La Design Week 2023 secondo Caroline Corbetta, tra collettività e ambiente
Come lo sguardo laterale della curatrice d'arte mette a fuoco due protagonisti assoluti nella conversazione design, Noi e la Natura.
Le persone sono il punctum dello sguardo sulla Design Week 2023 di Caroline Corbetta, curatore d'arte contemporanea, autrice, giornalista culturale e, dettaglio non secondario, milanese. “Se ogni edizione del Salone si presenta come speciale, questa lo è veramente. Si preannuncia felice e questo a me interessa nonostante non sia direttamente coinvolta nell’industria del design, ma perché lo sono profondamente alla dimensione di Milano inserita in un contesto internazionale”. Parte positiva Corbetta, ma c'è una ragione. Dopo il boom di Expo l’energia attrattiva ha portato tantissime figure dell’arte a trasferirsi qui dall’estero, poi lo stop pandemico ha interrotto questo flusso prezioso. “Diciamolo, adesso non è più così. La città è a un bivio e il Salone costituisce un appuntamento molto importante, consideriamolo pure un banco di prova decisivo”. Sono quindi due le parole chiave a guidare gli itinerari di Corbetta alla Design Week con uno sguardo che va oltre un presente non così eccitante: collettività e ambiente.
Scorri verso il basso per scoprire cosa vedere durante la Milano Design Week 2023 secondo Caroline Corbetta
Concorde con il fondatore di FuoriSalone Paolo Casati, la progettazione del futuro funziona solo se è fatta insieme, dalle persone e per le persone. Corbetta fruisce il Salone anche come un fatto culturale dove i momenti di condivisione di idee e di progettazione teorica, di ricerca sociale e sperimentazione non strettamente connessa al mercato, rappresentano il nutrimento che fa crescere la collettività e dunque la città. Quindi anche Milano. Si parte dunque da un luogo complesso come il carcere con l’esposizione SENZA INVITO, un racconto di circolarità a San Vittore ideato da Davide Crippa e promossa dal distretto Repubblica del Design. Sarà possibile accedere non solo in un luogo inedito come spesso accade durante il Salone, ma si potrà farlo con empatia in un’accezione propositiva di rinascita. Le opere di design esposte sono realizzate dai detenuti a partire da scarti e rifiuti prodotti nel carcere stesso e rispondono a esigenze quotidiane, per “inseguire desideri” e per creare nuove possibilità laddove la maggior parte di noi vede semplicemente rifiuti. Un’altro evento segnalato da Corbetta si svolge negli spazi espositivi di ASSAB ONE dove il progetto Design for Communities, nato dalla collaborazione di Liveinslums, ONG che opera in territori urbani con forti criticità e il designer Giacomo Moor, vede esposti i progetti di letti, tavoli e panche destinati al refettorio e al dormitorio della scuola elementare di Mathare, uno dei più grandi Slum di Nairobi. A completamento della mostra a cura di Davide Fabio Colaci in collaborazione con Federica Sala, le fotografie di Francesco Giusti, Filippo Romano, Mattia Zoppellaro e Alessandro Treves del collettivo PERIMETRO.
Scorri verso il basso per scoprire cosa vedere durante la Milano Design Week 2023 secondo Caroline Corbetta
“E a proposito di redistribuzione della ricchezza”, aggiunge, “ho pianificato di partecipare alla giornata promossa da Rethink! Service Design Stories, il festival organizzato da POLI.design-Politecnico di Milano giunto ormai alla sua settima edizione, in cui si discuterà di come il design può rafforzare e migliorare i processi di giustizia sociale”. Un altro momento collettivo segnato in agenda si chiama We Will Design: We have an I.D.E.A., acronimo di Inclusione, Diversità, Equità e Accessibilità, negli spazi di Base nel Tortona District. Qui una situazione laboratoriale vedrà coinvolte scuole e università in una riflessione sul concetto di design democratico, plurale e inclusivo, capace di coinvolgere persone di tutte le età, abilità, genere e cultura. Bambini inclusi. La collettività non potrebbe però esistere senza uno scenario ospite, ovvero il Pianeta dove abitiamo. Caroline Corbetta prosegue nella selezione degli eventi con un secondo filone tematico, quello del clima e dell’ambiente e include tra i progetti dedicati My Patch of Green, il giardino botanico sonoro realizzato in via Statuto 16 dal produttore e distributore veneto di macchine e attrezzature da giardino Stiga, con l’idea di stimolare le persone a crearsi un piccolo pezzo di verde domestico a prescindere dagli spazi che si hanno a disposizione.
Come bonus tracks Corbetta suggerisce infine due location fuori dal radar dei circuiti design adatti a concedersi un'utopica pausa per ricaricarsi dalla frenesia della settimana. GAM, Galleria d'Arte Moderna Milano, gemma del sistema museale milanese che ospita la più importante collezione lombarda di opere dell’Ottocento e che si espande dal Canova alle teste di cera di Medardo Rosso, è per lei luogo incantevole e rilassato incastonato tra due parchi, quello di Palestro e di Villa Reale, adatti a fare decompressione. La seconda location ha un'anima green: per passare dalla contemplazione all’azione (ideale?) Corbetta immagina anche di potersi ritagliare nei giorni così densi della Design Week una sessione running al Parco Sempione, inteso come luogo di osservazione nel verde e bolla d’ossigeno necessaria. Immancabili poi sono le mostre in corso in città: la retrospettiva dedicata al maestro Guy Bourdin al Silos Armani e la nuova mostra in Fondazione Prada “Cere anatomiche: La Specola di Firenze | David Cronenberg”, un dialogo tra una collezione storica e un’istituzione contemporanea sull’osservazione della rappresentazione del corpo delle donne per scopi scientifici ma, ovviamente, non solo. Infine la moda. Hermès e gli Objets Nomades di Louis Vuitton, una collezione di elementi d'arredo e oggetti ispirati al viaggio, sono invece tra le esposizioni di brand fashion che incuriosiscono la Caroline Corbetta curatrice: “Soprattutto in chiave allestitiva, solo qui trovo stimoli e riflessioni agganciati alla contemporaneità che poi porto con me nel mondo dell’arte”.