Il mondo di Rose Villain
Pop, con influenze hip hop, emo rock e grunge. La cantante Rose Villain, conosciuta per la hit Chico, con Gué Pequeno, racconta il suo percorso e di quando, negli Stati Uniti, ha firmato con la pià grande etichetta a livello mondiale...
Se non avesse fatto musica, avrebbe fatto al «100% la detective. Ho anche seguito un corso negli Stati Uniti». E sarebbe stata, probabilmente, un personaggio come quelli di Tarantino, «che potrebbe essere mio padre» o di Tim Burton. Un character uscito da uno splatter ironico, dove la violenza è pop. Pop, «con influenze hip hop e emo rock, grunge» è invece il genere scelto da Rose Villain, cresciuta incollata a MTV, ascoltando le grandi band e imparando l’inglese, per essere pronta, subito dopo il liceo, a volare dall’altra parte dell’oceano, per frequentare un conservatorio di musica contemporanea a Los Angeles. «Ho studiato tutti gli strumenti, ma i miei insegnanti mi hanno incoraggiato nella scrittura. Era quello il mio talento». Poi, da Los Angeles a NY «per stare più vicino alla mia famiglia», dove studia anche musical, «un genere lontano da me» e dove conosce SIXPM, suo produttore e compagno. «Anche lui è di Milano, ma ci siamo conosciuti lì. E siamo stati fortunati, abbiamo firmato con la Republic Records, la più importante etichetta a livello mondiale – cosa che mi ha fatto credere ancor di più nelle mie capacità – è stata una esperienza incredibile, eravamo dove era il jet set internazionale, ma poi non ci siamo trovati bene...».
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Lo scorso anno la sua più grande hit, “Chico”, e l’opportunità di lavorare con Gué Pequeno: «è stato lui a chiedermi di provare a fare la canzone in Italiano», lei aveva sempre scritto in inglese. Ora mi piace ma ho dovuto re-imparare per andare oltre le cose scontate. In italiano sono più vulnerabile, forse anche perché la mia famiglia lo capisce; inizialmente non riuscivo nemmeno ad usare certe parole. Ora mi sto lasciando andare, sto ritrovando la mia fragilità, non mi proteggo più. In fondo fare musica è questo, se non ti apri che cos’è? Nei miei testi non c’è finzione, non invento nulla». Ne “Il Diavolo Piange”, una delle canzoni a cui è più legata, «c’è un cambio emotivo, evolvo, ma quelle che usciranno a breve sono le più centrate», e si riferisce ai prossimi singoli e feat, mentre il lavoro completo sarà probabilmente pronto il prossimo anno. Per chi vuol far carriera nel mondo della musica, quanto è importante l’estetica, lo stile, l’immagine? «Normalmente mi vesto da maschiaccio, jeans, maglioni e sneakers, sono molto timida e non mi piace essere al centro dell’attenzione, ma quando salgo sul palco c’è uno switch, divento estrosa. Per me l’arte sono la musica, le parole, la voce. È questa la premessa, il vestito o il trucco servono per comunicarla di più, per amplificarla».
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Tra i suoi idoli musicali ci sono i Nirvana, i Led Zeppelin, gli AC/DC, nell’hip hop e rap, Juice Wrld, xxxTentation, J. Cole e in Italia Blanco e tha Supreme. Ed Elisa? «Sono cresciuta ascoltando la sua musica, anche lei ha iniziato cantando in inglese, da piccola sapevo tutte le sue canzoni, era la migliore di tutte, irraggiungibile. L’ho conosciuta lo scorso anno tramite SIXPM che stava lavorando con lei e sapeva che ero una mega fan. Siamo stati insieme tre giorni interi». Si ferma. «Non l’ho detto nemmeno a lei, ma mia mamma... era lei la sua più grande fan. La cantava sempre. È mancata due anni fa. Sai? quando voglio sentirla più vicina ascolto Elisa».
Talent Rose Villain
Photographed by Mattia Guolo
Styling Giorgia Cantarini
Inteview Silvia Frau
Hair Daniele Villanueva
Make-up Greta Agazzi
Manicurist Alessandra Ferreira
Photo Assistant Matteo Delia
Styling Assistant Laura Lombardo