri restano fedeli alle tradizioni e alle icone del passato.
Che si tratti di accogliere con entusiasmo le innovazioni o di difendere le tradizioni, ciò che emerge è la complessità e la diversità delle prospettive umane, che rendono il fashion system un terreno fertile per il dibattito e la riflessione continua. Quindi, mentre continuiamo a scrutare il futuro della moda con curiosità e aspettative, è importante ricordare che le differenze di opinione e le reazioni emotive sono ciò che rende questo universo così dinamico. In fondo, la moda non è solo tessuti e tendenze, ma anche uno specchio delle nostre aspirazioni, dei nostri desideri e delle nostre identità in continua evoluzione.
Scorri verso il basso per notare alcune similitudini tra la visione creativa di Valentino Garavani e quella di Alessandro Michele
In sintesi, Extravaganza:
Tendenza "snake":
Marina Cicogna, una delle più grandi amiche di Valentino Garavani, è stata testimonial di Gucci con la campagna «Roman Rhapsody» per la collezione Cruise 2018
Le amatissime balze:
Una allure retrò:
I dettagli:
Paillettes, che passione:
I messaggi sociali:
Fiocchi everywhere:
Fiori in passerella e sui red carpet:
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