New Frontiers: l'intervista ad Alain Paul co-founder di ALAINPAUL
Dal balletto alla sartoria è un attimo per Alain Paul, co-founder del suo omonimo marchio insieme al compagno Luis Philippe. La sua visione è una moda che celebra il movimento, l'arte del vestire e le discipline coreutiche.
Enfatizzare il movimento, coreografare lo stile e dare potere al corpo con una chiave autentica. «Il mio primo approccio con la moda è stato profondamente legato al mio background nel balletto contemporaneo» racconta Alain Paul, che, prima di avvicinarsi alla moda, ha incontrato la danza iscrivendosi all'Opéra École National Supérieur de Danse de Marseille, dove ha iniziato la sua carriera di ballerino: «Fin da giovane, però, ho iniziato a curare lo styling delle performance, utilizzando gli abiti come strumenti per valorizzare la coreografia. Ho capito che la moda era un’estensione naturale della mia esplorazione del movimento e del corpo». Nato a Hong Kong da padre francese e madre danese-brasiliana, il suo omonimo marchio è stato co-fondato nel 2023 insieme al suo compagno Luis Philippe, che dirige la strategia, ma come ha confidato in un'intervista: «È la sua visione, è lui che coreografa il marchio». Non è una novità che moda e danza vadano a braccetto: tra gli esempi più memorabili ricordiamo quello di "Scenario" con la collaborazione di Merce Cunningham e Rey Kawakubo, le mise en scene di Thom Browne, i costumi costumi per Nuit Blanche di Dior per il balletto di Philip Glass, oppure la collaborazione di Anne Teresa De Keersmaeker con Dries Van Noten per citarne alcune. Lavorando per osmosi e rigorosamente in tandem, il sipario della Paris Fashion Week si è aperto sulle sfilate di ALAINPAUL, che hanno attirato l'attenzione del settore della moda raccontando la danza con un punto di vista inedito.
L'OFFICIEL ITALIA: Qual è stata la scintilla che ti ha fatto avvicinare alla moda?
ALAIN PAUL: A 18 anni ho dovuto scegliere tra il balletto e la moda, e ho seguito la chiamata più forte. Questa transizione dalla danza alla moda mi ha permesso di fondere le due discipline, esplorando come i capi interagiscono con il corpo umano in movimento.
LOI: Nel tuo CV riaffiorano i nomi delle grandi maison e in passato hai lavorato con Demna Gvasalia e Virgil Abloh. Cosa hai imparato da queste due esperienze?
AP: Lavorare con Demna Gvasalia da Vetements è stato un momento cruciale per la mia carriera. Mi ha insegnato a decostruire e semplificare le idee, mantenendo però una forte identità nel mio lavoro. Il suo approccio al gioco con stereotipi e sfumature ha influenzato il mio modo di pensare alla moda e al suo commento sociale. Da Louis Vuitton, sotto la direzione creativa di Virgil Abloh, ho imparato l’importanza della libertà creativa e dell’inclusività. Virgil ha spinto i limiti e sfidato le norme tradizionali della moda, incoraggiando una maggiore apertura a prospettive diverse.
LOI: Che cosa definisce la tua visione peculiare?
AP: Sicuramente la relazione tra movimento, corpo umano e capi d’abbigliamento. Traendo ispirazione dal mio background nel balletto, mi concentro sulla creazione di pezzi che onorino la fluidità del corpo, bilanciando struttura, postura ed eleganza. Cerco di portare la precisione e la disciplina della danza nella moda, sfidando le silhouette e le tecniche convenzionali. I miei design non riguardano solo l’abbigliamento, ma anche il modo in cui i capi possono rispondere e valorizzare il corpo in movimento.
LOI: Quali sono i trademark della tua proposta?
AP: ALAINPAUL si definisce attraverso la fusione tra la disciplina del balletto e la libertà della moda. I tratti distintivi del brand includono una sartoria ispirata alla postura e al movimento dei ballerini, con particolare attenzione a spalle scolpite, silhouette esagerate e forme decostruite. I tessuti sono scelti con cura per consentire al corpo di muoversi liberamente, combinando materiali tradizionali come lana, pelle e denim con tessuti emblematici della danza come lycra e jersey. Un altro elemento distintivo è la reinterpretazione degli archetipi del balletto, come le punte Pina, i justaucorps e i leotard, che vengono rieditati per un look daywear o street.
