Fashion Week

Il messaggio di resilienza di Bottega Veneta e la sfilata autunno inverno 2024-25

«I fiori sbocciano dopo che la terra è stata bruciata: danno un senso di speranza. Tornano più forti che mai. Qui l'eleganza è resilienza» con questa metafora Matthieu Blazy presenta la sfilata donna e uomo autunno inverno 2024-25 presentata alla Milano Fashion Week. 

Bottega Veneta la sfilata donna e uomo autunno inverno 2024-25 (Getty Images)
Bottega Veneta la sfilata donna e uomo autunno inverno 2024-25 (Getty Images)

BOTTEGA VENETA LA SFILATA CO-ED AUTUNNO INVERNO 2024-25 ALLA MFW 

Il pavimento di legno è cotto, le sedute sono gli sgabelli LC14 Cabanon di Le Corbusier. Nel setting della sfilata di Bottega Veneta si respira un aria bruciata frutto di una collaborazione con la Fondation Le Corbusier. «La mia è un'idea di resilienza: il cactus cresce dove non può crescere nient'altro. Vorrei che il pavimento fosse visto come questo paesaggio; la sfilata potrebbe avere un senso di introspezione, ma con un senso di resilienza e di speranza. È una prova del fuoco che viene superata. Gli sgabelli LC14 Cabanon di Le Corbusier in origine era una scatola di whisky che lui aveva trovato e riutilizzato; una cosa pragmatica che è diventata una leggenda» racconta Matthieu Blazy nella nota stampa della collezione donna e uomo autunno inverno 2024-25. La descrive come: «monumentalismo del quotidiano: un senso di allure e fiducia nel pragmatico, nell'utilitario e nello scopo. Come l'abbigliamento da giorno viene percepito in questo mondo notturno; le silhouette sono semplificate e riconosciute come monoliti nel buio. In un mondo in fiamme, c'è qualcosa di molto umano nel semplice atto di vestirsi». 

«Niente si ripete, come l'Intrecciato. L'eleganza è nella semplicità, nell'onestà e nella resistenza». Matthieu Blazy

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Bottega Veneta la sfilata donna e uomo autunno inverno 2024-24 (Getty Images)

Nella collezione co-ed di Bottega Veneta presentata alla Milano Fashion Week gli abbellimenti sono ridotti al minimo per dar spazio alla semplicità e alla lavorazione artigianale dei materiali, da sempre focus del marchio italiano. Sfilano suits in jersey, una maglieria che si solidifica sulle spalle assumendo quasi la struttura di un blazer, cappotti di lana e cashmere senza tempo. La pelle diventa una sicurezza è comoda, morbida e assicura protezione al corpo con trench coat rossi, capispalla in soffice suede, gonne e pantaloni daywear destinati a resistere alle prove del tempo. La palette calda, bruciata e avvolgente campionata da Matthieu Blazy si compone con il nero carbone, il terra di siena, l’amaranto, il fondente, l’oliva, il grigio cenere e il bianco; mentre per le stampe oltre ai capi timbrati e scarabocchiati con scritte, i nuovi protagonisti sono il serpente, la fiamma e il fiore simboli di rinascita. Tra le borse di Bottega Veneta troviamo la nuova Liberta bag, la Andiamo, la Hop e la Cabat da sfruttare tutti i giorni.

La moda prima di essere divertimento, meraviglia e bellezza, è portatrice di messaggi, e Matthieu Blazy trova il giusto parallelismo per affrontare la situazione sull’attualità: «Guardiamo tutti le stesse notizie. È difficile essere celebrativi arrivati a questo punto. Eppure, anche l'idea della rinascita è bella. Sono i fiori che sbocciano dopo che la terra è stata bruciata: danno un senso di speranza. Tornano più forti che mai. Qui l'eleganza è resilienza».

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