Interviste

Rosa e Viola, tutte le sfumature dell'attrice Lea Gavino

L'attrice 25enne Lea Gavino, sorella di Damiano Gavino, è arrivata sul piccolo schermo con Viola e SKAM Italia. Poi, diretta da Michele Placido in Caravaggio, ha interpretato Artemisia Gentileschi e quest'anno è stata la figlia di Laetita Casta nel film "Una storia nera", tratto dal romanzo di Antonella Lattanzi. 

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Lea Gavino, l’abbiamo conosciuta sul piccolo schermo in Skam come Viola, nei panni di una ragazza brillante e complessa che affronta la vita a occhi ben aperti cercando di accettarne compromessi e sfumature. E forse anche per questo l’abbiamo amata sin da subito. Forte e fragile. Lea Gavino, sorella dell’attore Damiano Gavino, ha tanto da raccontare: di Viola, di Rosa, il suo personaggio nel film Una storia nera di Leonardo D’Agostini -e tratto dal romanzo Antonella Lattanzi- e di se stessa. 

L’OFFICIEL ITALIA: Tu e Viola, il tuo personaggio in SKAM, siete cresciute (in parte) insieme, cosa hai imparato da lei?
Lea Gavino: Viola mi ha insegnato tanto, è una ragazza che apre gli occhi per la prima volta su se stessa e la sua parte più profonda. Per raccontarla ho dovuto cercare la mia parte dolce, e metterla in pratica anche nel quotidiano. 

LOI: C’è un consiglio che le daresti?
LG: Forse è Viola che dovrebbe darmi consigli in questo momento e in futuro, vorrei mi spronasse ad essere sempre scrupolosa e attenta, come lo sono stata durante il lavoro sul suo personaggio. 

LOI: Come ti approcci a un ruolo?
LG: Con Viola è stato un lavoro di relazione, volevo riportare il punto di vista di Elia -il protagonista- su di me e cercare di raccontare ciò che lui vedeva nella ragazza. Se ripenso al personaggio di Artemisia Gentileschi, nel film su Caravaggio di Michele Placido, invece ho adottato un approccio storico e di ricerca. Con Rosa, ho cercato di farmi trasportare emotivamente dalla parte. Non ho una regola o un metodo prestabilito lo ricerco nei panni e nei tratti di chi devo interpretare. 

LOI: Su Instagram hai postato un’immagine del girato di "Una storia nera" che ti ritrae nei panni di Rosa e hai scritto in caption: “Lei è Rosa e io ci tengo molto”…
LG: Rosa all’inizio mi ha spaventato tantissimo. Necessitava di un racconto emotivo complesso, così ho cercato tutto il supporto dello studio accademico e delle esperienze fatte per farla uscire. È stata una sfida con me stessa, ma volevo farlo e dimostrare di potercela fare. Avevo una sorta di senso di angoscia nell’interpretare, ansia da prestazione, che alla fine ha ben reso i sentimenti di colei che stavo interpretando. 

Abito, Ferrari; Scarpe, Santoni.

LOI: Hai letto il libro da cui è tratto “Una storia nera”?
LG: Si e mi ha aiutato molto. Leggevo, prendevo appunti sulle pagine e le rileggevo quando avevo il copione in mano. Ho cercato di ricreare quell’immaginario in modo fedele. Poi a me leggere piace molto. Durante l’università ho un po' trascurato la lettura, ora è uno sfogo e mi rilassa. I libri sono in grado di rivelare cose di noi talmente profonde che a volte nemmeno ci aspettiamo. 

LOI: All’università hai studiato psicologia, quanto ti ha aiutato nella tua attuale carriera? 
LG: Psicologia mi aiuta a essere una sorta di profiler in fase di studio dei testi. Si possono capire tante cose, e non solo a livello empatico ma anche tutti i meccanismi che un personaggio può mettere in atto per sostenere i suoi bisogni.

LOI: Considerando Rosa, quale era il suo?
LG: L’abbraccio. Rosa ha bisogno di conforto, consolazione e ho cercato di lavorare sulla ricerca di una fisicità mancata, soprattutto sul rapporto del fratello, interpretato da Andrea Carpenzano. 

LOI: Rosa è, nel film figlia e sorella, come sei tu nella vita reale in queste vesti? 
LG: Amo i miei genitori. Riconosco loro grandi qualità, ci stimiamo molto. Passare un pomeriggio con mia madre o chiedere un consiglio a mio padre è illuminante. 

LOI: Anche tuo fratello Damiano è attore, vi confrontate?
LG: Nei momenti di sconforto siamo i primi a chiamarci, ma sui progetti lavorativi siamo rispettivamente riservati. Ci confrontiamo in fase avanzata di progetto, quando abbiamo già definito molto, compreso i nostri personaggi. 

Camicia, Federico Cina; Boxer, Des Phemmes.

LOI: Con quali registi ti piacerebbe lavorare?
LG: Valeria Bruni Tedeschi, il suo film “Les Amandiers” mi ha molto colpito. Amo anche i personaggi grottescamente reali di Pietro Castellitto. Quelli di Fincher invece mi inquietano. E Tarantino, vorrei davvero fare un action-splatter con lui. Dopo aver visto “Povere Creature” non penso esista attrice che non vorrebbe interpretare Bella Baxter.

LOI: Vorresti scrivere per il cinema?
LG: Lo sto facendo! Sto scrivendo un film con due compagne di squadra valide, due amiche e anche due grandi donne. Sia la recitazione che la scrittura mi fanno fiorire. 

LOI: Hai compiuto 25 anni, quali consapevolezze sono arrivate?
LG: Non sono mai stata leggera. I miei ex fidanzati volevano che lo fossi. A un certo punto mi sono detta: “Okey, cambia fidanzato”. Io sono pesante e profonda, e non trovo che avere un peso specifico sia una discriminante di cui vergognarmi. 

LOI: Hai mai ricercato la dimensione “piuma”?
LG: A volte ho pensato che prendere le cose con leggerezza mi avrebbe aiutato. Poi ho capito che il motto “prendo le cose così come vengono”, alla fine non va bene a nessuno. Accetto il mio essere pesante, sia nella sua accezione positiva che in quella negativa, che mi appartiene. Andando in terapia ho capito che questo mio aspetto per cui tanti dicono: “Che palle!”, mi permette di fare tante altre cose. E non me ne voglio privare. 

Photography: Gioele Vettraino
Styling: Alex Sinato
Hair & Makeup: Marta Ricci per Simone Belli Agency

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