Interviste

L'intervista a Betony Vernon, la nuova direttrice creativa di Pianegonda

Dopo aver lavorato con diverse maison di moda e creato pezzi bespoke, Betony Vernon assume la direzione creativa di Pianegonda. 

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Ritratto di Betony Vernon

A partire dallo scorso gennaio, l'estro creativo dell'artista anglo americana Betony Vernon si unisce all'heritage di un'icona della gioielleria italiana degli anni '90, Pianegonda. Nel corso degli anni, molti dei suoi lavori sono stati esposti in importanti musei internazionali, tra cui il Museo di Arte Moderna di Parigi, il Victoria and Albert Museum di Londra e la Triennale di Milano. Tra i principali valori di questa artista si annovera la promozione del benessere generale, a livello sia fisico che mentale, attraverso il piacere, la sensualità e l'armonizzazione con il proprio io interiore.

Nata in Virginia, ma successivamente naturalizzata italiana, Betony è cresciuta in un ambiente strettamente legato al mondo dell'arte e della cultura. «Mia madre era una pittrice e direttrice del dipartimento educativo del Museo Chrysler di Norfolk. Era una donna bianca attivista per i diritti civili degli afro-americani, ma alla quale sono stata allontanata forse perché considerata inadatta a fare da madre. Sono cresciuta con mio padre, un pilota e un abile artigiano. Ho avuto le mie prime esperienze nel suo laboratorio, dove mi ha sempre permesso di intagliare il legno sin da piccola. Ha sempre avuto molta fiducia in me, e ha senza dubbio riconosciuto la mia abilità nel lavoro manuale».

Così, tra sculture e gioielli, la Vernon, dopo aver lavorato con alcune tra le più note maison di moda e design in tutto il mondo e aver creato uniche creazioni per molte celebrità, assume oggi la direzione creativa di Pianegonda e crea la sua prima collezione di gioielli. «Tutto è iniziato ben 25 anni fa quando ho notato di avere dei codici in comune con questo marchio, quell'attitudine bold e brave. All'epoca, eravamo in pochi a lavorare nell'argento, e in Italia non era ancora considerato qualcosa di così nobile. Forse già sapevo che avrei lavorato per questa realtà, forse è il potere delle intenzioni, ma alla fine tutto è diventato reale. In questa fase della mia vita, non avrei mai pensato di accettare il ruolo di direttrice creativa, ma dobbiamo sempre fare attenzione a quello che pensiamo e diciamo, mai dire mai». Una coincidenza già scritta, una telefonata arrivata dopo il ritorno in Italia dopo ben 14 anni vissuti a Parigi. Infatti, dopo la laurea in Storia dell'arte e oreficeria, la Vernon aveva già vissuto la sua esperienza italiana, prima a Firenze e poi a Milano, dove ha conseguito una specializzazione in design presso la celebre Domus Academy, dove ha ricevuto una formazione futurista. «Amo guardare avanti e credo che per creare cose nuove per il futuro bisogna essere punk, ribelli e distruttivi. La mia chiave per il successo è una stretta relazione tra scienza, ecologia e bellezza. Come esseri umani, siamo attratti dal bello, ma è importante farlo con consapevolezza. Ad esempio, l'industria del fast fashion produce abiti a basso costo seguendo rapidamente le tendenze del momento. Tuttavia, questo modello ha causato gravi conseguenze sociali e ambientali, richiedendo l'uso di grandi quantità di acqua, energia e sostanze chimiche».

Dobbiamo sporcarci le mani e imparare ad utilizzare gli strumenti nel modo migliore poiché il futuro non dipenda dalla sovrapproduzione industriale di cose superflue.

- Betony Vernon

Partendo da questi presupposti è molto importante ripartire proprio dai giovani. «È importante che le nuove generazioni riscoprano l'arte dell'artigianato e la bellezza del saper fare. Ho scelto di aprire il mio nuovo studio creativo in Umbria per diffondere un messaggio positivo e sostenere questa causa. Dobbiamo sporcarci le mani e imparare ad utilizzare gli strumenti nel modo migliore possibile, poiché il futuro non dipende dalla sovraproduzione industriale di cose superflue. Non possiamo più ignorare questo problema, poiché è già troppo tardi». Purtroppo, oggi molti giovani potrebbero avere timore di intraprendere una carriera come artigiani. Esiste infatti una percezione negativa nei confronti delle professioni artigianali, le quali sono considerate meno prestigiose e meno remunerative rispetto ad altre professioni. Inoltre, molte scuole promuovono l'istruzione universitaria come la sola via per il successo professionale, spingendo i giovani a concentrarsi sul conseguimento di diplomi universitari piuttosto che su formazioni professionali e tecniche. Tuttavia, uno dei vantaggi dell'artigianato è che gli oggetti creati hanno una durata nel tempo maggiore rispetto ai prodotti in serie, il che conferisce loro un valore culturale e storico. Non a caso, il progetto dell'artista Betony Vernon con Pianegonda rappresenta un' estetica timeless e al passo con i tempi. «Ho accettato di lavorare con loro proprio per questo, perché l’argento e il gioiello sono due cose durevoli che potranno sempre avere una seconda vita. Ho cercato di proporre, attraverso le mie creazioni, qualcosa di durevole soprattutto dal punto di vista del design. Questa collezione ha un significato molto ampio, sposa lo spirito, la scienza e l'ornamento, con i gioielli come atomi simbolicamente messi insieme».

La collezione "Assoluto" di Pianegonda, in 23 gioielli, tra orecchìni, collane, bracciali e anelli, si fa racconto di una profonda rivoluzione in grado di descrivere l’universo e l’anima del cosmo. «Volevo portare parte del mio DNA, con forme pure e scultoree. Amavo l'idea di inserire questa capacità di far vivere insieme i pezzi, di poterli anche unire tra loro. Questa collezione celebra la vita, spesso non ci pensiamo, ma tutto ciò che ci circonda emette vibrazioni».

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Anna Cleveland, former coverstar de "L'Officiel Italia" indossa i gioielli della nuova collezione "Assoluto"di Pianegonda, foto di Guillaume Thomas

Betony Vernon ha un profondo legame con il mondo dell'eros e della seduzione. Definita antropologa sessuale, nel corso degli anni ha focalizzato molta attenzione sulla sessualità come linguaggio autentico da imparare a conoscere. «Il desiderio è il motore di tutto, ma non va affatto confuso con la pornografia. Quest'ultima non può essere considerata un esempio di desiderio autentico. Oggi viviamo in un'epoca di grande solitudine e spesso crediamo che il porno crei desiderio, ma in realtà questo si contrappone all'erotismo. Le donne vivono tutto ciò in modo differente, per questo consiglio loro di seguire il proprio istinto erotico che è una caratteristica estremamente femminile, non a servizio del sesso, ma di se stesse. Per questo motivo, è importante tornare alla creazione di un messaggio più alto al servizio dell'erotismo. Oggi si ha paura del piacere e si tende a vivere l'erotismo come un tabù. Il segreto è, prima di ogni cosa, conoscersi ed amarsi».

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