Il rapporto tra uomo e natura
Il rapporto uomo-natura è ormai incrinato, la pandemia di Covid-19 è solo l'ultimo sintomo di una relazione che va migliorata prima che sia troppo tardi. Mentre disastri come gli incendi in Amazzonia ed Australia, lo scioglimento dei ghiacciai e la diffusione della plastica negli oceani sono risultati evidenti dell’incuria dell’uomo, altre problematiche, quali la diffusione di virus ancora sconosciuti, sono conseguenze silenti della distruzione di interi ecosistemi.È proprio nella salvaguardia di quest’ultimi che risiede la speranza di un futuro migliore per noi ed il nostro pianeta. La dottoressa Isabella Pratesi, direttrice del programma di conservazione del WWF Italia, descrive con precisione questi fenomeni:
Come può la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità tutelarci dalla minaccia “invisibile” dei virus?
Noi siamo natura, ma anche i virus lo sono. Come scrive l’americano Quammen nel suo libro “Spillover” non sono i virus a cercarci, ma noi a cercare loro, devastando ambienti regolati da processi ed equilibri che si sono evoluti in milioni di anni. Con il nostro impatto sul pianeta, siamo 7,7 miliardi di abitanti, abbiamo modificato in modo significativo il 75% dell’ambiente terrestre e circa il 66% di quello marino, e con questo abbiamo modificato persino l’ecologia dei virus. Garantire la salute degli ecosistemi ci permetterebbe invece di tenere sotto controllo virus potenzialmente pericolosi, ospiti delle specie nelle quali si sono evoluti e in equilibrio dinamico con esse, prevenendo possibili passaggi dall'animale all'uomo.
Il 75% delle malattie dell'uomo, ad oggi conosciute, provengono dagli animali. In che modo deve migliorare la nostra relazione con le altre specie?
Il commercio di animali selvatici è un comprovato veicolo di vecchie e nuove zoonosi (malattie trasmesse dagli animali, soprattutto selvatici), che ogni anno causano circa un miliardo di casi di malattia e milioni di morti. Dobbiamo fermare il commercio illegale di specie selvatiche e regolamentare in modo più stringente quello legale. Mercati con animali vivi (selvatici e domestici) macellati sulle strade non devono più esistere, dal punto di vista etico e sanitario, perché rappresentano le condizioni ideali in cui i virus possono mutare e passare da una specie all'altra, inclusa la nostra, con rischi potenzialmente devastanti.
Perchè, secondo lei, i governi mondiali non prendono seri provvedimenti per evitare queste pandemie, ad esempio regolarizzando i mercati di animali soprattutto in Cina?
Intervenire su aspetti legati ad antichissime tradizioni è molto complesso. Pur in presenza di leggi e controlli, finché ci sarà domanda di avorio, di corna di rinoceronte, di ossa di tigre (per la medicina tradizionale cinese ad esempio), di scaglie di pangolino, di pellicce o di carne di animali selvatici ci sarà sempre un commercio illegale che frutta ai trafficanti cifre da capogiro, stimate tra i 7 e i 23 miliardi di dollari l'anno. E’ necessario intervenire a livello culturale. Come WWF siamo impegnati da anni sul fronte della sensibilizzazione e informazione del pubblico, ma anche sulla regolamentazione dei commerci. Le autorità oggi devono essere più decise e lavorare in stretto coordinamento. Non puo’ essere un singolo paese.
Come influisce il riscaldamento globale nella diffusione dei virus?
I virus vivono ovunque, dai Poli all'equatore. I cambiamenti climatici contribuiscono al degrado e allo stress di alcuni ecosistemi (alterando delicati equilibri) ma possono anche indebolire gli organismi e renderli così più suscettibili alle infezioni. Al contempo, possono favorire l'espansione geografica o altitudinale di alcune specie (ad esempio di zanzare o zecche) vettori di virus o altri patogeni, aumentando la probabilità che vengano diffusi ad altre specie e anche all’uomo.
Nei paesi maggiormente colpiti dal CoVID-19 si è registrato un forte calo dell’inquinamento. Può essere questa un'occasione per riflettere e costruire un rapporto migliore con la natura?
Deve esserlo. Le scelte più lungimiranti che l'uomo possa fare, passata questa emergenza, sono conservare gli ecosistemi ancora intatti, proteggere le aree incontaminate del pianeta, proibire il consumo e il traffico non regolamentato di specie selvatiche, favorire gli equilibri naturali (anche nelle aree urbane) e ripristinare gli ecosistemi danneggiati. La straordinaria rete di vita che sostiene il benessere della nostra specie, insieme a tutte le altre, è stata aggredita e deteriorata ad un’intensità tale che per poter immaginare un futuro globale dobbiamo intervenire con una azione d’insieme per il nostro pianeta, che passi attraverso un nuovo accordo globale tra persone e natura. Per il WWF, un vero e proprio New Deal for Nature&People.
Model Chadia Rodriguez
Creative Direction and Interview Emanuele Calabrò
Photograper Gianluca Lettieri
Stylist Damiano Riccio
Art Direction Gianluca Ferrante
Make up and Hair Damiana Palmieri
Photography Assistant Ugo Pisani
Location Oasi WWF Cratere degli Astroni, ecosistema protetto dal WWF in Campania