Food

Dessert Bar Milano: il Secret Dining Show con la formula omakase

In cartellone da giugno, “Insomnia”, il nuovo unexpected tasting journey del pastry chef e mattatore Federico Rottigni. Avanguardia e ghiottonerie, accompagnate da cocktail charmant, seduti al bancone in un viaggio gourmand attraverso i sensi che omaggia, rivisitata, la tradizione nipponica.

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Lasciate ogni preconcetto, o voi che entrate. La soglia che si attraversa si spalanca per soli venti minuti, due volte a sera. Non sono ammessi ritardi, né giustificazioni. Non c’è dress code, né barcode, né password d’ingresso per appuntamenti carbonari. E l’indirizzo è segreto solo agli sguardi più superficiali. Come per la tana del Bianconiglio sarà il Dessert Bar Milano a trovare voi mentre girovagate fanciullini col vestito nuovo di Valentino coltivando smemoratezze da flâneur, quando l’unica, imprescindibile, richiesta è di lasciarsi precipitare, abbandonarsi ai sensi, esplorare il no-sense. Benvenuti allora ai viaggiatori sedentari, agli astronauti annoiati dalle parabole circolari, ai musicisti in caduta libera, ai dionisiaci senza gravità, ai maghi innamorati delle illusioni, ai critici delle ricette cartesiane, agli spettatori di sé, ai fedeli della metempsicosi, agli amanti della metamorfosi, agli esploratori senza il manuale delle istruzioni, ai ghiotti di polpa di albicocca e di biancospino... ai tediati lettori sempre in cerca non di premiate streghe da forneria, ma affamati di paradossi e assurdità.

Accomodati sugli alti sgabelli di fronte al lungo bancone che non è altro che la linea di partenza per sprinter stellari, va in scena la decostruzione della cena, e al contempo la sua magica ricostruzione, e quella alla quale parteciperete, o assisterete, o che solo sognerete, sarà l’ultima, oppure la prima, un ricordo oppure un inizio... C’è un di qua ma anche un aldilà, anfitrioni travestiti da bartender e pastrystar perseguitati dai lati oscuri di notti insonni, e tu sarai al contempo dentro e fuori dalla scena, mentre Frank va a braccetto ebbro con Jim, ed Ella sposa i Sigur Ros, sul palco impegnati a smontare e montare una cena di significati, mordendo rossetti al sapore di tequila, inghiottendo saponette o madeleine di crostate alla spuma di grappa alle uvette, impegnandoti nel fai-da-te di dolci furniture nordiche ai tempi dell’Ikea, accompagnato a interpretare sensazioni disturbanti, invitato a provare il disgusto e lo squallore, la magia e lo sbalordimento, e sprazzi accecanti di bellezza e indicibile stupore, ad assaporare pane marziano ritrovando sapori antichi, a scoprire sotto la pelle di Apollo un edibile cuore messo a nudo che forse è il tuo, o il loro, a sbriciolare patatine di tiglio, a degustare infusi alcolici immersi in cubici iceberg hemingwayani di lucente purezza: attori e commensali della tragicommedia che tutti ci coinvolge, di quà e di là della linea marmorea che demarca vita e morte, partenza e fine, ricordo e presagio, trucco e rivelazione.

Per scoprirci anime belle, in un tempo sospeso, là tra la veglia e il sonno, in una sauna finlandese o nella camera di decompressione di un modulo lunare, col rumore inatteso del silenzio, simili quando ci eravamo annusati diversi, atomi - hic et nunc - di una stessa mai sazia umanità.  

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Lo show in numeri. Otto posti a sedere. Cinque momenti diversi per cinque abbinamenti speciali in cinque atmosfere differenti. Un’ora e mezza in cui, spento lo smartphone, potrai sognare, ridere, piangere, emozionarti, assaporare, dimenticarti di tutto (soprattutto di te), giocare, stupirti, riscoprire tutti i cinque sensi e abbandonarti al sesto. Seduti al bancone, chiacchierando con lo chef, in omaggio alla tradizione giapponese dell’omakase (leggi: o-ma-ca-sè con l’accento sulla e), letteralmente “mi fido di te”.

Chi è Federico Rottigni. Un visionario creator, un pastry chef dall’indole sperimentatrice e anticonformista, follia e coraggio lo identificano al meglio. Seguito il consiglio di Gualtiero Marchesi, lavora nella pasticceria milanese di Ernst Knam e poi con Antonino Cannavacciuolo e Carlo Cracco. Al ritorno dalla Norvegia, apre a Milano nel gennaio del 2020 il suo locale (www.dessertbarmilano.com).

«Ritengo che oggi troppo venga solo raccontato e forse neanche vissuto – racconta Federico – è giunto il momento di fare parlare quello che noi proponiamo e per poterlo fare devi essere qui e adesso!». 

Il Dessert Bar Milano. Un secret place minimale, posizionato in via Crocifisso, a pochi passi dal centro di Milano, nascosto allo sguardo meno attento ma estremamente elegante e sofisticato. Un intimo e moderno teatro, dove le tende color ottanio disegnano un sipario ideale in uno spazio impreziosito da tonalità oro sulle sedute e sulla posateria. Il lungo bancone di marmo bianco crea una distanza ideale, garanzia di intimità senza nulla togliere al coinvolgimento. L’illuminazione si modula a ogni creazione, dando vita a un'atmosfera sempre nuova e diversa: al cibo il ruolo di protagonista e allo chef il prestigio. 

Federico Rottigni

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