LOI: A proposito, più volte hai detto che il tuo obiettivo è: "Portare il guardaroba del ballerino nelle strade", ma che cosa ti attrae particolarmente della danza e delle arti performative?
AP: Il modo in cui comunicano attraverso il movimento. Il balletto, in particolare, è un’arte in cui ogni gesto è intenzionale e preciso. Sono affascinato da come gli abiti diventano una seconda pelle per i ballerini, adattandosi al loro corpo in movimento. Questa profonda connessione tra corpo e tessuto è ciò che voglio portare nelle strade, trasformando l’abbigliamento funzionale della danza in capi che trasmettano la stessa eleganza, fluidità ed espressione nella vita di tutti i giorni.
«Vedo i vestiti come un'estensione del corpo e dei muscoli» Alain Paul
LOI: Quali sono i tuoi coreografi o artisti preferiti e perché?
AP: Rudolf Nureyev e Pina Bausch sono due delle mie più grandi ispirazioni. La passione intensa e il perfezionismo di Nureyev risuonano profondamente in me, e la sua influenza è percepibile nel DNA del marchio. Il lavoro di Pina Bausch, in particolare La Sagra della Primavera e Kontakthof, mi emoziona profondamente. La sua capacità unica di esprimere emozioni umane attraverso il movimento ispira la complessità stratificata e l’adattabilità nei miei design. Il modo in cui gioca con tensione, rilascio e ripetizione ha lasciato un segno duraturo nel mio processo creativo.
LOI: Qual è il concept dietro la campagna “The Rehearsal” autunno/inverno 2024-25?
AP: “The Rehearsal” riflette i momenti intimi che precedono una performance, in cui l’attenzione è rivolta alla disciplina, alla pratica e al perfezionamento. Volevo esplorare questo mondo dietro le quinte, catturando l’intensità e la vulnerabilità dei ballerini mentre si preparano per il palco. Questo concetto rispecchia la costruzione dei capi della mia collezione, ispirati all’abbigliamento da prova, come pantaloni da riscaldamento e silhouette decostruite del balletto. La campagna e la collezione parlano del processo continuo di perfezionamento del proprio mestiere, in cui sia l’arte che la moda sono in costante prova ed evoluzione.
LOI: Come funziona il tuo processo creativo?
AP: Il mio processo creativo inizia con il movimento. Spesso parto disegnando o osservando come i corpi si muovono nello spazio, immaginando come i capi possano rispondere o valorizzare quel movimento. Da lì, esploro i tessuti e il loro rapporto con il corpo, se fluiscono, limitano oppure mutano e si trasformano con il movimento. Mi piace decostruire silhouette classiche, come i pantaloni da riscaldamento o le punte, e reinterpretarle in modo astratto. Ogni collezione si evolve con le sperimentazioni, permettendo agli imprevisti di plasmare i design finali.
LOI: Qual è la tua più grande soddisfazione nel tuo lavoro?
AP: La mia più grande soddisfazione è vedere come i miei design vivono e respirano sui corpi di chi li indossa. Si tratta di creare qualcosa che non solo sia bello da vedere, ma che trasmetta dinamismo e potere. Credo di aver dato vita alla mia visione: chiunque indossi un pezzo di ALAINPAUL sente una connessione con il movimento e la maestria artigianale.
LOI: Quali saranno i tuoi prossimi obiettivi?
AP: Guardando al futuro, voglio continuare a esplorare la relazione tra corpo e abbigliamento, approfondendo il dialogo tra moda e arti performative. Uno dei miei sogni è disegnare costumi per una produzione di balletto, collaborando direttamente con ballerini e coreografi. Inoltre, mi sto concentrando sull’espansione globale, mantenendo l’integrità dell’artigianato e dell’innovazione.
LOI: Considerando il panorama attuale della moda, c’è qualcosa che cambieresti del settore?
AP: Sì, credo che il fashion system abbia raggiunto un ritmo troppo veloce e insostenibile. C’è una pressione immensa a produrre continuamente, e in questo processo abbiamo perso parte delle radici della vera creatività e artigianalità. Noi da ALAINPAUL ci prendiamo il tempo per creare, producendo solo due collezioni all’anno, che includono capi femminili, maschili e genderless. Questo approccio ci permette di concentrarci sulla qualità e sul design ponderato, anziché seguire i ritmi frenetici della moda attuale. Credo fortemente che sia necessario un rallentamento per riscoprire la bellezza di prendersi del tempo per ogni collezione, dando più valore alla sostenibilità e alla creatività rispetto alla risonanza.