Dodo collabora con Tenaka su un progetto di riforestazione di mangrovie
Il nuovo progetto di riforestazione di Dodo e Tenaka scommette sul blue carbon: a parità di estensione le foreste di mangrovie assorbono dieci volte tanto CO2 rispetto alle foreste normali
Per coinvolgere il pubblico ed aumentarne la consapevolezza sulla sostenibilità degli oceani, DoDo collabora con Tenaka per un progetto dal sapore green. Il risultato è la creazione di un braccialetto Granelli ad hoc in plastica riciclata recuperata nel Mediterraneo: chi lo acquista riceve un codice con cui connettersi alla piattaforma di Tenaka per seguire l’evoluzione del progetto.
Per la ricercatrice dei cambiamenti climatici e ambasciatrice in Francia di Sustainable Ocean Alliance Anne-Sophie Roux: «Sempre più consumatori fanno pressione sui brands perchè vadano oltre la sostenibilità e svolgano un ruolo attivo di ricostruzione delle risorse del pianeta». Da qui l’obiettivo di Tenaka (parola maori che significa: lavorare insieme), la società che ha fondato: ricostituire ecosistemi strategici per contrastare il cambiamento climatico e garantire la conservazione della biodiversità. Mentre siamo tutti consapevoli del ruolo di “polmone” del pianeta svolto dalle foreste, non lo siamo altrettanto del ruolo fondamentale dell’oceano nel mitigare il mutamento climatico. Eppure l’oceano e gli ecosistemi costieri forniscono il 70% dell’aria che respiriamo e assorbono il 30% della CO2 emessa nell’atmosfera. In particolare le foreste di mangrovie sono il principale pozzo di carbonio del mare e, a parità di superficie, ne assorbono fino a 10 volte più di una foresta terrestre. Le mangrovie sono anche fondamentali nel prevenire l’erosione costiera, eppure si stima che negli ultimi 50 anni si sia perso il 50% delle mangrovie a livello globale e che ancora adesso ogni anno ne venga distrutto l’1%. E la distruzione delle mangrovie non è solo un'ipoteca sul futuro, perchè libera anche il carbonio immagazzinato in precedenza. Lo stesso termine di blue carbon (il carbonio rimosso dall’atmosfera ad opera degli ecosistemi costieri e marini) fa ancora poco parte del dibattito globale. Gli scienziati ritengono non ci restino più di 30 anni per stoppare la crisi climatica anche attraverso il ripristino dell’oceano.
Tenaka mette in rapporto tra loro ONG, scienziati, comunità locali e aziende decise ad impegnarsi nella sostenibilità. «ONG e comunità scientifiche impiegano il 70, l’80% del proprio tempo a cercare finanziamenti: liberarli di questa parte significa permettere loro di concentrarsi sulle soluzioni e tornare sul campo. D’altra parte aiutiamo le aziende a integrare nel loro modello di business tutta una serie di iniziative che permettano loro di trasformarsi in soggetti trainanti per le transazioni sostenibili». Entrata in contatto con Kering, il gruppo pioniere della sostenibilità, Anne-Sophie Roux ha realizzato l'anno scorso con DoDo un primo progetto di rigenerazione di 1000 mq di barriera corallina a Tyoman, in Malesia. Il nuovo progetto Blue Forest comporta la riforestazione di 2 ettari di costa malese nello stato di Sabah. «Durante la bassa marea abbiamo piantato 3000 baby mangrovie coltivate in vivaio, tenendo attentamente sotto controllo la fase più critica per la loro sopravvivenza, la fissazione al suolo della radice», sottolinea la Roux. «La caratteristica meravigliosa dell’oceano è la sua straordinaria capacità di autoriparazione: il ripristino della barriera corallina che abbiamo implementato l’anno scorso ha comportato un aumento del 30% nella popolazione dei pesci».