Ann Demeulemeester la retrospettiva a Firenze
Una selezione di capi d'archivio celebra la carriera della designer belga. All'interno dell'ex stazione ferroviaria Leopolda, la storia della Maison attraverso i look più iconici con il sottofondo dei una colonna sonora d'eccezione
Ann Demeulemeester è il Guest of Honor dell'edizione Pitti Uomo 102 con una retrospettiva unica. La stessa designer belga ha curato il progetto speciale dedicato a lei e al brand che porta il suo nome alla Stazione Leopolda di Firenze. Una selezione dei best look di sempre, in un'alternanza yin e yang di bianco e nero, draping, pelle e piume per uno stile inconfondibile che negli anni si è imposto come cifra stilistica di uno dei membri degli Antwerp Six.
Demeulemeester, che si è laureata alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa nel 1981, ha partecipato a concorsi ed eventi di moda prima di lanciare la sua omonima label nel 1987 insieme al suo partner di lunga data Patrick Robyn. La sua prima sfilata, avvenuta a Parigi nel 1992, l'ha inserita dell'olimpo del fashion system.
“Firenze e Pitti Immagine sono finalmente pronte a celebrare lo straordinario lavoro di Ann Demeulemeester”, afferma Lapo Cianchi, direttore della comunicazione e degli eventi di Pitti Immagine, “una storia iniziata quarant'anni fa ad Anversa e che, oggi, è rafforzata dal nuovo approccio intrapreso a seguito dell'acquisizione del marchio da parte di Claudio Antonioli: un approccio che, tra recupero e autonomia, evidenzia i tratti distintivi e persistenti della moda di Ann Demeulemeester, soprattutto la sensibilità verso il proprio tempo che si sviluppa senza ansie di validazione e una capacità di rinnovarsi mantenendo le inconfondibili intuizioni e forme iniziali. Non è un caso che il lavoro curatoriale svolto sull'Archivio in questa occasione vada oltre il recupero di memorie utili a citare in nuove collezioni e diventi un regolare atto di moda: un intervento artistico-estetico nato da un disegno progettuale urgenza, qui e ora. Un regalo per tutta la comunità Pitti”.
Artisti come Suicide, Sonic Youth, The Velvet Underground, Massive Attack e Pattie Smith facevano tutti parte della colonna sonora della mostra che ha riempito le travi della sala, musicisti che hanno influenzato il lavoro della designer, e parte dell'immaginario dell'epoca 90's.