L'intervista all'attrice Golshifteh Farahani: "Le ragazze iraniane hanno già vinto"
Donne. Vita. Libertà. Tre parole stanno scuotendo l'Iran. Maya Boyd parla con l'attrice e cantautrice iraniana in esilio a Ibiza Golshifteh Farahani e l'attivista per i diritti civili e fotografo Misan Harriman. Perchè le donne iraniane si tagliano i capelli? La protesta dopo la morte di Mahsa Amini per mano della polizia morale iraniana.
Maya Boyd: Dalla rivoluzione iraniana nel 1979, una rivolta che ha portato al rovesciamento della monarchia autoritaria e ha portato all'istituzione di una Repubblica Islamica, l'Iran ha assistito a molte violente proteste. Cosa rende la situazione attuale così significativa all'interno della narrazione di un paese sempre teatro di disordini civili?
Golshifteh Farahani: Dall'inizio della rivoluzione, 44 anni fa, questa nazione ha attraversato così tanti sconvolgimenti. Negli anni Ottanta, durante la guerra e negli anni successivi ci sono state tante, tante manifestazioni. Questa non è la prima volta che il governo iraniano uccide persone per strada. Ma la differenza principale questa volta è che le persone non stanno protestando per motivi economici. Non sono lì per il prezzo del gas che sale. Non sono lì per le elezioni. Sono lì perché una giovane donna è morta per non aver rispettato dei codici di abbigliamento.
Misan Harriman: Proprio come abbiamo visto con il cambiamento climatico e il movimento contro il razzismo, in questa nuova era di attivismo potenziato dai social media assistiamo ad un fenomeno particolare: una chiara ingiustizia che avrebbe potuto essere dimenticata, diventa all'ordine dell'agenda pubblica mediatica. Penso che sia molto simile a quello che è successo con George Floyd; una volta che vedi qualcosa, non puoi cancellarlo. E certamente, Mahsa Amini non sarà mai dimenticata. Attendiamo di vedere cosa succederà in Iran, sia nel Paese che tra il popolo iraniano che vive fuori dal proprio Paese. E tra gli altri, persone come me, inglesi, americane, tedesche, chiunque si rifiuti di distogliere lo sguardo, coloro che usano tutti gli strumenti a loro disposizione per amplificare l'ingiustizia.
MB: C'è un argomento secondo cui ciò che è successo a Mahsa Amini e ciò che continua ad accadere alle donne in tutto l'Iran deve essere visto come una violazione dei diritti umani, al contrario di una questione religiosa. Perché è importante fare questa distinzione?
GF: E' assolutamente una questione di diritti umani e non religiosa e nemmeno politica, perché l'hijab è il manifesto pubblicitario della Repubblica Islamica. L'hijab è il palo che regge il tendone del circo della loro teocrazia. "Guarda cosa facciamo alle nostre donne. Guarda quanto ci rende potenti." Quando l'hijab si stacca, cade il tendone del circo e con esso 700 anni di repressione. Guarda cosa fecero alla poetessa Táhirih 170 anni fa, che era conosciuto come "La Pura". Si tolse il velo davanti a un'assemblea di uomini e per questo la bruciarono viva. Questa lotta non è nuova. Le donne iraniane hanno combattuto per tutta la vita, dalle nostre nonne alle nostre madri. Ma la società si è evoluta. Il loro tempo è scaduto.
MH: C'è una donna di 22 anni a cui è stata tolta la vita e questo è il nocciolo della questione. Indipendentemente dalle sfumature delle norme culturali in Iran o altrove. La reazione a cui stiamo assistendo non è perchè le persone stanno pensando "oh mio Dio, l'Islam", ma perchè credono semplicemente dovrebbe essere viva. È un accumularsi di decenni di dolore e frustrazione, a causa del modo disumano in cui le donne nel paese vengono trattate. Questi governi devono guardarsi allo specchio e decidere cosa stanno facendo riguardo ai principali diritti delle ragazze e delle donne. E io, come padre di due bambine, lotterò per quei diritti finché sarò vivo. Vivo l'ingiustizia dalla mia sfera di ciò che è giusto e sbagliato, indipendentemente dal paese da cui vengo o dalla mia religione.
MB: I video e le immagini delle proteste delle donne in Iran sono piuttosto straordinari nella loro potenza. Quali sono le emozioni che alimentano queste scene di resistenza senza precedenti ?
GF: Il popolo iraniano è arrabbiato! Sono stufi di essere ingannati. La rivoluzione era uno scherzo. La rivoluzione prometteva libertà, indipendenza e giustizia sociale. La libertà è l' idea più assurda che potrebbero avere gli Iraniani, insieme all'indipendenza. Giustizia sociale? Quanti artisti e liberali sono stati arrestati o uccisi? Quante persone hanno giustiziato? La giustizia è uno scherzo. Di cosa possono essere veramente orgogliosi? La mia gente è arrabbiata. Sono furiosi.
MH: La scorsa settimana ho fotografato molte nonne e donne anziane fuori dall'ambasciata iraniana, il loro dolore è palpabile. È un suono, un rumore, che colpisce fino al midollo. Una delle immagini che ho catturato era di una donna anziana che piangeva. È molto simile al movimento contro il razzismo in quanto, se tu e la tua gente non siete stati visti e non siete stati ascoltati e siete stati sfruttati per anni e anni; se provi quel tipo di dolore da generazioni, allora il trauma letteralmente con il tempo lievita in te. L'omicidio di Masha Amini ha innescato il rilascio del trauma che le persone avevano tentato di soffocare. C'è dolore, c'è rabbia, ma c'è anche forza d'animo e intento. L'intenzionalità di riconoscere che è tempo di forzare il cambiamento.
MB: Molte donne in Iran hanno detto che per loro è estremamente importante che i loro uomini combattano al loro fianco questa battaglia. Sarebbe la prima volta. Quanto è importante che gli uomini si facciano avanti a sostegno di questo movimento?
GF: Non abbiamo mai visto una tale unità tra uomini e donne. Non abbiamo mai visto gli uomini coprire le spalle alle loro donne in questo modo. Gli uomini sono lì perché Mahsa Amini era la loro sorella. Era la loro figlia. Stanno combattendo spalla a spalla con le donne perché sanno che questo è più grande di qualsiasi differenza tra uomini e donne. Stanno combattendo insieme per la libertà. Questa generazione nata negli anni Novanta non ha mai visto la guerra. Sono senza paura. Entrerà nella memoria storica dell'Iran. Forse la Repubblica funzionerà ancora, forse no. Ma quella ferita marcirà per sempre.
MH: Il sostegno degli uomini è fondamentale, proprio come era fondamentale avere persone non nere che si dichiarassero a sostegno del movimento antirazzista. Molti, molti uomini erano fuori dall'ambasciata iraniana la scorsa settimana ed erano appassionati e frustrati tanto quanto le donne. Se un gruppo sempre più numeroso di uomini si rende conto della frattura, è possibile si possa accelerare il cambiamento di cui abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di vedere questa resistenza da parte degli uomini, così come è importante vedere resistere e battersi chi gode di esposizione mediatica. Il mondo sta bruciando e coloro che hanno la capacità di farlo devono lanciare l'allarme.