Pre-Holiday Glow alla spa del Four Seasons di Milano
Una pausa tutta per sé ad interrompere la frenesia degli ultimi giorni dell’anno, alla spa del Four Seasons di Milano.
La fine dell’anno è particolarmente frenetica tra il lavoro che si intensifica, le serate lavorative e no che si moltiplicano, le vacanze da organizzare, i regali da fare..? È il momento di uno spa break. Al Four Seasons di Milano, oltrepassata la lobby a tema Unwrapping Christmas, decorata coi materiali dei pacchetti dei regali, e lo Stilla Bar dominato dal verde dell’agrifoglio e dall’oro delle luci, la spa è magnificamente riposante, con la sua palette di tessuti tra il castagna e il nocciola, il legno, i tocchi d’oro rosa, le forme arrotondate tipiche del tocco soft chic di Patricia Urquiola, autrice del restyling dell’hotel di 2 anni fa. In menu massaggi e trattamenti viso e corpo Sodashi, Swiss Perfection e 111 Skin, la linea rigenerativa che piace a Dua Lipa e Margot Robbie del chirurgo plastico londinese Yannis Alexandrides.
Il trattamento perfetto per le feste? Il Rose Gold Facial 111 Skin, rigenerante, liftante, rassodante. 75 minuti di assoluto relax, in un susseguirsi di maschere e sieri applicati con una gestualità impeccabile, le cui textures fresche e leggere vengono immediatamente assorbite dalla pelle lasciandola vellutata e luminosissima, con gli zigomi scolpiti, il contorno occhi perfettamente liscio, rughe e segni d’espressione minimizzati. Il dettaglio piuccheperfetto? L’estrema sofficità degli asciugamani utilizzati, sia quello che vi avvolge la testa, evitando il classico inconveniente post facial dell’attaccatura dei capelli appesantita da residui di prodotto, che le salviette con cui viene asportato il detergente in schiuma, delicate anche sulla pelle più sensibile. Il risultato finale? Un formidabile coup d’éclat che non può che mettervi di ottimo umore.
Ottimo umore da mantenere con un pranzo allo Zelo, il ristorante affacciato sul chiostro (quello che è oggi il Four Seasons era all’origine un convento fondato nel ‘400), luminosissimo in un giorno di sole. Il menu tradizionale, sia nella versione Bistrot del giorno che la sera, è affiancato da un menu plant based messo a punto dall’executive chef Fabrizio Borraccino in collaborazione con Natalie Prhat, nutrizionista canadese sostenitrice della cucina vegana. Gustosi gli gnocchi di patate dolci, funghi ed erbe selvatiche, piacevolmente insolita la parmigiana di melanzane, tempeh croccante e pesto di basilico realizzata con una miscela di noci, anche se, per i non tentati da questo tipo di cucina, il risotto ai crostacei o le linguine con scorfano, polpa di granchio e caviale mantengono tutto il loro appeal.