L'intervista ad Harry Styles nuova cover star de L'Officiel Italia
Cover e star de L'Officiel Italia, Harry Styles è diventato volto della fragranza Gucci Mémoire d'une Odeur, si sarebbe potuto sedere sugli allori di una gloria raggiunta precocemente con gli One Direction. Ha invece preferito un percorso in solitaria con la stessa passione e curiosità
“Comʼè francese!” scherza Harry Styles mentre indossa il maglione di Topolino chiacchierando con la crew de LʼOfficiel durante il servizio fotografico, prima di uscire a fumare. La sua nuova canzone, “Watermelon Sugar” ‒ un’anticipazione dell’album “Fine Line”, uscito il 13 dicembre ‒ è stata scaricata da quasi un milione e mezzo di fan appassionati in una manciata d’ore. Dopo una breve pausa Harry è tornato. Appena uscito dal turbine della band One Direction (50 milioni di dischi venduti in sei anni, il gruppo è ora in pausa a tempo indeterminato) è ripartito in solitaria, con un primo album nel 2017 in cui è cambiato per rivestire il ruolo di artista, consacrato dalla critica, in sintonia con la propria epoca, fluido, in pace con la propria sessualità, a difesa della parità di genere e a favore del matrimonio per tutti. Alessandro Michele, lʼinnovativo direttore creativo di Gucci, sulla base di una certa sintonia spirituale, lʼha vestito per la sua prima tournée da uomo libero e lʼha scelto per incarnare il profumo Gucci Mémoire dʼune Odeur per questa stagione. Prima del nostro incontro, in una pubblicazione americana, aveva svelato di aver avuto delle idee folgoranti: negli ultimi mesi aveva infatti ascoltato McCartney, letto Murakami, scoperto i funghi allucinogeni, cantato con Stevie Nicks e preparato un nuovo album.
In attesa di tuffarsi nel vortice dʼimpegni tra promozione, tournée e tutto il corollario di una vita da star, il ragazzo di 25 anni si è raccontato con calma e un mix di riservatezza e calore che non ha mai perso durante la giornata (a dirla tutta, invece di esigere un camerino al riparo dagli sguardi, camminava tranquillamente in boxer durante lo scatto, pescando dai piatti asiatici consegnati dalla rosticceria allʼangolo senza pretendere del succo di sedano bio o del tofu al vapore). «Il primo odore che mi ricordo è probabilmente quello della cucina di mia madre, dellʼarrosto che preparava, e del profumo che portava». In compenso, se per caso dovesse soggiornare da voi, non chiedetegli di dar da mangiare al vostro gatto: «Sono cresciuto con dei gatti e, ogni volta che dovevo dar loro da mangiare, lʼodore del loro cibo mi faceva stare male». Si percepisce che la complicità con Alessandro Michele non sia finta e che le loro visioni creative convergano in modo del tutto naturale. «Alessandro è un libero pensatore e il suo modo di lavorare è fonte di ispirazione. Se vuole fare qualcosa, semplicemente lo fa, e trovo che questo sia impressionante, soprattutto dal momento che lavora per un marchio così importante. Avere lʼoccasione di assistere al lavoro di qualcuno, che è considerato un maestro, è incredibile. Non si interessa della classe sociale, dellʼetà o chi ha fatto che cosa. Si rivolge a tutti con lo stesso riguardo e credo che nel mondo dellʼarte dovrebbe essere così». Lʼinfanzia, di nuovo, ritorna (è vero che, ai suoi occhi, era ieri): «Amo molto Gucci Mémoire dʼune Odeur per la sua freschezza, ma anche perché si adatta e cambia in funzione della persona che lo porta, e questo mi diverte. Probabilmente mi ricorda le estati di quando ero bambino. Stare in riva al lago con i miei amici, laggiù dove sono cresciuto, sentire il profumo dei fiori di campo… ». Il contemporaneo si riflette in questo verso di Henri Michaux: “La notte non è come il giorno / è molto più morbida”. «Molte frontiere stanno cadendo, nella moda, ma anche nella musica, nei film, nellʼarte… Non credo che le persone cerchino ancora questa differenziazione di genere. Anche se il maschile e il femminile esistono, i loro limiti non sono più netti. Non si ha più necessità di essere questo o quello, credo che ora le persone provino solamente a essere buone. Nella moda e non solo, questi parametri non sono più rigidi come un tempo e questo permette una grande libertà, è stimolante». Anche se Michele «non domanda per forza la mia opinione, ci confidiamo. È bello ricevere il parere di qualcuno che non è per forza del tuo settore, ma di cui rispetti il lavoro e il gusto».
Si percepisce un nuovo dinamismo a fronte dalla decisione di prendere in mano la propria carriera, e una nuova forma di scrittura: «Scrivere canzoni è come fare surf. Ci si può allenare quanto si vuole per salire sulla tavola, ma a volte lʼonda arriva e a volte no. Ciò nonostante è comunque necessario allenarsi per migliorare. Non ci si può un bel giorno sedere, decidere di scrivere una canzone e pensare di aver scritto il miglior singolo della propria vita. Bisogna lavorare sodo». Ma come può un ragazzo che dieci anni fa lavorava in una panetteria, diventato oggi una scommessa finanziaria e l'oggetto di molteplici attenzioni mediatiche, sopravvivere a questa popolarità: «La celebrità è qualcosa che sto ancora imparando, sono in fase di sperimentazione. Imparo a selezionare quello che mi piace e quello che non mi piace, ciò che sono disposto a regalare con le mie canzoni e ciò che non sono incline a condividere.
Bisogna trovare un equilibrio. Mi domando che cosa le persone penseranno di determinati testi… e devo accettare dʼessere vulnerabile; allo stesso tempo è proprio questo a rendere questa avventura eccitante». Lʼeccitazione è palpabile mentre svela qualche indizio sul prossimo album (lʼintervista è stata realizzata prima del lancio del nuovo lavoro), confidando che esprima «un sentimento di libertà». Sentimento che non è per niente estraneo ad alcuni dei modelli rivendicati, non proprio degli introversi: «Elvis Presley o Mick Jagger, Stevie Nicks, Janis Joplin, Prince». E, al lato opposto di questo spettro, tra le sue più recenti emozioni, la scoperta del meraviglioso Nick Drake. «Quando li ascolto, non so che cosa sia, ma c’è, ed è qualcosa di particolare. Superano tutti i limiti. Per quanto riguarda la scrittura, Paul McCartney ha sempre avuto unʼinfluenza enorme. Ho avuto la fortuna di incontrare alcuni di loro, non smettono di essere geniali ai miei occhi».
Arrivato in macchina come una star (autista, body-guard, vetri oscurati), ripartirà a piedi, con una squadra ridotta, per andare a bere una birra al pub allʼangolo. Mentre si osserva la star (di oggi) così iperbolicamente Millennial, il cui odore dei ricordi è quello dei fiori di campo mescolati al profumo del pranzo della domenica, il pensiero torna allʼadolescente degli inizi quando, con un cardigan troppo grande, aspirava a distinguersi in un concorso televisivo.
Foto: Daniyel Lowden
Stylist: Harry Lambert,
Casting: Jean Jalouse
T-shirt foto cover: Disney X Gucci ©Disney