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Meal kit delivery = niente spesa, tanta resa

Poco tempo per andare al supermercato, voglia di qualcosa di buono (ma anche sano): la soluzione c'è e si chiama meal kit
meal kit la delivery box da provare
meal kit la delivery box da provare

There's no place like home, lo diceva Dorothy ne Il Mago di Oz: quanto aveva ragione, ma forse si dovrebbe aggiungere che non c'è posto migliore al mondo per mangiare se non la propria cucina. Perché se a Milano a ogni pizzeria corrispondono due sushi bar e a Roma l'offerta dei ristoranti, tra quelli ad hoc per i turisti e quelli più autentici, è fin troppo vasta, il desiderio di riscoprire le mura di casa si fa sentire sempre più forte. E in un'epoca in cui l'attenzione al benessere è centrale, il food delivery non basta più: a emergere è la necessità di sapere cosa si ha nel piatto, cucinandolo con le proprie mani. Ma, complice la frenesia della quotidianità, riuscire a procurarsi gli ingredienti freschi non è sempre facile e, piuttosto che stare in coda al supermercato, sarebbe molto meglio goderselo, questo tempo libero. Da qualche anno, una tendenza che intercetta tutti questi bisogni sta prendendo sempre più piede: il meal kit delivery, un servizio di consegne a domicilio che offre box al cui interno si trovano gli ingredienti già dosati e freschi, oltre alle istruzioni per seguire la ricetta. Secondo quanto riporta Pambianco, il mercato dei meal kit varrebbe, a livello mondiale, ben 5 miliardi di dollari: un settore in crescita continua che si sta imponendo in diverse aree del mondo, una su tutte gli Usa, ma anche il Regno Unito, la Germania e l'Italia.

Meal kit delivery, come funziona
 

Ma come funziona il meal kit delivery? Si tratta, appunto, di un servizio di consegne a domicilio che recapita all'indirizzo indicato un box al cui interno si trovano ingredienti freschi e di qualità per cucinare le ricette scelte. Al mondo esistono diverse realtà che offrono questo servizio e, periodicamente, sul loro sito si trovano le ricette ordinabili per un determinato periodo; si scelgono i piatti che più piacciono e si riceve a casa tutto il necessario per realizzarli, istruzioni comprese. Solitamente, si tratta di servizi in abbonamento e non one shot e, online, è possibile scegliere tra diversi piani, se per due o più persone. Le preparazioni sono tutte attente a un'alimentazione sana e bilanciata e le aziende protagoniste del settore non mancano di proporre piatti in linea con la dieta mediterranea, ma anche vegetariani, vegan e gluten free. Ma la convenienza dei meal kit non è solo data dal ricevere a casa prodotti di alta qualità, è anche un modo per risparmiare ore preziose. Perché se non si fa in tempo a fare la spesa è inutile correre, questo servizio permette letteralmente di dimenticarsene offrendo la possibilità di godersi, finalmente, un attimo di pace: pensa a tutto lui.

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Meal kit delivery, il panorama mondiale
 

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La crescita dei meal kit non accenna a fermarsi tanto che, secondo uno studio Technomic, nel 2020 i ricavi globali dovrebbero raggiungere i 10 miliardi di dollari. In questo scenario, gli Usa rappresentano la più ampia fetta di mercato con player come Blue Apron, startup fondata nel 2012 a New York, e Chef'd, ma anche la Germania ha assunto un ruolo importante nel settore grazie a HelloFresh. Se questi possono essere considerati i leader del mercato su scala mondiale, anche in Italia c'è una startup che si sta facendo notare: Quomi, la prima realtà di meal kit delivery a essersi sviluppata nel nostro Paese. Fondata da Daniele Bruttini e Andrea Bruno, è attiva su tutta Italia da gennaio 2016 e ha consegnato più di 70mila pasti. A conferma del fatto di quanto, anche in Italia, questa sia una tendenza in espansione c'è l'ingresso della startup italiana nella Grande Distribuzione Organizzata: da aprile 2018, in alcuni supermecati del Gruppo Finiper, è possibile trovate i box di Quomi. Una scelta che va sulla scia di altre operazioni simili, come quella di Walmart che, entro l'anno, inserirà i meal kit in 2mila punti vendita negli Stati Uniti. La differenziazione dei canali di vendita potrebbe essere, infatti, la chiave per far in modo che, al di là delle tendenze passeggere, questi servizi possano diventare sempre più vicini al consumatore e parte delle abitudini quotidiane.

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