Fashion Week

Il nuovo M Missoni

Margherita Missoni racconta il brand tornato in house
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Un autobus in giro per la città da cui salgono e scendono modelli (e amici) di tutte le razze, le taglie, le età. Il discorso diventato obbligatorio dell’inclusività, che in alcuni casi sembra puramente di facciata, superficiale adesione all’ultima tendenza, in questo caso fitta perfettamente con il Dna del brand. Perché i Missoni si sono sempre presentati come una grande famiglia, quasi una tribù. Il nuovo M Missoni, sotto la direzione artistica di Margherita, figlia di Angela e nipote di Tai e Rosita, ha poco o nulla a che vedere con il marchio che conoscevamo finora. Il brand tornato in house è al tempo stesso indiscutibilmente Missoni e indiscutibilmente altro. «Sono totalmente imbevuta dell’estetica Missoni. Se vado in Tailandia e compro capi locali in un mercato, la combinazione finale sembra comunque puro Missoni», spiega Margherita. L’anything goes dei capi qui non sembra, come in altri casi,  frutto della mancanza di un punto di vista, ma puro divertimento e assoluta libertà  del mix and match: stampe fiorate, maglieria multicolor, guizzi di lurex, tessuti di paillettes, abiti tubolari, bei pantsuit. Certe silhouette, certe sovrapposizioni, le lunghe sciarpe che toccano terra a tratti fanno pensare al grunge…«Ci sta, non è l’unico periodo di riferimento, ma sicuramente faceva parte della mia adolescenza. Ho deciso di costruire M Missoni recuperando i pezzetti via via abbandonati nel corso della storia del marchio. Tutto quello che ha avuto il suo momento, ma non è diventato iconico nel senso stretto del termine. Faccio moltissima ricerca negli archivi, ho recuperato i vecchi loghi di Missoni Sport, e tutte le fantasie fiorate vengono da lì, anche se poi le combinazioni di colori sono state cambiate. A parte le stampe con le margherite, che sono una mia ossessione e che colleziono fin da quando ero bambina. Ho voluto creare un abbigliamento “vero”, confortevole, portabile dalla mattina alla sera, adattabile alle occasioni… insomma sono tornata a quella che era l’idea di base dei miei nonni, l’eleganza senza impegno. Per questo il jersey è il materiale che utilizzo di più, anche se di fatto uso tutti i filati di stock di Missoni». M Missoni punta molto anche sugli accessori, che Margherita vuole destagionalizzare e rendere continuativi, come le sneakers di tela, «prodotte in Etiopia per aiutare le popolazioni locali. E alcuni amici stanno lavorando su produzioni in Perù e Ghana, non ancora presenti in questa collezione, ma che entreranno nelle prossime».

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