La sinfonia unisex di Celine
«A ma mère». Sulla release appoggiata sulle panche nere compare una piccola dedica. È quella che Hedi Slimane fa a corredo della collezione Celine per la prossima fall-winter. Uno show co-ed o meglio unisex, senza alcuna distinzione di genere. Scandito dal maxi logo della griffe di Lvmh, fondata nel 1945 da Cèline Vipiana, trasformato in mega installazione sul fondo della sala. Con i modelli e le modelle che indossano il nuovo profumo della collezione di haute parfumerie, Reptile. E con uno special thanks, alla Fondazione Cèsar che custodisce il lavoro dell’iconico scultore francese, citato da Slimane in una decina di look. Mentre nella sala risuonano le note create da Sofia Bolt ad hoc per lo show, sulla scena incedono le creature parigine immaginate dallo stilista. Che con questa collezione, fedele al pensiero 70s Parisienne della griffe, Slimane racconta un’evoluzione no gender. Tutti i look sono intercambiabili tra uomo e donna. Nell’aria un touch di romanticismo rock. Negli occhi un vago bagliore di glam, grazie ai nuovi gioielli, i Cristaudo de Celine, ma anche a quei cristalli liquidi che ricamano le tuniche da sera brodé a mano in atelier. Nella mente un pensiero decadente, scandito dai velluti preziosi e dalle sete raffinate. Ma anche un ricordo d’infanzia, di quei trench e di quelle mantelle, ma anche di quelle giacchette e di quei pantagonna che erano parte della divisa di ogni donna targata anni 70. E che forse erano proprio quelli che madame Vipiana indossava quando, alle prese con un guasto alla sua macchina e bloccata sotto l’Arc de Triomphe, vedendo le maglie delle catene che lo circondavano decise di trasformare quel segno grafico nel logo della griffe.