Le icone rivisitate di Chanel
La gente della moda si interroga spesso su quale sia la formula magica di Chanel. Finché c’era Karl Lagerfeld si ragionava sul suo carisma, unito al fascino timeless chic della maison, per rendere le collezioni super desiderabili. C’era poi l’aggiunta di show magnificenti, che si trattasse del Grand Palais di Parigi, trasformato di volta in volta in paesaggio di montagna, spiaggia assolata, città bombardata, oppure delle sfilate in trasferta, tipo la memorabile tappa a Cuba del 2016. Nel 2020 la situazione è ben diversa, a cominciare da una pandemia con cui tutto il mondo sta facendo i conti in modo doloroso. La griffe è tra quelle che ha comunque optato per un appuntamento fisico, sebbene con pubblico sfoltito e distanziato, e la location è sempre la stessa. Questa volta il richiamo è cinematografico, introdotto nei giorni precedenti allo show da mini film firmati dal duo di fotografi olandesi Inez van Lamsweerde & Vinoodh Matadin che hanno mescolato immagini di celebri film, tra cui La Piscine di Jacques Deray, Fino all'ultimo respiro di Jean-Luc Godard, Ascensore per il patibolo di Louis Malle, a emozionanti vedute aeree di Los Angeles e Parigi. Una gigantesca scritta Chanel troneggia di fronte agli ospiti, richiamando quella di Hollywood appoggiata sulle colline della città californiana, e attraverso le sue lettere spuntano le modelle con indosso la collezione Primavera-Estate 2021 disegnata da Virginie Viard. La designer prosegue sul filone di un Chanel in pantaloni (jeans inclusi), alternandoli a, bermuda e gonne corte, tutti ben volentieri abbinati all’icona per eccellenza della maison, il giacchino di tweed, rivisto con delle proporzioni un filo oversize, che gli danno subito un gusto più mannish. Poi arrivano i tailleur di pelle, gli abiti leggeri dall’orlo asimmetrico, le mise più da sera in pizzo bianco o in black & white arricchito da delicate piume, il tutto condito con molte scarpe basse se non addirittura piatte. L’impressione è quella di un grande concerto non più suonato a tutto volume. Abbassare i toni era doveroso, vista la congiuntura attuale, e nel caso di Chanel la cosa non è un male, perché ogni singolo pezzo trova una sua voce e sa farsi ascoltare. Nell'immediato forse si sogna un po’ di meno, ma c’è da scommettere che in boutique i sandali a listini, le bluse con il lettering Chanel effetto neon o le micro borsette 2.55 da portare come un collier andranno a ruba. Ed è questa la vera magia di Chanel.